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alla Regione Marche

di | in: Cronaca e Attualità, dalla Regione Marche

Eusebi © www.ilmascalzone.it

21 gen 2013
APPROVATO IL CALENDARIO REGIONALE DI PESCA PER IL 2013 .

Approvato dalla Giunta regionale, su iniziativa dell’assessore alla Pesca nelle acque interne, Paolo Eusebi, il calendario regionale di pesca per il 2013. “Il calendario approvato – commenta Eusebi – consente ai pescatori di praticare la pesca osservando le norme che salvaguardano la fauna ittica e la tutela ambientale. Ciò attraverso la disciplina delle specie catturabili, dei periodi e modalità di pesca, dei divieti e delle limitazioni”. Il calendario è stato approvato dopo il confronto con Province e associazioni. Le acque interne vengono distinte in tre categorie: A, B, C. In particolare le prime due risultano essere di pregio dal punto di vista ittiofaunistico e per questo sottoposte a regime di pesca controllata. Nelle sole acque di categoria A è istituito il riposo biologico nei giorni di martedì e venerdì per l’intera stagione, mentre è utilizzabile una sola canna da una lenza con un solo amo, se non si tratti di pesca al lancio, in questo caso è possibile l’uso di tre ami. Limitazioni sono stabilite circa l’uso delle esche ed è vietata la pasturazione. Nelle acque di categoria C possibile pescare con tre canne, con un solo amo ciascuna, a meno che si tratti di pesca al lancio, in questo caso le prescrizioni sono analoghe a quelle per le acque delle altre categorie. Non ci sono limitazioni all’uso di esche o all’attività di pasturazione, che va effettuata comunque utilizzando al massimo due chili di prodotto. I pesci che si possono pescare nelle acque interne della nostra regione sono: la trota oltre i 22 cm, la trota lacustre, il coregone e la tinca oltre i 30 cm., il barbo e il cefalo oltre i 20 cm., il cavedano e il persico reale oltre i 18 cm., la chieppa oltre i 25 cm. e il luccio e la carpa oltre i 40 cm. Le carpe di oltre 65 cm andranno immediatamente rilasciate sul posto. La pesca alla trota di tutte le varietà è consentita a partire dal 24 febbraio al 6 ottobre. E’ vietata la pesca del coregone dal 15 dicembre al 15 gennaio, del luccio dal 15 febbraio al 15 marzo, della carpa e della tinca dal primo al 30 giugno, del persico reale dal primo marzo al 30 aprile e della cheppia dal 15 maggio al 15 giugno. In tutte le acque interne della regione l’esercizio della pesca e’ consentito da un’ora prima della levata del sole a un’ora dopo il tramonto, per un massimo di cinque capi di salmonidi catturabili giornalmente. Nelle acque di categoria A e’ vietata ogni forma di pesca di qualsiasi specie ittica dopo la chiusura della pesca alla trota, mentre in quelle di categoria B, dopo la chiusura alla trota, e` consentito pescare altre specie ittiche fino al 24 novembre 2013. Coloro che esercitano l’attività piscatoria nelle acque di categoria A e B, oltre alla licenza, devono essere in possesso del tesserino, valido per l’intero territorio regionale, rilasciato dalle Province.


IL LUPO NELLE MARCHE – INCONTRO IN REGIONE .

