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VENERDÌ 28 MARZO IL PRINCIPE CONCLUDE AL TEATRO DELL’AQUILA DI FERMO

LA RASSEGNA CLASSICO CONTEMPORANEO

 

 

Venerdì 28 marzo volge al termine al Teatro dell’Aquila di Fermo con Il Principe di Niccolò Machiavelli proposto dalla compagnia Arca Azzurra Teatro, Classico contemporaneo, rassegna promossa dal Comune di Fermo e dall’AMAT in collaborazione con la Regione Marche e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dedicata alle esperienze più giovani della scena che da anni affianca con successo la stagione di prosa.

Con Classico Contemporaneo si conclude anche Scuola di platea, progetto di introduzione al teatro per gli studenti degli istituti superiori di Fermo promosso dall’AMAT e dal Comune di Fermo in collaborazione con il corso di Storia del Teatro dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”. Il progetto è finalizzato a formare i ragazzi alla cultura teatrale grazie all’ospitalità offerta alle compagnie nell’ambito della rassegna “Classico Contemporaneo”. La partecipazione allo spettacolo è solo il momento centrale di un programma che prevede incontri propedeutici e confronti con la compagnia. I seminari preliminari vogliono tracciare alcune linee di lettura dell’opera teatrale attraverso l’ausilio di materiali critici. Le scuole che partecipano al progetto sono il Liceo Classico “Annibal Caro”, l’Istituto d’Arte “U. Preziotti”, il Liceo Scientifico “T. C. Onesti”, l’Istituto Tecnico Industriale “G. M. Montani”, l’Istituto Tecnico per Geometri “Carducci Galilei” e da quest’anno anche l’Istituto Statale di Istruzione Tecnica, Professionale e Scientifica “Einaudi” di Porto Sant’Elpidio. Gli studenti incontreranno la compagnia  sabato 29 marzo dalle ore 12 presso il Centro Congressi San Martino.

 

Questa libera versione de Il Principe non si svolge fra velluti e troni, bensì fra tegami e ramaioli. Siamo in una cucina, dove un agguerrito drappello di cuochi avrà l’ingrato compito di cucinare un Principe all’Italia. Dare al disgraziato paese una guida, un governo, un faro, proprio come si augura Machiavelli nell’ultimo capitolo del suo celeberrimo libretto. Ma esiste una ricetta per creare dal nulla un governante modello? Con quali dosi di Virtù e Fortuna dovrà essere assortito? E ancora: il buon Principe è zuccheroso oppure salato? Deve bruciare il palato o scivolare in gola come una minestra? Con la metafora fertilissima dei fornelli, ci addentriamo dentro il nucleo vivo di un’opera straordinaria, autentico manuale di real-politik, vademecum per i sacerdoti del potere di ogni epoca. Ma della penna di Machiavelli non sopravvivono in scena solo le brillanti ingegnerie politiche: fra pentoloni e grembiuli si diffonde – come uno squisito odore di salsa – il sapore inconfondibile di quella lingua rinascimentale così diversa dal nostro italiano eppure così profondamente nostra, tutta da gustare mentre tratteggia con nitide pennellate i ritratti di decine di Principi passati, da Ludovico il Moro a papa Borgia, dal Duca Valentino all’imperatore Settimio Severo senza tralasciare Maometto II di Turchia. E poiché la cucina dei Principi sforna le sue pietanze da secoli, ininterrottamente, può perfino darsi che a un tratto, da quelle pentole inquiete, salti fuori un intingolo imprevisto.

 

Lo spettacolo – coprodotto dal Comune di San Casciano V.P. – è interpretato da Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti e Lucia Socci. La voce di Niccolò Machiavelli è di Roberto Herlitzka, l’elaborazione delle scene e la regia è di Stefano Massini, i costumi di Giuliana Colzi e le luci di Marco Messeri.

 

Per informazioni e biglietti: biglietteria del Teatro dell’Aquila 0734 284295.

Inizio spettacolo ore 21.

