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A Vinitaly il papillon “autoctono”

di | in: Primo Piano, Speciali

papillon

CON L’HASHTAG #WINEMARCHE. E CON #DESTINAZIONEMARCHE E’ CONTO ALLA ROVESCIA VERSO EXPO

 

(Vinitaly – Verona, 24 marzo 2015). Le Marche sono sempre più social e per promuovere #winemarche, l’hashtag ufficiale della regione, quest’anno è stato scelto come “divertissement” il papillon di alluminio anodizzato. Una modalità rigorosamente “autoctona”, per promuovere le 112 aziende che fino a mercoledì animano la 49ª edizione di Vinitaly, il Salone internazionale dei vini e dei distillati.

Il giovane designer che le ha realizzati, Diego Guidi, vive a Borgo Massano, comune di Montecalvo in Foglia (Pesaro Urbino), dove ha aperto uno studio professionale dopo la Laurea nel Dipartimento di San Marino dello Iuav di Venezia. “L’album invio anodizzato è prodotto a Fano, la pelle è lavorata a Pesaro, mentre l’elastico è cucito a mano nell’entroterra Urbinate”, precisa Guidi. Il papillon è personalizzabile al 100% e a Vinitaly si possono trovare i modelli ideati per Vinitaly, oltre naturalmente al farfallino very social #winemarche.

 

Elisa-papillon

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La Regione Marche conferma così la sua anima ‘multimediale’ con 10 social network e oltre 20 attività online in italiano, inglese e tedesco. Un successo testimoniato anche dalla pagina Marche Tourism (82.100 fan page e quasi 4 mln di visualizzazioni mensili – dati Facebook Insights, 6 marzo 2015): una galleria fotografica dedicata, aggiornata quotidianamente con foto, immagini, commenti, tutti naturalmente sotto l’insegna di #winemarche. Complessivamente, i social più attivi sono, nell’ordine, Facebook, Twitter e Google+.

E sarà social anche il semestre Expo 2015, per promuovere il Made in Marche, fra gusto a km.0 e shopping di qualità con una app multilingue (italiano inglese tedesco francese e russo). Obiettivo: predisporre un’offerta turistica mirata, selezionando imprese turistiche che svolgono un’attività di incoming con prevalenza nel segmento enogastronomico, ma anche aziende del comparto agricolo e vitivinicolo con punti vendita al pubblico. I pacchetti turistici e vacanza nelle Marche sono già consultabili su www.turismo.marche.it

La valorizzazione del settore enogastronomico è supportata anche da una pagina Facebook Marche di Gusto (https://www.facebook.com/marchedigusto?fref=ts) appositamente dedicata agli itinerari e feste del Gusto nelle Marche.

E dopo la nuova versione di Marche in blu sono disponibili ora le nuove versioni delle app di #destinazionemarche collegate ai cluster The Genius of Marche (con il Grand Tour leopardiano e le Terre di Piero fra le novità), Parchi e natura attiva, Spiritualità e meditazione, Made in Marche. Sono 7 i network individuati allo scopo di posizionare sul mercato specifici prodotti turistici: Family, Cultura, Bike, Trekking, Terme, Benessere, Business e Meeting. Con un progetto pilota che partirà nel 2015, il Network Wedding.

Marcoré-papillon

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INDAGINE NOMISMA: EXPORT VERDICCHIO CRESCE IL DOPPIO DELLA MEDIA ITALIANA

