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Rosso Floyd

di | in: Recensioni

di Renzo Vitellozzi

Se avete ascoltato, o ascoltate, solo superficialmente i Pink Floyd non è certamente questo il libro che fa per voi. Siete avvisati. Ma se li amate veramente, o desiderate conoscerli meglio, correte subito a comprarlo. Non si tratta della solita, ennesima, scontata, banale biografia di uno dei più celebrati gruppi rock del pianeta. Ce ne sono già fin troppe in commercio. Sappiamo bene che sui Floyd sono stati scritti fiumi d’inchiostro. L’autore, Michele Mari, conosce bene il suo mestiere e ripercorre gran parte della storia della band inglese in maniera davvero originale, concentrandosi in particolare sul primo periodo, quello “barrettiano”, cosiddetto “psichedelico”.

 Romanzo-inchiesta corale, teatrale e visionario, dove il confine tra realtà ed immaginazione è piuttosto incerto. A parlare è un’ampia schiera di vari personaggi più o meno famosi. Musicisti, amici, parenti, coriste, fidanzate, produttori, manager, tecnici ed ingegneri del suono, registi. Toccanti e curiose confessioni, testimonianze angoscianti che si perdono nel fantastico e nell’immaginario e cercano di far luce sull’accidentato percorso artistico del gruppo inglese. Voci principali quelle dei quattro componenti storici, Waters, Gilmour, Mason, Wright. Rimane defilato “Diamante Pazzo” Barrett, il lato più oscuro e misterioso della storia dei Pink Floyd.

Ma la figura del geniale padre fondatore è quella che ne esce meglio da questa sorta di rappresentazione teatrale, di maxi istruttoria. Breve ma fondamentale il contributo artistico del cantante e chitarrista recentemente scomparso. La sua follia ed il suo estro hanno condizionato l’intera opera dei Pink. Nel sogno, nel sotterraneo, il collegamento con suoi compagni sarà duraturo, non verrà mai interrotto, almeno fino all’album del definitivo addio di Waters “The Final Cut” del 1983. Penso che sia questo il passaggio più interessante ed intrigante del libro di Mari. L’abbandono penoso di Barrett, la sua malattia, le sue droghe, il presunto tradimento dei suoi compagni, il suo esilio nella casa di famiglia, a Cambridge, nel famoso scantinato, e la sua morte avvolta ancora nel mistero. Sono questi alcuni dei temi centrali del romanzo che svelano le chiare intenzioni dell’autore: fare luce sul periodo iniziale, quello della nascita e dei primi esordi. Dare ulteriore spessore alla figura artistica di Barrett ed alla sua importante eredità musicale.

 Narrazione ispirata, intelligente, diabolica ed inusuale che, con il suo procedere per ipotesi ed invenzioni, richiede la massima concentrazione ed attenzione. Anche il lettore più esperto e preparato musicalmente potrebbe inciampare e trovare qualche difficoltà. 30 confessioni, 53 testimonianze, 27 lamentazioni, 6 interrogazioni, 3 esortazioni, 15 referti, una rivelazione ed una contemplazione; questa l’estrosa struttura narrativa di Michele Mari, con al centro la musica, inesorabile, a scandire i tempi. Musica stellare e rivoluzionaria. Romanzo che ha già ricevuto un plauso quasi unanime da parte della nostra critica ed è stato pubblicato da Einaudi con una magnifica foto di copertina. Un capolavoro del genere che non deve rimanere per pochi e che andrebbe tradotto ed esportato quanto prima anche all’estero.




8 Ottobre 2010 alle 18:11 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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