L’ingenuità
di Redazione | in: Cultura e SpettacoliUT/1/’10/4°anno
bimestrale d’arte e fatti culturali
L’ingenuità
venerdì 16 aprile
ore 18,00
via XX Settembre, 45/c
San Benedetto del Tronto
Intervengono
Massimo Consorti
Francesco Del Zompo
Pier Giorgio Camaioni
Daniele Cinciripini
Enrica Loggi
Alceo Lucidi
Alessandro Oliviero
Michele Ortore
ed altri collaboratori di UT
Daniele Cinciripini, Senza ingenuità, fotografia, 2010, particolare
L’ingenuità
A volte è un’offesa: “Ma quanto sei ingenuo!!!”, a cui segue uno scrollar del capo che suona come una sentenza inappellabile. Spesso è sinonimo di “candore” che poi è la sublimazione dell’ingenuità e non un sinonimo. Comunque la si intenda l’ingenuità è figlia legittima di un animo sensibile, di due occhi sbarrati di fronte alla novità, di pensieri senza retro pensieri: quelli sono. Ultimamente ci siamo spesso sentiti dire: “Ma non vai a votare?”. La nostra risposta è stata “Mica sono un ingenuo”, sottintendendo in questo caso il significato di “fesso”. E dunque eccolo il discrimine, l’ingenuità scambiata per la stupidità come se uno stupido acclarato fosse sempre e comunque un ingenuo. Il primo numero di UT stagione 2010, quarta della sua storia, è dedicato all’Ingenuità che descrive seguendone i sensi e i controsensi più diversi e percorrendo le strade impervie dei punti di vista dei collaboratori. Quelli che emergono sono contenuti che volano inseguendo più le sensazioni che i fatti, più le particolarità caratteriali che le esigenze letterarie. Come accade sempre leggendo gli scritti di UT è possibile rendersi conto della ricchezza che una parola si porta appresso e che molte volte esula dagli stessi significati che i dizionari più alla moda le danno. Riflettendoci emerge che l’italiano è una lingua che si “adatta”, un po’ come lo spirito di chi abita questa nazione. La si può tirare come un elastico e restringere negli ambiti angusti della sintesi estrema, la si può abbellire e impoverire, parafrasare e travisare è, insomma, una lingua casual buona per tutte le ore e le circostanze. Volerne sottolineare alcuni aspetti e tutte le sfumature possibili è sicuramente il nostro merito più evidente, una caratteristica che solo in apparenza sembra delineare un atteggiamento snob o volutamente retrò. Con le parole ci piace divertirci da matti perché si prestano a un gioco che non è mai di società e che si sviluppa lungo le sponde di un torrente gonfio d’acqua e ricco di pesci.
Massimo Consorti
Hanno collaborato al primo numero di UT 2010, quarto anno
L’ingenuità
Venere senza Botticelli
Michele Ortore
Editoriale
Massimo Consorti
(nel risvolto)
Elzeviro
Un cinema d’ingenuità
Pier Giorgio Camaioni
Anna Del Gelo
Alessandro Oliviero
Colloquio con le stelle
(e una drosofila che ha smesso di volare)
Maria Letizia Del Zompo
L’innocenza
Narda Fattori
Uno scritto servile
-A cesare Garboli-
Alceo Lucidi
Poesie e Poeti
Sul foglio
Enrica Loggi
L’Opera
Senza ingenuità
Daniele Cinciripini
con uno scritto di Massimo Consorti
Vignetta “UT e il lupo”
Giuseppe Piscopo
L’oggetto pensante
L’urna
Francesco Del Zompo
tratto dal racconto “Zorzi Zosimo. L’ultimo elettore”