La presenza del lupo nelle Marche al centro di un monitoraggio effettuato nel periodo 2010-2012 e di un incontro tenuto questa mattina in Regione. I dati sono stati raccolti nell’ambito di un programma attuato dall’assessorato all’Ambiente della Regione Marche, sulla base del Piano nazionale del ministero dell’Ambiente-Ispra. Sono intervenuti all’iniziativa il consigliere regionale Luca Acacia Scarpetti, il vice comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato, Fabrizio Mari, il direttore Parco Gola della Rossa e di Frasassi, Massimiliano Scotti, in rappresentanza dei Parchi regionali. Durante l’incontro ci sono stati gli interventi di Paolo Giacchini di Hystrix, di Ettore Randi dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), di Franco Perco, del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, di Stefano Gavaudan, dell’Istituto zooprofilattico Umbria – Marche, di Ugo Testa dell’Assam. A seguire una tavola rotonda a cui hanno partecipato Massimiliano Scotti, Ivo Amico di Federcaccia, Antonio Nicoletti di Legambiente, Simone Cecchini del Corpo Forestale dello Stato, Domenico Gallo di Confragricoltura, Anette Martens di Life – extra, Jacopo Angelini del Wwf Marche. HA coordinato i lavori Claudio Zabaglia, responsabile per la Regione Marche della Biodiversità, rete ecologica e tutela degli animali. Un analogo censimento è stato svolto, in precedenza, dalle regioni confinanti Umbria ed Emilia-Romagna. Nelle Marche la realizzazione del progetto è stata possibile grazie alla collaborazione offerta da numerosi enti, associazioni e operatori volontari. In particolare, il territorio è stato diviso in tre macroaree (nord, centro, sud), con i Parchi capofila: Parco Regionale del Sasso Simone e Simoncello (Riserva Statale del Furlo, Provincia di Pesaro e Urbino); Parco Regionale Gola della Rossa e Frasassi (Comunità Montana dell’Esino-Frasassi, Provincia di Ancona); Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Parco Nazionale Gran Sasso-Monti della Laga, Provincia di Macerata. Hanno inoltre fornito il proprio apporto il Corpo Forestale dello Stato, l’Istituto Zooprofilattico Umbria-Marche e l’Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale (Ispra) che, in particolare, ha svolto indagini genetiche. Una seconda fase del programma è in fase di avvio per il triennio 2013-2015 con la finalità di proseguire nelle indagini e fornire indicazioni gestionali correlate alla distribuzione del lupo nel nostro territorio. A questo riguardo, alla rete di soggetti sopra indicati si sono aggiunti il Parco del Conero, le Provincie di Ascoli Piceno e di Fermo con proprie risorse finanziarie e umane. Durante l’incontro è emerso che l’abbandono della montagna da parte dell’uomo e l’abbondanza di cibo sono stati i fattori determinanti che hanno portato il lupo da specie particolarmente protetta per il rischio estinzione, alla diffusione registrata attualmente. Nelle Marche secondo una stima che prende in considerazione un periodo di 16-18 mesi, gli individui presenti sarebbero 137 – 155. E’ emersa quindi l’esigenza di bilanciare la protezione del lupo con quella di altre specie di selvaggina e con le attività umane, a cominciare dall’allevamento. Di qui i progetti dell’Assam per la prevenzione, come i dissuasori, le recinzioni, la guardia attraverso i cani e il ristoro dei capi abbattuti. Sfatati anche timori antichi legati al lupo, a memoria d’uomo infatti non si registrano attacchi alle comunità umane, mentre nel marzo dello scorso anno fece scalpore il ritrovamento di un giovane maschio di lupo trovato morto in A14 in zona Montemarciano

Paolo Aletti direttore dell’Ars fino al 31 dicembre 2013

Verso una riorganizzazione complessiva del sistema sanitario regionale


Paolo Aletti

Paolo Aletti è il nuovo direttore dell’Agenzia regionale sanitaria delle Marche (Ars). Ricoprirà l’incarico fino al 31 dicembre 2013. È stato nominato oggi dalla Giunta regionale, nella seduta convocata a Fano, prima dell’incontro con l’amministrazione comunale della città. Aletti era già un dirigente dell’Ars, dove seguiva il settore relativo ai “sistemi di governo” della sanità.

Nel corso della seduta, la Giunta ha ribadito che il modello funzionale della sanità marchigiana prevede una “netta separazione delle funzioni di programmazione e di gestione”: alla Giunta regionale competono le decisioni in materia di governo; al servizio Sanità (diretto da Pierluigi Gigliucci) e al Comitato di coordinamento (composto dai direttori dell’Azienda Ospedali Riuniti, Paolo Galassi; dell’Asur, Pietro Ciccarelli; dell’Azienda Marche Nord, Aldo Ricci, e dell’Inrca, Giuseppe Zuccatelli) quelle della gestione, mentre all’Ars il supporto alla programmazione in materia di sanità. Tutta la materia verrà disciplinata nell’ambito della riorganizzazione del sistema sanitario, in corso di definizione da parte della Giunta regionale.