GIOVEDÌ 27 MARZO AL TEATRO SANZIO DI URBINO ROSSO CON FERDINANDO BRUNI

 

 

Giovedì 27 marzo Urbinoinscena 2013.2014, stagione del Teatro Sanzio promossa da Comune di Urbino Assessorato alla Cultura e AMAT con il sostegno della Regione Marche e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, prosegue con Rosso, il testo dell’autore americano John Logan messo in scena – nella traduzione di Matteo Colombo – per la prima volta sui palcoscenici italiani da Ferdinando Bruni e Alejandro Bruni Ocaña, nell’allestimento diretto da Francesco Frongia.

 

Lo spettacolo – prodotto dal Teatro dell’Elfo – da maggio 2012 ha ottenuto un grande successo di pubblico con oltre 20.000 spettatori a Milano e nel tour che lo ha visto in scena nei maggiori teatri italiani..

Red negli Stati Uniti era stato un caso: dopo il successo al Golden Theater di Brodway e al Donmar Warehouse di Londra, si era aggiudicato 6 Tony Award nel 2010. L’autore, sconosciuto sui palcoscenici italiani, è noto come sceneggiatore di molti capolavori cinematografici: dai film di Scorsese The Aviator (soggetto e sceneggiatura) e Hugo Cabret (nomination per l’Oscar 2012), a Sweeney Todd di Tim Burton fino a Lincoln di Steven Spielberg (scritto con Tony Kushner e Paul Webb).

La pièce è ispirata alla biografia del pittore americano Mark Rothko, maestro dell’espressionismo astratto, che alla fine degli anni Cinquanta ottenne la più ricca commissione della storia dell’arte moderna, una serie di murali per il ristorante Four Season di New York. Puntando i riflettori proprio su quel periodo, Rosso mette in scena lo scontro tra generazioni di artisti: tra Rothko, un uomo maturo che fa i conti con se stesso, e Ken, giovane allievo alla ricerca di un “padre”. “Il figlio deve scacciare il padre. Rispettarlo, certo, ma anche ucciderlo”, sostiene Rothko ripercorrendo la propria storia. “Abbiamo distrutto il cubismo, io e de Kooning e Barnett Newman”. Dopo due anni di lavoro febbrile per realizzare i dipinti murali, sarà inevitabilmente Ken a mettere in discussione le scelte del maestro in uno scontro teso e feroce che lo spinge alla scelta radicale (ma intimamente coerente) di disattendere gli impegni con il Four Season.

John Logan dipinge il ritratto di un uomo ambizioso, egocentrico e vulnerabile, uno dei più grandi artisti-filosofi del ‘900, per il quale “la pittura è quasi interamente pensiero. Metter il coloro sulla tela corrisponde al dieci per cento del lavoro – sostiene – il resto è attesa”.  Pittura ed estetica, etica e spiritualità, istinto e percezione, apollineo e dionisiaco, arte effimera o necessaria, quadri come merci e prodotti: tutti temi importanti che l’autore non teme di portare in scena, fino a farli diventare materia teatrale drammatica e struggente.

 

Per Ferdinando Bruni è l’occasione per una prova d’attore a 360 gradi, in cui il gesto pittorico e quello teatrale si completano e confondono. A dirigerlo Francesco Frongia che già aveva firmato in prima persona una delle sue interpretazioni più applaudite, sdisOré di Giovanni Testori, oltre alle regie a quattro mani della Tempesta, L’ignorante e il folle e L’ultima recita di Salomé. Uno spettacolo per tornare a riflettere su temi centrali delle ultime produzioni dell’Elfo: lo scontro tra generazioni, la ricerca di un linguaggio comune, l’esigenza di trasmettere l’esperienza umana e artistica.

 

Le luci dello spettacolo sono di Nando Frigerio.

 

Per informazioni e biglietti (da 10 a 20 euro): biglietteria Teatro Sanzio 0722 2281, AMAT 071 2072439, www.amatmarche.net. Inizio spettacolo ore 21.

