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Sanità, il Piano truffa e la sua storia

di | in: Cronaca e Attualità, Oblò: Spunti, Appunti e Contrappunti

Giancarlo D’Anna

ANCONA – Il Piano Socio Sanitario, quello che sta stravolgendo la Sanità, è stato votato dal Consiglio Regionale con tre anni di ritardo. Se da una parte si può e si deve contestare ed evidenziare la lunghezza dei tempi ,dall’altra non si può negare che tre anni in più potevano consentire, a chi l’avesse voluto , “d’ imparalo a memoria” e quindi conoscerne vizi e virtù. Facendo parte della commissione Sanità e a quel tempo del Pdl, ho più volte chiesto nel direttivo regionale del partito di aprire un dibattito interno per analizzare quanto è stato sempre scritto il quel Piano e cioè:la riduzione dei posti letto per acuti, la concentrazione degli acuti pressoché in un’unica struttura (in provincia di Pesaro-Urbino nell’azienda Marche Nord-Ospedale Unico) e la trasformazione dei piccoli ospedali in lungodegenza-riabilitazione. Quel dibattito, più volte richiesto, non c’è mai stato. Non solo da parte dei vertici regionali dl Pdl c’è sempre stata una condivisione della strategia di Spacca che è orientata, come più volte è apparso anche sulla stampa, ad un ospedale per provincia. Tale teoria fu condivisa ed avvallata dall’allora ministro della Sanità del governo Berlusconi, Fazio, durante un incontro a Roma con parlamentari e consiglieri regionali delle Marche. In quella sede riportai le mie preoccupazioni sulle scelte del centrosinistra delle Marche in campo sanitario. Scelte che improntate su un’unico ospedale in provincia di PU “per il livello minimo di assistenza di cura su Area Vasta”, avrebbero portato alla trasformazione dei piccoli ospedali in lungodegenza e riabilitazione. La risposta fu lapidaria, “dovete andare d’accordo col centrosinistra su questa necessaria strategia”.Evidenziai la crescente “rivolta” della gente e il madornale errore di spostare sulla costa anche i servizi sanitari. Lettera morta. Tornati da Roma ho continuato , da una parte a denunciare quanto stava accadendo, dall’altra ho presentato una lunga serie di emendamenti al Piano Sanitario, in commissione e successivamente in Consiglio Regionale, per cercare di bloccare o quantomeno ridimensionare lo svuotamento dei nostri ospedali, dall’altra, anche attraverso ben due manifestazioni a difesa del Santa Croce di Fano e degli ospedali delle Vallate del Cesano e del Metauro l’opera di sensibilizzazione e di denuncia su quanto stava accadendo . Quelle iniziative vennero”bollate” da esponenti del mio ex partito come “personali” e attuate solo per visibilità personale. Quando finalmente il Direttivo Provinciale del Pdl di PU decise di affrontare, sull’onda del crescente malumore dei cittadini, la questione dell’Ospedale Unico, che è l’asse portante della strategia che coinvolge e condiziona tutte le strutture ospedaliere provinciali ,lo fece accuratamente il giorno nel quale non potevo essere presente.

Oggi, a Piano Socio Sanitario approvato, assistiamo a tardivi interventi a difesa di questa o di quella struttura arrivando a difendere la scelta dell’Ospedale Unico sulla costa e gli ospedali minori nell’entroterra evitando accuratamente di dire come stanno le cose. L’Ospedale Unico(Azienda Marche Nord) nasce per trasformare gli ospedali minori in lungodegenza in quanto è “l’unica struttura prevista per la copertura del fabbisogno di cura e assistenza su Area Vasta”. La cosa assurda è che il tutto nasce dall’approvazione della legge che creava l’Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord (l’incorporazione di Fano nell’azienda preesistente il San Salvatore di Pesaro) quella legge che ha aperto la strada alle attuali scellerate situazioni venne approvata con il solo voto contrario del sottoscritto e di un esponente dei comunisti italiani. Tutto il Pdl uscì dall’aula, avvallando di fatto quella scelta, ma anche fuori dall’aula non si udì una parola contro quelle strategie che ci hanno portato oggi a vivere la più grave e penalizzante situazione per la sanità in provincia di Pesaro-Urbino. Nel caos anche mediatico di informazioni e disinformazioni nascono oggi paladini, della sanità diffusa, dell’ultima ora dalle ceneri di taciti consenzienti delle strategie del passato.

Giancarlo D’Anna

Vice Presidente Commissione Sanità




30 Maggio 2012 alle 23:09 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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