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La biologia UniCam sulla “Proceedings of the National Academy of Sciences of the USA”

di | in: Primo Piano

P_Luporini

Uno studio di Biologi di Unicam ha scoperto microrganismi non batterici  geneticamente identici nei mari antartico e artico

 

Camerino, 17 febbraio 2011 – Ancora un importante successo per la ricerca di Unicam. Sono stati appena pubblicati sulla prestigiosa rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences of the USA” i risultati di una ricerca condotta in collaborazione tra il laboratorio di Microbiologia eucariotica e Biologia animale della Scuola di Scienze Ambientali di Unicam guidato dal prof. Pierangelo Luporini e i laboratori del Prof. Fernando Dini dell’Università di Pisa e del Prof. Kurt Wüthrich (premio Nobel per la Chimica nel 2002) del Politecnico Federale (ETH) di Zurigo.

Come ha messo in risalto anche il settimanale scientifico americano “The Scientist”, questa ricerca ha per la prima volta dimostrato su basi genetiche e molecolari che la microfauna (il plancton) che popola i mari polari contiene specie che possono essere ugualmente rappresentate sia da popolazioni artiche, che da popolazioni antartiche.

 

PNAS

Questa dimostrazione riveste una notevole importanza a livello ambientale, bio-geografico e ecologico. Contrariamente all’idea comune che i mari caldi delle aree equatoriali costituiscano una barriera ecologica insormontabile alla diffusione della vita tra i mari dell’Artico e dell’Antartide, è stato evidenziato come i microrganismi adattati alle basse temperature polari possano diffondersi a livello globale. Per migrare tra i due Poli, questi organismi psicrofili (cioè, amanti del freddo) possono infatti sfruttare le correnti delle profondità oceaniche la cui temperatura non supera mai 4-5 gradi, ed è quindi vicina alla temperatura di -2 gradi che caratterizza i mari polari.


“Siamo davvero molto soddisfatti – afferma il prof. Luporini – per aver conseguito questi importanti risultati. Per vari anni abbiamo raccolto da varie località costiere antartiche e artiche numerosi ceppi selvatici di microrganismi (protozoi ciliati in particolare) che, allevati pazientemente in laboratorio in celle frigorifere, hanno poi costituito il materiale su cui è stata condotta tutta la sperimentazione. Siamo stati inoltre molto onorati e fortunati  per aver potuto coinvolgere in questa sperimentazione anche il prof. Kurt Wüthrich,  con il quale collaboriamo ormai da quasi venti anni e che è stato in visita alla nostra Università anche in occasione dell’inaugurazione della nuova sede dell’ex-Dipartimento di Biologia.”


“Grazie alla preziosa collaborazione del prof. Wüthrich – prosegue il prof. Luporini –abbiamo potuto dimostrare che i segnali chimici che vengono spontaneamente diffusi  nell’ambiente marino dai microrganismi che abbiamo studiato hanno la stessa struttura e attività biologica indipendentemente dalla loro provenienza da popolazioni antartiche o artiche. Queste popolazioni, anche se tra loro non sono a diretto contatto fisico, possono così mantenere una continua ed efficiente comunicazione chimica che ne permette il riconoscimento intercellulare al momento dell’espletarsi dei fenomeni sessuali finalizzati alla scambio genetico e alla fecondazione”.


Il lavoro di ricerca, e in particolare le campagne di raccolta del materiale di studio sono state rese possibili grazie al finanziamento da parte del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nell’ambito del “Programma Nazionale di Ricerche in Antartide”, nel quale il prof. Luporini per vari anni ha svolto anche funzioni di coordinatore del comitato scientifico del settore Biologia e Medicina.




17 Febbraio 2011 alle 23:04 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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