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dall’OdG Marche

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Ordine dei Giornalisti delle Marche

La fabbrica di benzina

 

Un documentario di Stefano Ferro (Scuola di giornalismo di Urbino) selezionato per il Festival internazionale del cinema di Milano. La proiezione venerdì (25 novembre)


La chiusura della raffineria Tamoil di Cremona arriva al Festival internazionale del cinema di Milano “FilmMakerFest” con la proiezione de “La fabbrica di benzina”, primo documentario del regista Stefano Conca Bonizzoni, 29 anni, e del giornalista Daniele Ferro, 27 anni, formatosi alla Scuola di giornalismo di Urbino. Il film racconta in 52 minuti la lotta dei circa 500 lavoratori della raffineria tra dipendenti e indotto cominciata nel novembre 2010, quando la Tamoil Italia (società controllata dal Governo libico del colonnello Gheddafi tramite la multinazionale Oilinvest) comunica ai Sindacati con una nota di undici righe la decisione di fermare l’attività dello stabilimento cremonese, attivo dal 1953. I sindacati proclamano decine di ore di sciopero e con manifestazioni a Milano e a Cremona i lavoratori chiedono all’azienda di ritirare il piano.


La vertenza arriva a Roma, in Parlamento e al Ministero dello sviluppo economico. Dopo vari incontri tra Azienda, Sindacati e Istituzioni, la Tamoil propone un’alternativa: la conversione della raffineria in deposito di carburanti e un sostanzioso sostegno economico a coloro che rimarranno senza occupazione (il deposito darebbe lavoro a poche decine di operai).


Le trattative durano mesi e causano scontri in assemblea tra i rappresentanti sindacali e i lavoratori. Nonostante le parole pronunciate a inizio 2010 dal Presidente dell’Unione petrolifera Pasquale De Vita (“Negli ultimi anni la raffinazione ha perso 15 milioni di tonnellate su 85-90 milioni. Se verrà applicato il sistema europeo del 20-20-20 si rischia che 4 o 5 raffinerie italiane risulterebbero di troppo”), gli operai non comprendono perché debba chiudere la raffineria di una società con una quota di mercato in Italia di quasi l’8%, con oltre 2mila impianti di distribuzione e un fatturato di 4,5 miliardi di euro nel 2009.


Ma attorno allo stabilimento cremonese altre vicende si intersecano a quella occupazionale. Sotto la raffineria, che dista meno di due chilometri dal centro della città e si trova a pochi metri da diverse società canottieri lungo le rive del Po, il terreno è inquinato da idrocarburi fino a 60 metri di profondità. La Procura di Cremona indaga dal 2007 su ipotesi di reato ambientale: vasche e fusti vengono sequestrate, un serbatoio esplode, idrocarburi sono sversati in Po, la società canottieri “Bissolati” chiude alcuni giorni per rischio esplosioni causate dai gas di idrocarburi che si alzano dal sottosuolo. A conclusione delle indagini, la Procura cremonese accusa alcuni dirigenti della Tamoil di avvelenamento delle acque, disastro colposo, emissione di sostanze tossiche e altri reati.


Da febbraio 2011 i lavoratori della raffineria di Cremona, città di 70mila abitanti nel mezzo della pianura padana, vivono la propria crisi occupazionale in un contesto di crisi internazionale umanitaria: il popolo libico vuole la libertà e chiede al dittatore Gheddafi di lasciare il potere. Scoppia la guerra civile, e mentre in Libia i proprietari della raffineria reprimono con la violenza le manifestazioni popolari, gli operai della raffineria Tamoil discutono l’accordo raggiunto tra l’Azienda e i Sindacati sulla dismissione dello stabilimento…

 

Note degli autori


“Ne La fabbrica di benzina – dice Stefano Conca Bonizzoni – una vicenda locale e complessa  come la chiusura della raffineria della famiglia Gheddafi diventa il pretesto per raccontare una storia contemporanea. Una generazione di operai italiani, e quindi la forza lavoro di un tessuto industriale decadente, cerca di tenere in vita un’attività produttiva indispensabile per l’occupazione a Cremona. Allo stesso tempo la raffineria è motivo di preoccupazione per l’ambiente e per la salute dei cittadini: questo contrasto – spiega Conca Bonizzoni – viene messo in scena giustapponendo i momenti più significativi dei giorni di lotta degli operai, abbandonando la cronaca e utilizzando il linguaggio cinematografico”. 

