Benvenuto e Buona Navigazione, sono le ore 10:31 di Mar 14 Mag 2024

Razzismo al contrario

di | in: Editoriali

di Emanuela De Siati

Torno a casa e accendo la t.v., ascolto per cinque minuti gli opinionisti di
professione, parenti di persone famose che dicono la loro su tutto, competenti
su niente, casualmente baciati dalla fortuna se questo è il loro modo di
guadagnarsi da vivere. La mia torta alle mele scompare lentamente mentre batto
i tasti del mio computer. Sono un po’ nervosa.
Girava una voce tempo fa, che gli Italiani non sono razzisti, che è gente che
accoglie. Ci rifletto su un attimo e inizio a scrivere.
Questo pomeriggio ho accompagnato un mio amico pakistano a vedere un
appartamento. Ha fatto telefonare me alla padrona di casa perché non capisce
bene l’italiano, ai voglia a dirgli che dovrebbe impararlo meglio… la signora al
telefono fa un attimo di pausa quando le dico che gli inquilini sarebbero
stranieri. “Di dove”? –Pakistani-rispondo. Silenzio. Pausa breve. Ripresa in
stile bolognese. “Per me non c’è nessun problema per il fatto che siano
Pakistani, ci sono italiani disonesti e stranieri disonesti”. “E già”-rispondo.
“Ma dai”- penso.
Quindi ci mettiamo d’accordo per l’appuntamento e dopo qualche giorno puntuali
siamo lì davanti l’appartamento. Io, Afsèd e altri due ragazzi. Vedo una
signora arrivare al portone, le chiedo : “ E’ lei la signora che affitta l’appartamento?”.
Lei ci guarda. Pausa di sospensione. Risponde: Eh… sì, beh sì,
sono io.”
Ci fa aspettare un quarto d’ora fuori. Poi ci richiama. Saliamo tutti a vedere
l’appartamento. Fa letteralmente schifo: sporco, scassato e senza mobili. Una
camera da letto e una cucina per 500 euro al mese. Lei precisa: non è
ammobiliato. I pakistani rispondono: non c’è problema, compriamo tutto noi. Lei
ribatte: ci sono sei caparre da versare in banca.
“Sei caparre?? “. Ci mettiamo tutti a ridere, i loro denti bianchi brillavano
nell’ombra di quella casa senza energia elettrica. Afsèd sorridendo dice:
“signora, io da dodici anni qua a Bologna, non ho mai sentito dodici caparre.”
La signora ribatte: “Ma forse scendiamo un po’ “.  Ripete che non ha nessun
problema con gli stranieri.
Afsèd ridendo mi dice: “Manu andiamo, signora buonasera e scusa”. “Scusa una
cippa”, penso dentro di me e aggiungo: “ Comunque signora la casa è messa
malissimo”.
Afsèd, una volta scesi dalla casa dei mostri, (mi era venuta in mente quella
che c’era sempre alle giostre quando c’erano le feste..), mi voleva offrire un
caffè..ma ho dovuto rifiutare. Non ero così calma come loro, forse si sono
abituati a vedere gli Italiani come della gente non disponibile, come della
gente che se è un tuo vicino di casa nemmeno lo conosci, nemmeno sa chi sei,
che se ti vede per strada svenuto manco si ferma. Questi siamo noi ai loro
occhi, della gente poco umana. Noi li vediamo semplicemente come musulmani, che
si sposano ingiustamente tre donne alla volta, che non rispettano la donna, che
sono troppo integralisti. Loro ci vedono come pazzi, chiusi nelle nostre case,
single, senza una famiglia che ci supporti in continuazione, con i nostri
fratelli lontani, con le nostre mamme chiuse in ospizi.

Afsèd, uno di noi

Ho vissuto tutta la distanza che un italiano possa fare sentire a uno
straniero dalla pelle scura. “ Siete evidentemente stranieri”, ha detto la
distinta signora bolognese quando li ha visti.
Allora io divento razzista al contrario, verso un occidente che più che
evolversi si è disumanizzato verso se stesso e verso gli altri, divento
razzista verso questa Italia del nord, padana, che vuole cacciare pakistani,
rumeni, marocchini,terroni  ma li fa lavorare a poco prezzo e gli affitta case
indecenti ai massimi affitti.
(La situazione non è poi tanto diversa per gli studenti che vengono dal sud).
 Divento razzista verso questa gente travestita da gente distinta, solo per i
loro giubbotti firmati, ma che è piena di un insopportabile arroganza,
ignoranza, e maleducazione. Divento razzista verso chi non ha nessun senso dell’
accoglienza, della benevolenza verso il suo prossimo.
Ogni pakistano usa chiamare fratello un altro pakistano che si avvicina a lui
e chiama zia se saluta una signora di età più avanzata. Ma Afsed mi racconta
che ormai tutto il mondo sta diventando uguale e arricchendosi si inizia a
fregarsene dell’altro.
Afsed e i suoi amici ridono quando mi dicono che noi in Italia crediamo che in
Pakistan vivano nelle baracche, ma loro mi raccontano che hanno case
grandissime e lì è tutto molto bello. Manca il lavoro, certo. Penso che da
meridionale mi sento molto vicina a loro e il fatto che siano musulmani non mi
fa sentire un extraterrestre come se parlassi a dei francesi( i nostri cugini,
ma quando mai??) o a dei tedeschi.
Questo Nord ha mangiato sul Sud del mondo, continua a farlo ogni giorno
colonizzandolo in ogni maniera, senza etica, senza moralità, senza una cultura
che apporti benessere per tutti. I paesi europei, piccoli come mosche, (Come il
Belgio..), hanno seminato odio e morte ovunque in paesi vastissimi, come le
stragi in Africa, paese sul quale si mangia e si è mangiato sempre. Questi
maledetti paesi colonizzatori continuano indisturbati a mangiare a succhiare
tutto quello che possono, per mantenere il loro stile di vita. Noi Italiani
abbiamo sempre cercato di imitarli, goffamente, forse a Nord questa imitazione
è riuscita bene. Un po’ di meno al sud, ricco di cultura secolare, di invasioni
positive (gli arabi), dove l’umanità di cui parlavo prima c’è, esiste, ma che
forse tende a sparire ogni giorno come in Pakistan.
Sono ‘gli ultimi’ di questa terra quelli di cui abbiamo bisogno. Necessitiamo
delle nostre badanti rumene, moldave, messicane, filippine,perché non abbiamo
figli che si occupano di noi. Non sappiamo fare nemmeno più una pizza in casa e
chiamiamo i pakistani che vanno avanti e indietro dalle loro pizzerie a
qualunque temperatura dell’anno. Abbiamo bisogno delle braccia dei neri d’
Africa per lavorare i nostri campi di pomodori, abbiamo bisogno ancora di
braccia per le nostre fabbriche sparse nell’Est europeo, dei loro ragazzi in
India nei call center. Tutti sottopagatissimi.
Abbiamo bisogno di loro. Benetton made in China, Vietnam, Zara, Upim, tutte le
aziende italiane, come farete senza di loro? E li volete mandare via? Città
universitarie come farete senza i meridionali e tutti gli stranieri ad
affittare le vostre case fatiscenti e ad avere uno stipendione al mese senza
lavorare un minuto? Come farete le vostre vacanze, come passerete il vostro
tempo libero? Come riuscirete a mantenere il vostro tenore di vita, incapaci,
zoticoni, inconcludenti benestanti?
Io vi odio e vi disprezzo e se potessi vi manderei tutti via.




25 Novembre 2010 alle 1:03 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

Ricerca personalizzata