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Speciale Sud Africa 2010, l’Italia non si smuove dal pareggio

di | in: Il Mascalzone Sportivo, Speciali

Gli azzurri sembrano i puffi contro un esercito di giganti bianchi. Ma di bianco hanno solo la divisa. Sono stati scorretti, fallosi e sfacciatamente fortunati questi neozelandesi. Ma questa è un’altra storia, e ora non si può pensare a nient’altro che alla vittoria con la Slovacchia per difendere quel titolo mondiale che, ancora, indossa il tricolore italiano.


«Era una partita che si poteva vincere», questo il commento del CT Marcello Lippi alla fine del match. Era stato dello stesso avviso anche dopo l’incontro con la squadra del Paraguay, ma la dura verità è che ora si rischia l’eliminazione dal Mondiale, e di due partite non se ne è vinta mezza.

Il copione sembra sempre lo stesso: stessa formazione, stesse azioni, stessa sfortuna. Lippi mette in campo lo stesso 4-4-2-2 sperimentato nella partita d’esordio, e nella ripresa fa gli stessi cambi: Camoranesi al posto di Marchisio e Di Natale al posto di Gilardino. Verso la fine prova il tutto per tutto facendo entrare il terzo attaccante, Pazzini, ma il risultato non si smuove dal pareggio, anzi, a pochi minuti dal novantesimo il numero 20 neozelandese sfiora la porta azzurra e l’Italia trema. E’ bastata, infatti, una sola azione alla Nuova Zelanda per andare in vantaggio, a 7 minuti dall’inizio, e sarebbero bastati pochi centimetri per concludere questa partita sul 2 a 1. Una partita a tratti noiosa, in sintonia con il tempo meteorologico sull’intero Paese, che regala solo sofferenze e meditazioni.

C’è qualcosa che non va in questa Nazionale, e forse come tutte le altri “grandi” d’Europa risente del peso della responsabilità. Una responsabilità che si chiama “campioni del mondo”, ma a quattro anni di distanza da quella vittoria ci sembra tutto così irraggiungibile e diverso. Non ci sono colpe, non ci sono avversari scarsi, non ci sono arbitri che sbagliano. Si rimane, però, un po’ sconcertati a vedere una Nazionale giocare così, con tante opportunità, ma tutte sprecate. Si contano infiniti calci d’angolo, sfumati nella mischia, innumerevoli tiri in porta centrali, tutti brillantemente parati dal portiere neozelandese, e un rigore stiracchiato calciato da Iaquinta, che ci fa raggiungere il pareggio.

Sono pareggi che sanno di sconfitta, questi. Perché l’Italia finora non è riuscita a concludere positivamente un azione d’attacco: un gol dal corner e un altro su rigore. Ma dove sono finiti gli attaccanti? Dov’è quella squadra che ha deriso la Germania e la Francia? Forse le risposte si possono trovare solo nelle grandi assenze (Buffon, Cassano, Pirlo, Toni, Totti), ma ormai c’è poco da rimpiangere e recriminare. Non ci saranno grandi nomi quest’anno, ma in ogni caso undici italiani, bravi o meno bravi, giovani o meno giovani, dovranno riuscire a qualificarsi agli ottavi e a vincere contro la vicina Slovacchia. Senza condizionali, senza “se”, senza “ma”.

Italia – Nuova Zelanda 1 a 1


ITALIA (4-4-2): Marchetti; Zambrotta, Chiellini, Cannavaro, Criscito; Pepe (dal 45′ Camoranesi), De Rossi, Montolivo, Marchisio (dal 60′ Pazzini); Iaquinta, Gilardino (dal 45′ Di Natale). All.: Lippi.

NUOVA ZELANDA (3-4-3): Paston; Reid, Nelsen, Smith; Bertos, Vicelich, Elliott, Lochhead; Smeltz, Killen, Fallon (dal 62′ Wood). All.: Herbert.

ARBITRO: Carlos Batres (Guatemala)

RETI: 7′ Smeltz, 29′ Iaquinta (r)

AMMONITI: 14′ Fallon, 28′ Smith




20 Giugno 2010 alle 20:19 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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