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il momento della firma

08 giu 2012
IL MUSEO DELL’EMIGRAZIONE MARCHIGIANA NEL MONDO A RECANATI, FIRMATA OGGI LA CONVENZIONE TRA COMUNE E REGIONE.

Via libera al Museo dell’Emigrazione Marchigiana nel mondo. Questa mattina, a Recanati, a Villa Colloredo Mels, sede dei Musei civici, che ospiterà anche la nuova struttura museale, è stata firmata la convenzione tra la Regione e il Comune di Recanati. A sottoscrivere il documento, che consente l’avvio ufficiale del progetto, l’assessore regionale all’Emigrazione, Luca Marconi e il sindaco Francesco Fiordomo. Presente alla firma, l’assessore alla Cultura del Comune di Recanati, Andrea Marinelli e il presidente del Consiglio dei Marchigiani all’estero, Emilio Berionni. “Quando i nostri nonni erano extracomunitari” è il sottotitolo che accompagnerà il nuovo museo e che è stato voluto dall’assessore Marconi, “perché – ha detto – è importante far conoscere, specialmente alle giovani generazioni, che il destino di tanti migranti che arrivano nel nostro Paese per cercare condizioni di vita migliore è lo stesso che ha accompagnato i nostri antenati nel secolo scorso. Prendere coscienza di questo significa prendere coscienza della nostra storia e della nostra identità”. La scelta sulla città di Recanati, da parte della Giunta regionale, è arrivata dopo un attento esame delle proposte presentate, sia sotto l’aspetto tecnico che logistico, e dopo aver effettuato specifici sopralluoghi. La proposta ha ottenuto il parere favorevole della competente Commissione consiliare. “Tra i requisiti richiesti per l’allestimento del museo – ha spiegato Marconi – la presenza di una sede dotata di servizi e personale adeguato, che potesse provvedere alla gestione del museo senza alcun onere, presente e futuro, a carico dell’amministrazione regionale, facendosi carico, con il coordinamento regionale, di tutte le incombenze per la costituzione, l’allestimento, la cura e il mantenimento, nonché la valorizzazione e la promozione del museo stesso”. Villa Colloredo Mels ospita già i Musei Civici cittadini ed è per questo dotata di personale qualificato e sufficiente ad assicurare la corretta gestione dei servizi e delle attività programmate. “Con i suoi 200 mq disponibili – ha continuato Marconi – è la sede ideale per accogliere subito e in maniera permanente il Museo dell’Emigrazione Marchigiana senza bisogno di interventi di manutenzione o ristrutturazione e relativi costi”. “Il Comune di Recanati – ha ribadito il sindaco Fiordomo – sensibile al processo dell’emigrazione recanatese nel mondo, da diversi anni sta allestendo esposizioni permanenti e temporanee sul fenomeno migratorio, quali il Museo d’Arte contemporanea e dei pittori dell’emigrazione. Vivi sono poi i contatti e i legami con gli emigrati. La città di Recanati rientra infine in un circuito turistico internazionale già consolidato e pertanto la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio culturale dell’emigrazione marchigiana avrebbe il giusto riconoscimento con un grande afflusso di turisti”. Scopo del museo è infatti quello di riconoscere, conservare e diffondere l’alto valore storico, culturale, sociale, rappresentato dall’emigrazione marchigiana nel mondo soprattutto nei confronti delle nuove generazioni. Per questo il progetto Memorie dell’emigrazione, di cui il museo è l’espressione, rientra nell’Accordo di Programma Quadro “Giovani. Ri-cercatori di senso” e prevede uno stanziamento complessivo di € 100.000,00, tutti di erogazione statale. La convenzione sottoscritta dalla Regione e dal Comune di Recanati stabilirà il rapporto di collaborazione tra i due enti. In particolare, la Regione avrà il compito di coordinare le diverse attività, mentre il Comune di Recanati dovrà provvedere, oltre alla sede, anche alla promozione di iniziative didattiche ed educative, alla definizione della raccolta e delle ricerche relative al patrimonio da conservare e ogni altro materiale rilevante ai fini espositivi, con il concorso delle associazioni dei marchigiani all’estero e in Italia, delle Province e di altri soggetti pubblici e privati. Il Comune di Recanati coordinerà la raccolta di tutto il materiale documentario anche attraverso la costituzione di un Centro documentale sulla storia dell’emigrazione marchigiana nel mondo, promuoverà l’incremento delle raccolte e ne curerà la conservazione, garantendo la loro salvaguardia e la loro sicurezza.


