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CIVITANOVA DANZA, DOMENICA 30 MARZO CON SCARPE DI SOSTA PALMIZI

IL TEATRO ANNIBAL CARO OSPITA UNO SPETTACOLO PER BAMBINI E ADULTI

 

 

Domenica 30 marzo il Teatro Annibal Caro torna ad ospitare Civitanova Danza tutto l’anno, diciassettesima rassegna promossa dal Comune di Civitanova Marche, dai Teatri di Civitanova e dall’AMAT. L’appuntamento è rivolto a bambini e adulti e vede in scena Scarpe di Sosta Palmizi, uno spettacolo nel quale il coreografo Giorgio Rossi trae spunto dalla scarpa come parabola poetica dell’esperienza vissuta e della memoria collettiva ed individuale. Lo spettacolo – con inizio alle ore 17 – unisce danza contemporanea e nouveau cirque, delicati passi di danza s’intrecciano a spettacolari acrobazie aeree e a terra generando l’atmosfera magica delle fiabe.

 

Dopo lo spettacolo – grazie alla collaborazione della Pinacoteca Civica “M. Moretti” – bambini e adulti potranno usufruire di una “speciale” visita guidata alla vicina Pinacoteca (ad ingresso gratuito). Inoltre, a teatro saranno disponibili libri per ragazzi da sfogliare acquistare e da piazza XX Settembre (Civitanova bassa) sarà a disposizione del pubblico alle ore 16.30 una navetta per raggiungere comodamente e gratuitamente il Teatro Annibal Caro (servizio previsto anche per il ritorno).

 

Giorgio Rossi danza questa storia per i bambini, la racconta con leggerezza come una favola di scarpe sotto un cielo di luna che illumina i passi di stravaganti personaggi su un sentiero misterioso, perché nessuno meglio dei bambini può credere ad una favola di scarpe, strabuzzare gli occhi e capire cosa raccontano.

Scarpe consumate che camminano nei campi e schiene piegate a raccogliere il grano, scarpe dure che solcano i campi minati con il peso dei fucili da trasportare, scarpe abbandonate in un prato e rugiada sotto i piedi, scarpe

vanitose che attraversano il mondo come fossero l’unica cosa preziosa per le strade, scarpe che dondolano allegre sull’altalena, che sono ai piedi da tutto il giorno o che girano i tacchi e se ne vanno, scarpe slacciate che corrono a perdifiato e ginocchia sbucciate.

Nello spettacolo si avvicendano una serie di immagini che partono dai piedi e conducono l’immaginazione al rammentare degli anziani che seduti sotto l’ombra fresca degli alberi smettono di giocare a carte per raccontare della donna più bella mai vista e di come ballava con le ballerine rosse o degli scarponi indossati dai partigiani.

 

A dar vita a questo lieve e coinvolgente spettacolo sono i danzatori Elena Burani, Fabio Nicolini, Giorgio Rossi e Francesco Sgrò. Il disegno luci dello spettacolo è di Mara Cugusi.

 

Per informazioni e biglietti (posto unico 12 euro, ridotto fino a 24 anni 10 euro, ridotto fino a 14 anni 5 euro): biglietteria Teatro Rossini tel. 0733 812936, Teatro Annibal Caro il giorno di spettacolo dalle ore 16 tel. 0733 892101, AMAT tel. 071 2072439.

 

A Sassoferrato nasce il MAM’S

Le opere esposte provengono dal fondo del “Premio G.B.Salvi”

 

Sassoferrato (Ancona), Palazzo degli Scalzi, Piazza Gramsci 1

 

Inaugurazione domenica 6 aprile 2014, ore 17,00

 

Domenica 6 aprile, alle ore 17,00, verrà inaugurato a Sassoferrato (Ancona), nel prestigioso Palazzo degli Scalzi il MAM’S (Mondo Arte Marche Sassoferrato); il MAM’S è una Galleria Civica d’arte contemporanea che nasce grazie a una collezione di circa quattromila opere che il Comune di Sassoferrato ha ricevuto dal 1996 in gestione dal fondo del Premio G.B. Salvi che ha visto la prima edizione nel 1951 ed è quindi fra i più antichi premi istituiti in Italia nel secondo dopoguerra e il più antico delle Marche. Premio intitolato a Gian Battista Salvi, detto “Il Sassoferrato”, uno fra i più grandi e famosi pittori italiani del Seicento.

Grazie a questo Premio (che oltre a quello di Salvi prendeva anche il nome di “Piccola Europa” in quanto era aperto non solo alla realtà locale ma a quella internazionale) centinaia di artisti e critici hanno attraversato Sassoferrato: da Sante Monachesi a Orfeo Tamburi, Pericle Fazzini e Walter Valentini, Giuseppe Uncini, Umberto Peschi, Loreno Sguanci, Arnaldo Pomodoro, unitamente alle realtà culturali più significative delle Marche: il secondo Futurismo da Macerata con e la Scuola degli Incisori da Urbino.