Aletti ha lavorato sia all’Asur che all’Ars. Ha collaborato alla stesura del Piano sociosanitario 2011-2013, ha partecipato al gruppo di lavoro per predisporre le linee attuative del Patto per la salute 2010-2012 e del Patto di stabilità 2011. Ha collaborato allo studio di prefattibilità per la realizzazione del nuovo Ospedale Salesi di Ancona. È un esperto delle strategie di gestione delle organizzazioni a rete in sanità.


EnoliExpo di Fermo – La politica agricola MARCHIGIANA fa scuola in Italia e all’estero

ENOLIEXPO_stand Marche

Il successo ottenuto dall’EnoliExpo Adriatica, fiera organizzata al Fermo Forum e dedicata al mondo del vino e dell’olio in tutte le sue sfaccettature, ha confermato la bontà delle scelte della politica agricola della Regione Marche in termini di proposte, visione e coinvolgimento delle diverse categorie produttive e commerciali.

Il numeroso pubblico, costituito da operatori ed addetti ai lavori da tutta Italia e anche dall’estero, ha potuto “studiare” alcune peculiarità marchigiane in termini di produzione, qualità e best practices.

Dai prodotti Qm – Qualità Garantita dalle Marche, capitanati per l’occasione dalla nuovissima certificazione dedicata all’olio, alla presentazione con degustazione, a cura di Barbara Alfei dell’Assam, presso lo stand della Regione, degli oli mono-varietali, all’assaggio dei vini dell’IMT – Istituto Marchigiano di Tutela vini, il made in Marche ha attratto e convinto operatori nazionali ed internazionali.

Notevole l’interesse suscitato dal convegno dal titolo “Progetto di Microfiliera per lo Sviluppo Eco-Sostenibile del settore Olivicolo-Oleario” organizzato della Regione Marche, con l’intervento del consigliere Paolo Petrini e le relazioni del responsabile CIA Marche Carlo Carletti e di Giacomo Laterza, direttore divisione olio di oliva del Gruppo Pieralisi.

La Regione, attraverso il Programma di Sviluppo Rurale, ha favorito una serie di collaborazioni e interazioni virtuose tra tutti gli attori, diretti e indiretti, della filiera. Partendo da queste basi il progetto marchigiano di microfiliera diventa una pratica positiva da seguire anche per altre regioni italiane ed europee. Il suo impianto, infatti, dimostra come si possano coinvolgere nel progetto non solo frantoiani e olivicoltori ma anche allevatori, vivaisti, aziende agrituristiche, istituzioni scientifiche, organizzazioni professionali, associazioni di produttori e industria meccanica. Si è riusciti, così, a trasformare, attraverso una visione ampia, innovativa e ad alta sostenibilità, vecchi problemi – come l’alto consumo di acqua per l’estrazione dell’olio o la produzione di scarti di lavorazione – in nuove risorse tecniche, economiche e qualitative. Il convegno si è chiuso, non a caso, con la presentazione di una nuova macchina estrattrice prodotta dal Gruppo Pieralisi, azienda marchigiana leader mondiale del settore. Leopard, così si chiama la nuova linea, promette una lavorazione senza aggiunta d’acqua, un minor impatto ambientale, e, allo stesso tempo, il rispetto delle particolarità territoriali e varietali italiane quindi, la valorizzazione delle caratteristiche di unicità delle produzioni locali. D’altro canto gli accordi di filiera, allargati a diverse categorie, permetteranno di recuperare ad uso cosmetico e vivaistico i sottoprodotti come la polpa di oliva o il nocciolino, aumentando i vantaggi ambientali e abbattendo i costi di produzione.

La significativa presenza della Regione Marche all’Enoliexpo, con uno stand dedicato ai prodotti Qm e ai vini marchigiani, rimarca la bontà di iniziative di questo tipo come vetrina e occasione di promozione anche a livello nazionale.




21 Gennaio 2013 alle 17:42 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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