Nel documentario – aggiunge Daniele Ferro – il caso Tamoil diventa il simbolo di problemi che ricorrono in altre parti d’Italia: l’inerzia delle istituzioni, l’inquinamento causato dalle attività produttive e il conflitto tra tutela del lavoro e protezione dell’ambiente, la divisione tra lavoratori e sindacati, la politica che agisce a seconda delle convenienze elettorali. La complessità della vicenda ci ha imposto di lavorare come giornalisti d’inchiesta in una fase iniziale, studiando i rapporti dell’Arpa e intervistando i rappresentanti istituzionali, ma poi – prosegue Ferro – forti di una preparazione su tutte le tematiche intrinseche alla questione, abbiamo deciso di realizzare un vero e proprio documentario, che fosse accessibile a un grande pubblico e che trattasse l’argomento in modo obiettivo. Peccato che nonostante diverse richieste, la Tamoil non abbia voluto darci il proprio punto di vista sulla vicenda. Credo che l’originalità di questo lavoro, nella fase di produzione, consista nel continuo confronto tra due professionisti, un regista e un giornalista che hanno voluto unire le proprie diverse competenze”.

Nonostante le difficoltà economiche di un film autoprodotto – conclude Conca Bonizzoni – abbiamo realizzato un documentario nella convinzione che in quei mesi stesse cambiando qualcosa per Cremona e per la raffinazione in Italia, e che se non l’avessimo raccontato avremmo perso un pezzo della nostra storia”.

Contatti:


Il trailer del documentario è on line all’indirizzo http://vimeo.com/32262663
La pagina Facebook dell’evento https://www.facebook.com/event.php?eid=294059373950351

Stefano Conca Bonizzoni, 393.6621293 – sebastianolacuenca@hotmail.it

Daniele Ferro, 338.4434112 – ferro.giornalismo@libero.it


Biografie degli autori:


Daniele Ferro, giornalista professionista da dicembre 2010, è nato a Voghera (Pv) nel 1984. Dopo la laurea triennale in Comunicazione interculturale e multimediale all’Università di Pavia e la laurea specialistica in Innovazione e sviluppo alla “Sapienza” di Roma, frequenta l’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino nel biennio 2008/10 e pubblica come lavoro di fine corso un’inchiesta sui rom di Milano: “Zingari: abitanti senza quartiere”

www.uniurb.it/giornalismo/lavori2010/Ferro/index.htm

Ha collaborato con il settimanale Carta e il quotidiano on line Linkiesta. È collaboratore a contratto del quotidiano La Provincia pavese.


Stefano Conca Bonizzoni è nato a Cremona nel 1982. Si laurea nel 2007 in Comunicazione interculturale e multimediale all’Università di Pavia. Per tre anni lavora come operatore di ripresa per Sky Italia e collabora a varie produzioni televisive. Nel 2010 segue all’Istituto europeo di Design il master “Filmmaker – Il documentario come sguardo”. Tra il 2010 e il 2011 dirige il suo primo documentario, “La fabbrica di benzina” (52’). Nel 2011 è ammesso al corso di specializzazione in regia cinematografica “Fare Cinema” e partecipa al film collettivo “Milano 55,1 – Cronaca di una settimana di passioni”. Nel giugno 2011 parte per l’Uganda e girare il cortometraggio “The Vision Masaka’s agriculture project” per promuovere un progetto di finanza agricola sostenuto dalla Onlus “Stupende hai le mani”.




21 Novembre 2011 alle 23:10 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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