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Il dibattito interno al PD prefigura opzioni diverse sulla politica delle alleanze per probabili posizionamenti personalistici

di | in: Cronaca e Attualità

Alleanza per l’Italia

di Domenico Fanini

 

Ascoli Piceno, lì 25 ottobre 2011 – Un noto proverbio recita: “Tra moglie e marito non mettere mai il dito”, ma il dibattito quasi quotidiano degli ultimi tempi, o per meglio dire la polemica non tanto velata interna al Partito Democratico, sia a livello regionale che provinciale, quasi degli uni contro gli altri,  mi induce ad esprimere qualche valutazione sul tema. Al di là delle questioni apparentemente di merito sulla inconfutabile debolezza strutturale del territorio piceno e sulle politiche regionali tese al sostegno delle sue gravi condizioni socio-economiche (sanità, infrastrutture materiali ed immateriali,trasporti, turismo ecc…), più o meno condivisibili, non dimenticando ovviamente la politica dei tagli ai trasferimenti del Governo Nazionale, il dibattito stesso prefigura chiaramente, a vista degli addetti ai lavori, diverse opzioni sulle alleanze politiche per i prossimi appuntamenti elettorali (Regione, Provincia, Comune Capoluogo), che fanno il paio con i posizionamenti e le aspettative personali dei vari contendenti in campo.

Lungi da me la volontà di entrare nella querelle, mi premuro solo di esprimere qualche considerazione politica, affinché “ chi deve intendere, intenda”!!!

Questo se non altro perché insieme al mio seppur piccolo Partito, Alleanza per l’Italia, in fase di strutturazione su tutto il territorio nazionale con l’apertura della fase congressuale e prossimo alla costituzione del Terzo Polo con UdC, FLi ed Mpa, consideriamo le esperienze sin qui maturate nel contesto politico ed amministrativo regionale e locale, sicuramente importanti, ma non esclusive e preordinate, tanto da orientare il gruppo dirigente e con esso l’elettorato per i prossimi appuntamenti elettorali.

In proposito, riconfermato in primis che  le alleanze politiche, per nostra storica e culturale convinzione, vengono eventualmente dopo la definizione dei programmi e la convergenza sulle cose da fare per il benessere collettivo, vorremmo capire se il tanto propagandato schema di alleanza politica del cosiddetto Laboratorio Marche possa sopravvivere a livello regionale, viste anche le recenti turbolenze di posizionamento dei Presidenti della Giunta e del Consiglio, e soprattutto se esso possa rendere omogeneo il quadro politico regionale coprendo anche la nostra realtà locale.

Ciò, sia chiaro, potrà eventualmente avvenire solo se ci sarà la definitiva  capacità del PD di sciogliere l’atavico nodo tra riformismo ed antagonismo, tra chi propende cioè per l’esclusione nella eventuale alleanza del centro moderato e chi invece ne valorizza il suo riformismo concertandone anche la sua leadership.

Questo chiarimento si rende ancor più urgente e necessario in una fase in cui, quale quella attuale

della preconizzata fine del berlusconismo e dell’uscita di scena dalla politica del suo leader, tutti i moderati, i laici cristiani ed i popolari potrebbero auspicabilmente riposizionarsi in un nuovo soggetto politico di riferimento europeo.




25 Ottobre 2011 alle 22:51 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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