MISSIONE IN CINA PER LA PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE DEL VINO MARCHIGIANO.

Promozione e valorizzazione del vino marchigiano in uno dei mercati mondiali più promettenti per le produzioni enologiche italiane. Era l’obiettivo della missione istituzionale in Cina, guidata dal vice presidente della Regione, Paolo Petrini, che si è appena conclusa, con la partecipazione di una rappresentativa delegazione di produttori delle Marche. Dieci giorni di incontri che hanno toccato quattro città cinesi: Pechino, Jinan, Changsha e Dalian. Giornate intense, nel corso della quali si sono avuti confronti con le autorità e con gli operatori professionali locali, iniziate con una presentazione presso l’Ambasciata d’Italia a Pechino. Tra i momenti più significativi, va ricordata la firma di un accordo di collaborazione con la Camera di commercio agroalimentare cinese per lo sviluppo degli scambi nel settore enologico. “Le aziende marchigiane del settore vinicolo – evidenzia Petrini – hanno avuto la possibilità di partecipare a un importante evento internazionale, in una realtà in forte espansione, con la quale la Regione Marche ha stabilito una stretta collaborazione in campo economico e culturale. I nostri produttori non possono trascurare un mercato complesso, come quello cinese, dove però il consumo del vino aumenterà, secondo le previsioni, di oltre il 50 per cento nei prossimi tre anni. Una crescita che andrà di pari passo con la ricerca di un prodotto di maggiore qualità. I nostri vini, come è stato constatato in questi giorni e come testimoniato dagli importatori coinvolti, soddisfano le esigenze dei consumatori cinesi. Se ben sostenuti da una mirata attività promozionale, avranno la possibilità di segnalarsi con maggiore successo. Per questo è importante che istituzioni e aziende operino in stretto contatto e in piena sintonia”. Petrini evidenzia anche come siano state proprio “le solide relazioni che legano la Regione Marche con la Cina ad aver favorito la preziosa collaborazione accordataci dalle istituzioni cinesi, che ci hanno permesso di avere, in queste giornate, non incontri casuali, come spesso avviene in una fiera, ma momenti di relazione e di scambio fortemente mirati e concreti”. Le diverse tappe della missione hanno favorito la sottoscrizione di accordi tra aziende marchigiane e importatori cinesi. Di rilievo anche la visita alla Wine Association di Jinan: la principale struttura di ricerca e promozione dei vini della provincia dello Chandong. Dall’incontro con il suo direttore è emersa la volontà di avviare una collaborazione per approfondire gli aspetti della ricerca e sperimentazione vitivinicola nella provincia, la promozione dei vini delle Marche, la formazione di sommelier locali da parte di esperti marchigiani.

Il presidente Spacca al XII Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio di Brindisi: “Più forza al disegno infrastrutturale dell’area grazie alla Macroregione, a partire dal prolungamento del corridoio baltico-adriatico in questi giorni a.