A livello internazionale si ricordano i seguenti artisti, invitati nelle varie edizioni, tra gli altri: Remo Brindisi, Hans Bellmer, Vasco Bendini, Agostino Bonalumi, Enrico Baj, Miquel Barcelò, Renzo Biasion, Robert Chapman, Sandro Chia, Bruno Cassinari,  Corrado Cagli, Giuseppe Capogrossi, Enrico Castellani, Ettore Colla, Pietro Consagra, Antonio Corpora, Mario ceroli, Carmelo Cappello, Lin Delija, Gino de Dominicis, Lucio del Pezzo, Luciano De Vita, Albert Diato, Piero Dorazio, Gianni Dova, José Luis Delgado, Pablo Echaurren, Tano festa, Giosetta Fioroni, Giannetto Fieschi, Mario Giacomelli, Jean Fautrier, Horacio Garcia Rossi, Renato Guttuso, Virgilio Guidi, Omar Galliani, Quinto Ghermandi, Zhang Guang, Giuseppe Guerreschi, Gruppo Uno, Emilio Isgrò, Jiri Kolar, Antonio Ligabue, Julio Le Parc, Wilfred Lam, Bice Lazzari, Osvaldo Licini, Gino Marotta, Eugenio Miccini, Giuseppe Migneco, Mino Maccari, Bruno Munari, Mario Merz, Anton Zoran Music, Edgardo Mannucci, Ugo Nespolo, Gastone Novelli, Mimmo Paladino, Lamberto Pignotti, Cocetto Pozzati, Achille Perilli, Ivo Pannaggi, Fabrizio Plessi, Fausto Pirandello, Mimmo Rotella, Mario Radice, Mario Schifano, Mario Sasso, Albergo Susi, Toti Scialoia, Graham Sutherland, Giulio Turcato, Ernesto Treccani, Leonardo Sinisgalli, Wladimiro Tulli, Emilio Tadini, Tancredi, Renzo Vespignani, Sergio Vacchi, Emilio Vedova, Luigi Veronesi.

L’acronimo “MAM’S” (Mondo Arte Marche Salvi) allude al fatto che la nuova Galleria d’arte, allestita nel Palazzo degli Scalzi, raccoglie il più consistente nucleo delle Marche di opere di artisti da tutto il mondo, datate nella seconda metà del Novecento.

Vittorio Merolli medico privato del papa Paolo V e illuminato mecenate, all’inizio del Seicento costruì questo Palazzo che in seguito donò all’ordine religioso dei Carmelitani.

Il Museo, fortemente voluto dal Comune di Sassoferrato, nasce per rispondere all’esigenza della conservazione delle opere e della loro esposizione al pubblico seguendo una scansione “tematica”: ogni parete è costruita come una ipotetica mostra a tema, con la possibilità di variare nel tempo utilizzando anche le nuove acquisizioni, per le quali è stata riservata una sala. Alcune delle pareti espositive sono ante apribili che espongono parte delle opere a deposito organizzate in modo cronologico ponendole così a disposizione degli studiosi e del pubblico; le restanti opere non esposte sono conservate nel deposito del piano superiore, mentre ogni sala è utilizzabile come laboratorio. L’idea dell’allestimento, curato da Roberto Bua e dallo studio MJRAS, è quella di restituire con un’immagine centripeta il potere di attrazione che il Premio ha esercitato su tanti artisti del Novecento, e con un’immagine centrifuga la diffusione delle opere autentiche o in copia del Sassoferrato nei maggiori musei di tutto il mondo, a testimoniare la grande fortuna esercitata dai suoi modelli.

La documentazione storica sarà poi facilmente consultabile attraverso la restituzione informatica di quasi tutti i cataloghi che hanno accompagnato le varie edizioni del premio. Una sala è riservata all’esposizione degli artisti che si sono distinti nel territorio. Accanto alle sale espositive ci sono spazi attrezzati per l’accoglienza del pubblico, per conferenze e incontri e per la gestione del Museo. Le didascalie di ogni parete sono “opera” di un artista del Novecento, che assicura la sua presenza nel Museo con i suoi aforismi e le sue parole. Nel progetto il MAM’S è stato inoltre pensato come punto centrale dell’intero territorio; a tale scopo sotto le volte dell’ingresso si accendono insegne luminose a neon come prima segnalazione al pubblico delle emergenze culturali dei paesi circostanti, neon che vanno ancor più a sottolineare la contemporaneità dell’intervento.

La rassegna del Premio Salvi avrà poi luogo in settembre (date da definire) e, quest’anno, si articolerà in tre sezioni: “Abito su misura”, “Shorts”, e una mostra monografica. Nella prima verrà richiesto agli artisti che parteciperanno al Premio di ispirarsi ai temi delle sale della collezione MAM’S; nella seconda verranno esposti i vincitori di premi e rassegne d’arte e fotografia nella regione Marche; nella terza, in relazione quest’anno all’apertura del museo, la monografica svilupperà il senso di una collezione, dalla collezione privata alla collezione pubblica, dalla collezione d’impresa a quella della fondazione.

 

MJRAS è un gruppo di lavoro composto da Roberto Bua (architetto), Silvia Cuppini (storico dell’arte), Joan Martos (grafico). La regia di ogni progetto per mostre e musei vede unite le diverse professionalità al fine di comporre una delle molteplici storie da offrire al visitatore. In questo anno ha curato per il Chiostro del Bramante il progetto di allestimento per la mostra Alma Tadema e i pittori inglesi dell’800 e nel passato, per lo stesso spazio Boldini e gli Italiani a Parigi, mostre che hanno riscosso un grande successo. Negli ultimi anni la collaborazione con Studio Azzurro a Milano ha visto impegnato il gruppo per la realizzazione della mostra alla Rotonda della Besana su Fabrizio De Andrè. Ha curato l’intero progetto del Museo della Città di Urbino e mostre alla Mole Vanvitelliana come Allo specchio con la collezione della Cariverona e È una notte stellata. Ecco il progetto, monografica di Walter Valentini le Guardare con Tatto al Museo Omero.

 

Informazioni:

 

Palazzo degli Scalzi, Piazza Gramsci 1 – 60041 Sassoferrato (AN)

 

Comune di Sassoferrato | Ufficio Cultura, tel. 0732.956218 – 0732.956205

 

Mjras Snc, tel  0722.322348 – info@mjras.it

 

 




26 Marzo 2014 alle 11:32 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |
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