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Cisl: “Riprendiamoci la nostra Sanità

di | in: Cronaca e Attualità

Cisl

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La situazione della sanità dell’Area Vasta 5, alla luce della nuova legge regionale 17/2011, non può essere letta se non in modo integrato tra Ascoli e San Benedetto. Che la

questione del sottodimensionamento della dotazione del personale fosse la vera

emergenza del sud delle Marche, la CISL FP lo sta denunciando da circa due anni in vari

modi. I più accorti non dimenticheranno il Convegno organizzato con l’Unione Territoriale

ed i Pensionati CISL all’Auditorium del Comune di San Benedetto al quale sono

intervenuti l’Assessore Mezzolani, il Direttore del Dipartimento Salute Ruta e molti politici

del territorio, in primis l’attuale Sindaco. In quell’occasione la CISL ha fatto un quadro

preciso della situazione della sanità di Ascoli e San Benedetto, mettendo però in evidenza

che anche la politica locale era stata nel tempo ondivaga e non sempre coerente,

passando da affermazioni a mezzo stampa o TV di forte aggressività nei confronti della

Regione a toni quasi melliflui – a ridosso delle elezioni amministrative – dichiarando, per

esempio, che l’Ospedale di San Benedetto sarebbe diventato “ la perla delle Marche”.

I numeri che riguardano soprattutto il personale sanitario ma anche tecnico ed

amministrativo sono impietosi e mostrano come al Sud della nostra Regione gli

investimenti in risorse umane e tecnologiche sono stati nel tempo inferiori che altrove.

Prevale il precariato e l’instabilità. Se questa tendenza non si modificherà a breve, in

attesa di riorganizzare l’intera Area Vasta 5 mettendo in sinergia i reparti e gli Uffici, si

rischiano delle clamorose chiusure. Qualora i tempi determinati in scadenza a fine anno

non si rinnoveranno, alcuni reparti chiuderanno. Il problema però è che di tutto questo, la

politica locale ne discute molto sul posto, quindi a San Benedetto o ad Ascoli, ma poco ad

Ancona. E’ proprio ad Ancona, in assessorato ed in ASUR invece, che bisognerebbe

concentrare lagnanze e improperi. In Regione, la CISL attraverso la sua rappresentanza,

sta puntando i piedi per cercare di evitare il peggio. Con il disastroso accentramento

amministrativo e decisionale, provocato dall’errore più grande che la politica regionale

abbia compiuto dal 2003 ad oggi, cioè inventarsi l’ASUR, estromettendo di fatto i territori, i

Sindaci e le rappresentanze indigene dalle decisioni che cadono sulla testa dei cittadini, si

è compiuto un passo che ha delegittimato il confronto locale per privilegiare i temi

ragionieristici ed economici di burocrati e tecnici.

La CISL FP insieme alla Confederazione e ai Pensionati ha più volte fornito numeri e

proposte per far capire il perché la sanità di San Benedetto ed Ascoli è sempre più in

affanno; ora tocca a tutti, cittadini ed operatori, saper capire e mettere in atto delle forme

più credibili ed energiche di pressione, non solo sul posto ma ad Ancona. Non basta e non

serve lo sfogo del politico di turno per accaparrarsi il consenso elettorale né lo sbraitare

del solo Sindacato ogni tanto. Serve costruire una nuova coscienza popolare,

convogliando il malumore, che così non si può più andare avanti, che i servizi di cui

fruiscono i sanbenedettesi o gli ascolano devono essere i medesimi, in quantità e qualità,

di quelli di Macerata, Ancona e Pesaro e che non serve gettare fumo negli occhi ai

cittadini promettendo fantasiose nuove Aziende Ospedaliere che isolerebbero tutti i servizi

territoriali e distrettuali in favore dell’ospedale.

Serve invece una reazione composta ma ferma di tutta la società civile, la politica, le

associazioni e le parti sociali per una presenza continuata e stabile davanti alle stanze dei

bottoni; proprio lì dove i ragionieri ed i burocrati, senza avere le competenze né di nursing

( scienza dell’assistenza) né di organizzazione, si arrogano giornalmente il diritto di

decidere, spesso in modo sbagliato, sulla salute dei cittadini del sud delle Marche,

bypassando professionisti ed operatori.

La CISL ha mezzi, strumenti, energie per organizzare una vera mobilitazione, non

contraddistinta da alcuna bandiera di partito o d’interesse di poltrona, che però ha bisogno

di un risveglio della gente comune e di un’assunzione di responsabilità generale e

collettiva che non scarichi più la propria rabbia sul primo operatore che trova davanti allo

sportello o nell’infermeria del reparto quando non riceve risposte accettabili ma si mobiliti

civilmente e con dignità per cambiare realmente le cose che non vanno.

Questo è il momento propizio per cambiare strategia e per far capire a chi è sordo, che i

cittadini ed i lavoratori dell’Area Vasta 5 ci sono e sono arrabbiati. La proposta del nuovo

Piano Sanitario Regionale è in discussione in commissione. Non possiamo delegare

totalmente poche decine di consiglieri ed assessori ad assumere le decisioni i cui effetti

ricadranno sul futuro di centinaia di migliaia di cittadini e disegneranno come saranno i

servizi sociosanitari nel prossimo futuro.

Per ovviare a questo, la CISL territoriale insieme alla categoria del Pubblico Impiego e ai

Pensionati, avanzerà proposte di iniziative concrete, aperte alla cittadinanza e ai

lavoratori, che guarderanno verso Ancona.

I Segretari Generali

Alfonso Cifani ( UST CISL Ascoli -Fermo)

Giuseppe Donati ( CISL FP Ascoli –Fermo)

Giulio Grazioli ( FNP CISL Ascoli – Fermo)




29 Ottobre 2011 alle 20:06 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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