 

CIVITANOVA, MERCOLEDÌ 26 MARZO IO NON SO COMINCIARE DI TEATRO REBIS

CONCLUDE AL TEATRO CECCHETTI MARCHE DI SCENA

 

 

Mercoledì 26 marzo la stagione dei Teatri di Civitanova promossa dal Comune di Civitanova Marche, dall’Azienda Teatri di Civitanova e dall’AMAT torna al Teatro Cecchetti con Io non so cominciare uno spettacolo di Teatro Rebis scritto e diretto da Andrea Fazzini, ultimo appuntamento della sezione denominata “Marche di scena” che vede protagonisti artisti della nostra regione.

 

“Il progetto Io non so cominciare nasce nel 2010 – scrive la compagnia – per il desiderio di reagire a un fenomeno di amnesia sociale, che ha piombando nell’oblio collettivo una delle più alte espressioni del senso civico e dell’afflato poetico, Danilo Dolci. In quell’occasione la conoscenza con Amico Dolci, figlio di Danilo e responsabile del Centro per lo sviluppo creativo “Danilo Dolci” di Palermo, e di Giuseppe Barone, biografo di Danilo Dolci, ha fatto nascere una collaborazione e un’amicizia con il Teatro Rebis che si è approfondita negli ultimi anni, stimolando un ulteriore desiderio di divulgare il più possibile la memoria delle lotte nonviolente che hanno impegnato Dolci per tutta la sua vita. In linea con la nostra poetica la messinscena non è stata improntata sulla narrazione dell’attività di Danilo Dolci, non è un’opera agiografica, ma un lavoro basato su un afflato lirico, sulla costruzione di immagini dalla forte radice visionaria, con l’intenzione di evocare più che di mostrare. Crediamo che questo modo di procedere sia molto coerente, non solo in rapporto alla nostra personale ricerca, ma anche in relazione al modo di intendere lo sviluppo creativo da parte di Danilo Dolci: un intreccio profondo tra eticità ed estetica dell’osservazione e dell’azione sociale, slancio creativo rivolto alla conoscenza di se stessi e degli altri, investimento totale nelle proprie scelte e attenzione, allo stesso tempo scientifica e poetica, al linguaggio e alle sue trasformazioni. Il soggetto dello spettacolo prende le mosse dall’omertà culturale, intellettuale e sociale che avvolge il ricordo di Danilo Dolci e i modi con cui questa coazione a dimenticare viene praticata. Il lavoro nasce dalla sensazione della mancanza di Danilo Dolci, dalla convinzione che l’indifferenza in cui è stata relegata la sua figura rappresenti un segno evidente dell’abbrutimento culturale e sociale che ci siamo scavati addosso. Di Dolci ne rimangono le tracce, un sottofondo fragile, la matrice che ha ispirato le tre figure che abitano la scena, che non hanno nome né storia, che sono allacciate al quotidiano proprio dal loro anonimato, sospese in uno spazio neutro, una stanza del pensiero e della sensazione: tre figure sussurrate all’orecchio da Danilo Dolci, evocato da una voce segreta nutrita da ricordi e premonizioni.”

 

Gli attori in scena sono Gianluca Balducci, Meri Bracalente, Beatrice Cevolani. La scenografia è di Benito Leonori, la scrittura vocale di Tomasella Calvisi, le elaborazioni sonore di Stefano Sasso, il video d’animazione di Simone Massi e i costumi di Giuditta Chiaraluce. Lo spettacolo è una produzione di Teatro Rebis e E45 Napoli Fringe Festival in collaborazione con Teatro Lauro Rossi, AMAT, A.D.A.M., Regione Marche, Comune di Macerata, Provincia di Macerata, Comune di Caldarola, Comune di San Ginesio, Biblioteca Mozzi-Borgetti di Macerata, Laboratorio di produzione audiovisiva multimediale dell’Università degli Studi di Macerata, Centro per lo sviluppo creativo “Danilo Dolci” di Palermo, Vi.Va. Festival, Festival Orestiadi di Gibellina, Festival Drammaturgie Visioni di Avezzano.

 

Per informazioni e biglietti (10 euro, ridotto 8 euro): Teatro Rossini 0733 812936, Teatro Cecchetti 0733 817550 in giorno di spettacolo dalle ore 18.30. Inizio spettacolo ore 21.15.




24 Marzo 2014 alle 15:40 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |
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