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Roberto Costantini, “Tu sei il male”

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Roberto Costantini, Tu sei il male

di Renzo Vitellozzi


Manfredi lo fissò. In quello sguardo c’era qualcosa che era molto peggio dell’odio, qualcosa di più profondo e doloroso.

«È ora che lei si renda utile, Balistreri. È inguardabile. Vada a dormire, si faccia una doccia, la barba, una buona colazione domani mattina. Perché se la sua mente è nelle stesse condizioni del suo corpo la ragazza non ha speranza.»

Balistreri si alzò. Sulla porta Manfredi lo congedò senza strette di mano.

«Cerchi di salvare almeno questa ragazza, Balistreri. Più che la sua anima.» 



Romanzo d’esordio (edito da Marsilio) di Roberto Costantini, classe ’52, nato a Tripoli, ingegnere e consulente aziendale, un master conseguito a Stanford (California), oggi docente e dirigente della Luiss Guido Carli di Roma. Menzione speciale al premio Scerbanenco 2011, Tu sei il male rappresenta un caso editoriale che ha pochi precedenti in Italia; per l’età ed il curriculum dell’autore, per la lunghezza del romanzo, quasi 670 pagine, e primo di una trilogia annunciata con protagonista Michele Balistreri, per il successo immediato e quasi unanime di critica e pubblico e con i diritti cine-televisivi opzionati ancora prima dell’uscita. Un caso editoriale anche fuori dai confini nazionali, infatti i diritti di traduzione sono stati già venduti nei maggiori paesi europei.

L’immagine enigmatica, sgranata e bicolore che veste la prima di copertina, è il biglietto da visita di una storia che cattura il lettore fin dalle prime pagine.

La vicenda, ambientata a Roma e dintorni, copre un arco temporale piuttosto lungo, circa ventiquattro anni, dal 1982 al 2006, con le finali dei due mondiali di calcio a fare da cornice non secondaria. Due serate indimenticabili per lo sport italiano, due date fondamentali per lo sviluppo di una trama complessa che vede sulla scena una galleria ben assortita e ben caratterizzata di personaggi. Spietati vendicatori rumeni dal passato oscuro e con impulsi omicidi, baraccati rom, prostitute misteriose, avvocati e faccendieri senza scrupoli, poliziotti arroganti in odore di corruzione, cardinali ossequiosi ed omertosi, pokeristi professionisti, preti e suore in pellegrinaggio, angeliche e bigotte ragazze dalla doppia vita, figli incompresi, disadattati e palestrati, monarchici nostalgici con influenti amicizie nei piani alti del potere, gente per bene sconvolta dal dolore, giornaliste attraenti ed avventurose.

La prosa di Costantini è essenziale ma coinvolgente ed i temi messi in campo sono quanto mai attuali: la xenofobia, i campi rom, la corruzione, l’ambiguità ecclesiastica, la speculazione politica, la violenza, il ricatto, lo sciacallaggio giornalistico. Difficile distinguere il bene dal male, sembra proprio questa la dannazione del commissario Michele Balistreri, un poliziotto intelligente, nato in Libia, con un passato di estrema destra, militante in Ordine Nuovo, ammiratore di Mussolini e successivamente agente dei servizi segreti. Dopo anni ed anni di violenze, crimini e macabre incisioni, dopo anni di indagini ed estenuanti interrogatori, il commissario capisce che quella contro il male radicato nella città eterna è una lotta quasi impari, che la menzogna è la declinazione più diffusa del male e s’impadronisce anche delle persone migliori, che sotto una realtà ingessata nella finzione si può nascondere la più scomoda delle verità, il segreto più incoffessabile. La deriva a cui assiste il commissario è totale, coinvolge società civile ed istituzioni, indistintamente. Razzismo, poteri forti, politica e perbenismo tramano e si saldano silenziosamente nell’ombra. Tradimenti, menzogne, rimorsi ed antichi fantasmi mettono a durissima prova Balistreri che vacilla e cerca di sopravvivere come può, con il sostegno dell’affettuoso e sempre presente fratello maggiore Alberto, dei suoi due vice e facendo largo uso di antidepressivi e gastroprotettori. Il commissario uscirà stremato dal labirinto di menzogne in cui è precipitato. Raggiungere la verità a tale prezzo ne valeva la pena?

Un thriller costruito con abilità, che non abbandona mai il lettore e che si legge tutto d’un fiato malgrado la lunghezza. Una sforbiciata di un centinaio di pagine lo avrebbe probabilmente reso un capolavoro. Ma possiamo tranquillamente sorvolare, il risultato finale dell’opera è comunque sia sorprendente. Il ritmo incalzante e serrato della narrazione, l’efficacia del racconto, la suspanse, l’alternarsi dei colpi di scena e dei personaggi, gli argomenti trattati che sono uno spaccato a volte agghiacciante dei mali dell’Italia di ieri e di oggi, rendono oggettivamente Tu sei il male tra i migliori libri gialli usciti ultimamente in Italia. Da sottolineare infine la particolare bravura dell’autore nel descrivere la metamorfosi del protagonista Michele Balistreri; da giovane commissario di polizia raccomandato, cinico, arrogante, spericolato, arrivista e donnaiolo a quello malinconico, angosciato, solitario, riflessivo, più onesto e sofferente degli anni duemila. Un passaggio descritto con rara maestria in cui si ritroveranno, più o meno felicemente, molti lettori cinquantenni di oggi.

Un debutto importante e confortante per l’intera editoria italiana ed un nuovo commissario a cui siamo già più che affezionati.




27 Marzo 2012 alle 10:27 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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