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Capriotti: “Cassa di colmata pienamente a norma, Torquati contro l’evidenza”

di | in: Cronaca e Attualità, dalla Città

L’assessore alle Politiche del mare Settimio Capriotti risponde all’ennesima polemica sui lavori a nord del porto


SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «In questi giorni sono stati ultimati al porto di San Benedetto lavori necessari alla sicurezza degli ormeggi, con un progetto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ufficio Opere Marittime di Ancona, per un importo di 155 mila euro. Con questo intervento sono stati sistemati gli anelli e le bitte mancanti, i parabordi in legno, gli angolari ed altri piccoli lavori, consequenziali e indispensabili per completare il progetto.


Dal momento che erano in corso questi lavori, è stato dato incarico alla stessa ditta di posizionare un telo per la copertura temporanea della cassa di colmata. Come si capisce, i 500 mila euro di cui parla Torquati sono pura fantasia. Una “sparata” completamente sproporzionata rispetto al reale costo del telo. Ma è ormai evidente che a Torquati non interessa l’argomento. Gli interessa soltanto la polemica in quanto tale.

 

Il progetto di solidificazione della cassa di colmata non è stato affatto abbandonato, ma sta procedendo nel suo normale iter, sempre a cura dell’ufficio Opere marittime di Ancona, e si aspetta adesso la copertura finanziaria per l’“inertizzazione”. Quanto fatto fin qui è avvenuto seguendo scrupolosamente ogni prescrizione normativa. Non ci risulta che l’ufficio Opere marittime di Ancona sia solito agire al di fuori della legge, e nel caso Torquati avesse dei dubbi, può sempre rivolgersi alla Procura della Repubblica, servendosi di tutte le “prove” del contrario che dice di avere. Il conferimento dei fanghi di Senigallia nella vasca di colmata è avvenuto nel rispetto delle norme, come le numerose analisi hanno evidenziato.


Va benissimo ed è indice di civiltà chiedere spiegazioni e sviluppare un dibattito. Ma Torquati è ormai al di là di ogni ragionevole dubbio, mostrandosi interessato solo ed esclusivamente a produrre disinformazione, più che ai dati raccolti in maniera professionalmente corretta dagli organismi preposti. Pretendere che tutti stiano mentendo, che un ramificato complotto sia alla base della cassa di colmata, o che i dati raccolti siano falsi, sono pure illazioni, riguardanti non semplici irregolarità, ma reati. E questo è inaccettabile, per il rispetto dovuto alla professionalità e alla buona fede di tutti i soggetti coinvolti in questi lavori. Diversamente, lo ripeto, ci si può rivolgere solo alla Procura della Repubblica, non agli incolpevoli giornali, tempestati quotidianamente di continui e infondati allarmi».

 


2 settembre 2010,
Settimio Capriotti




3 Settembre 2010 alle 1:51 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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