Un nuovo disegno infrastrutturale per un ritrovato protagonismo del Mediterraneo, dell’Adriatico e dello Ionio. Tassello fondamentale di questo disegno è il corridoio baltico-adriatico il cui prolungamento fino ad Ancona si sta decidendo in questi giorni in Europa. Questa una delle ricadute più concrete della strategia macroregionale adriatico-ionica di cui si è parlato oggi a Brindisi al XII Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio, presenti tra gli altri il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, la presidente del Comitato delle Regioni d’Europa Mercedes Bresso, il presidente di Unioncamere nazionale Ferruccio Dardanello, la presidente del Forum delle Camere di Commercio Jadranka Radovanic. “Cinque anni fa – ha detto Spacca nel suo intervento – il disegno delle reti infrastrutturali transeuropee riguardava quasi esclusivamente il nord-est del continente, con una forte concentrazione di collegamenti tra la Germania e la Russia. Tutti gli investimenti erano indirizzati in quel quadrante. Oggi la rete Ten-T è profondamente cambiata: c’è la riaffermazione del ruolo dell’Europa centrale in un processo di maggiore integrazione e soprattutto del ruolo del Mediterraneo. Nuovi corridoi si rafforzano e tra questi c’è quello baltico-adriatico”. E’ il Corridoio 5, per il cui prolungamento, ha ricordato Spacca, sta risultando decisiva la battaglia delle Regioni adriatiche. “Una battaglia che ha dato i suoi frutti – ha detto – Inizialmente il corridoio doveva collegare Helnsinki a Vienna, poi a Trieste e successivamente a Ravenna. Oggi siamo impegnati ad ottenere il prolungamento fino ad Ancona, ma questo non ci basta. E’ necessario che, proprio in una logica di integrazione e di protagonismo dell’Adriatico, questa infrastruttura arrivi fino a Bari”. Spacca ha citato lo sviluppo delle infrastrutture quale effetto concreto della strategia per la Macroregione adriatico-ionica, che sarà sancita nel 2014, anno in cui l’Italia avrà la presidenza della Ue, con la sua costituzione formale. “La politica marittima integrata – ha aggiunto il presidente – è inoltre un settore concreto su cui dobbiamo investire per far convergere su di essa i fondi transfrontalieri, rendendoli coerenti con la strategia macroregionale”. Di grande supporto alla strategia l’azione dal basso che, ha detto Spacca, si fa sempre più forte nelle comunità adriatiche e ioniche. “E’ il caso delle Camere di Commercio dell’area – ha sottolineato – che portano a sostegno del progetto un milione e 300mila imprese. Grande supporto viene anche dalle città, dalle Università, dalle Regioni. Un’azione che si unisce a quella dell’Europa e del Governo italiano che con il presidente Berlusconi prima, con il ministro degli Esteri Terzi e il sottosegretario Dassù oggi, crede con grande determinazione nella Macroregione”.


COMUNI RICICLONI, LUNEDI’ MATTINA IN REGIONE IL PREMIO ALLA VIRTUOSITÀ AMBIENTALE.

Si svolge lunedì 11 giugno alle ore 10 (a Palazzo Li Madou della sede regionale), in collaborazione con Legambiente, la tradizionale cerimonia di premiazione ‘Comuni Ricicloni’, il premio alla virtuosità ambientale di quei Comuni che hanno superato nel 2011 l’obiettivo di raccolta differenziata di rifiuti urbani stabilito dalla legge. Sono ben 58, disseminati sul territorio, ad aver conseguito questo importante risultato superando il 60% di raccolta differenziata. “E’ l’occasione migliore – commenta l’assessore all’Ambiente, Sandro Donati – per esprimere il più grande apprezzamento della Regione Marche verso chi la rappresenta e soprattutto verso i cittadini che sono i veri grandi protagonisti e vincitori di questa competizione di concreta virtuosità ambientale”. Oltre all’assessore Donati, alla consegna dei premi ai primi tre “Comuni Ricicloni” di ogni provincia prenderanno parte: Patrizia Casagrande, presidente Upi Marche; Marinella Topi, coordinatrice Urbanistica e Territorio Anci; Pierluigi Gorani, Conai-Area rapporti con il territorio; Roberto Oreficini Rosi, direttore generale Arpam, e Stefano Ciafani, vice presidente Legambiente. Coordina Luigino Quarchioni, presidente Legambiente Marche Onlus. Nel corso della mattinata verrà presentato anche il “Rapporto sulla produzione e gestione dei rifiuti urbani nelle Marche – anno 2011” che contiene un’approfondita analisi del trend di raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti. Il documento regionale rappresenta un’occasione di riflessione e informazione per cittadini e amministratori perché abbiano annualmente un quadro completo della situazione e dei risultati conseguiti nella gestione dei rifiuti.


MARCHE ENDURANCE LIFESTYLE – COME SI SVOLGE UNA GARA.

L’endurance equestre è sbarcato in Europa e in Italia negli anni Settanta ma è nato negli Stati Uniti almeno 150 anni or sono, all’epoca del Far West e delle corse organizzate fra i “pony express” per recapitare la posta da una costa all’altra. Non a caso, le gare più importanti si svolgono ancora sulla distanza dei 160 chilometri, cioè le mitiche 100 miglia, la distanza di ognuna delle tappe che i “padri” dei postini di oggi percorrevano attraverso gli States di fine Ottocento.Una gara di endurance esiste solo ed esclusivamente in virtù di ciò che cavallo e cavaliere riescono a costruire. Sono una cosa sola. Si “ascoltano” e realizzano insieme un progetto sportivo che è fatto di sacrificio, tenacia e voglia di conquistare non solo la vittoria fine a se stessa. Le gare di endurance sono infatti prove sportive che mettono in luce le doti di cavaliere e cavallo nell’effettuare percorsi di varie lunghezze su terreni di diversa natura, salvaguardando sempre e comunque l’integrità del cavallo, impiegando le andature adatte al terreno e la velocità conformi all’allenamento e alla condizione fisica dell’animale. I tracciati vengono individuati prevalentemente su percorsi di campagna e la loro distanza può andare dai 30-40 chilometri delle gare più semplici e accessibili, ai 120 o 160 chilometri delle manifestazioni nazionali ed internazionali che assegnano titoli assoluti. La tutela della salute del cavallo è per il cavaliere un dogma, un “comandamento” dal quale non derogare in alcun modo. I controlli sono scrupolosi perché il cavallo viene visitato da una commissione veterinaria prima, durante e dopo la gara; ogni 30-35 chilometri sono previsti “cancelli veterinari”, cioè stop obbligatori nel corso dei quali i veterinari visitano il cavallo per stabilire se è in grado di riprendere la corsa, sulla base di parametri fisiologico-metabolici e valutazioni sulla qualità dell’andatura. Se il cavallo non rientra in questo quadro di prescrizioni, viene fermato e la prova sua e del cavaliere viene interrotta. Tutto ciò avviene anche dopo l’arrivo finale perché vengono omologati soltanto i risultati dei cavalli che rientrano in parametri fisiologici e sanitari prestabiliti, come per esempio la frequenza cardiaca che non deve superare i 56 o 64 battiti al minuto. Tagliare per primi il traguardo, insomma, non è automaticamente sinonimo di vittoria effettiva.All’arrivo di ognuna delle “tappe” in cui si divide una gara, il cavaliere ha l’obbligo di presentare il cavallo al controllo veterinario. Dal momento in cui il cavallo – una volta recuperato lo sforzo e riacquisito i parametri fisiologici (soprattutto cardiaci) – varca l’ingresso del cancello veterinario, il tempo di gara viene bloccato e scatta un periodo – che può andare dai 30 ai 50 minuti – di sosta obbligatoria per consentire all’animale un ulteriore recupero. E’ evidente, dunque, che anche al cancello veterinario può verificarsi un sorpasso. Basta che un cavallo giunto successivamente recuperi prima di un altro e venga presentato in visita prima; a quel punto sarà lui – a parità di tempo di sosta obbligatoria – a ripartire prima di quello che lo aveva preceduto. La tutela e la salvaguardia del cavallo sono gli unici ed esclusivi punti di partenza per chiunque voglia cimentarsi in una gara di endurance, tant’è che il riconoscimento più ambito oltre alla vittoria è il premio “Best Condition”, titolo che viene assegnato al soggetto che, fra quelli che hanno concluso la prova nelle prime posizioni, risulta essere nelle condizioni fisiche migliori.




8 Giugno 2012 alle 16:34 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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