VALORE VINO DEL NOSTRO AUTOCTONO CRESCIUTO DEL 175% IN 5 ANNI. ORA OCCORRE IMPIANTARE 100 NUOVI ETTARI

(Vinitaly, 24 marzo 2015). Cresce più del doppio della media italiana l’export del Verdicchio, il bianco autoctono marchigiano. Lo rileva un’indagine realizzata da Nomisma – Wine Monitor per l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (IMT) e presentata oggi a Vinitaly nello stand della Regione Marche. Nel 2014 le esportazioni del bianco fermo più premiato dalle guide italiane hanno infatti registrato una crescita sul 2013 del 2,9%, contro un +1,4% della media nazionale, mentre sono stabili le vendite sul mercato interno. Nel complesso, gli autoctoni di Matelica e Jesi hanno realizzato lo scorso anno un fatturato dell’imbottigliato di oltre 37,5mln di euro, con il 52% (19,5mln di euro) del valore proveniente dal mercato interno e il 48% (18mln) riservato all’export, con Stati Uniti (22%), Belgio e Olanda (20%), Germania (17%), sul podio, seguiti da Regno Unito (8%) e Cina (6%). Secondo l’indagine svolta dal responsabile Wine Monitor di Nomisma, Denis Pantini, sugli associati IMT (16 denominazioni) – il principale consorzio vinicolo regionale che somma l’82,1% delle esportazioni regionali – il Verdicchio rappresenta oltre la metà del loro fatturato.

“Oltre all’ottima performance sull’export – ha detto il responsabile Wine Monitor di Nomisma, Denis Pantini – il Verdicchio ha buone opportunità anche sul mercato nazionale. Infatti tra gli user di Verdicchio in Italia, sono prevalenti quelli con consumo abituale (almeno 2-3 volte a settimana), pari al 68%. Le altre leve di espansione del Verdicchio sono il bio e la comunicazione. Il 70% dei consumatori di Verdicchio – ha proseguito – è interessato a provare vino bio, così come a conoscere l’identità del vino: dai luoghi dove è prodotto a come è fatto, rappresentando al contempo una potenziale leva per lo sviluppo dell’enoturismo”.

Per il direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Alberto Mazzoni: “Negli ultimi 5 anni, a fronte del successo sul mercato, il valore del Verdicchio è cresciuto di circa il 175% a ettolitro. Ma il rischio adesso è che gli ettari coltivati non bastino più, perché siamo sotto scorta. E’ perciò necessario impiantare ulteriori nuovi 100 ettari di vigneti attraverso il bando che la Regione emanerà nei prossimi mesi sulla riserva regionale – di circa 150 ettari – finché sarà disponibile e utilizzabile, vale a dire fino al 31 dicembre 2015, altrimenti questo potenziale andrà definitivamente perso”.

 

 

A VINITALY LE MARCHE DEL BIOLOGICO E DEL BIODINAMICO STRIZZANO L’OCCHIO AI VEGANI

(Verona, 24 marzo 2015). Le Marche accelerano sul biologico e strizzano l’occhio anche ai vegani. Nel 2014 infatti la superficie vitata bio mette a segno un +15,5% sul 2013, arrivando a 3.787 ettari. Il bio occupa così il 22% dei 17.400 ha vitati e proietta le Marche al secondo posto in Italia per incidenza della superficie bio sul totale della superficie vitata, subito dopo la Sicilia (24%, fonte: Sinab). Delle 112 aziende marchigiane presenti al Vinitaly, sono 15 le realtà che espongono tra gli stand di Vinitalybio e Vivit, tra cui ben 10 del consorzio di vignaioli bio Terroir Marche (11 cantine associate, 119 ha di vigneto, 473.000 bottiglie bio). Una partecipazione che riflette un mercato in crescita e un diffuso interesse da parte dei consumatori italiani e esteri, tanto che vi sono cantine che arrivano ad esportare addirittura l’85% della propria produzione. E le richieste si stanno ampliando anche sul fronte di una nicchia tutta vegana.

Dal 49° Salone internazionale dei vini e distillati, emerge anche nelle Marche questa nuova tendenza, con aziende che abbandonano l’uso di prodotti di origine animale nelle fasi di produzione del vino. “Non ci siamo inventati nulla – afferma Massimiliano Bartolomei, contitolare della società agricola Ciù Ciù di Offida (Ascoli Piceno) -. Da anni siamo orientati al biologico e dalla vendemmia 2014 certifichiamo che nella fase di trasformazione delle uve non usiamo prodotti di origine animale. È una sensibilità molto diffusa all’estero, in particolare in Germania e Giappone”, prosegue Bartolomei, che delle 800mila bottiglie prodotte ne esporta il 50% fra Europa, America e Asia.

I ritorni sono per lo più di immagine, come conferma anche Alessandro Fenino, enologo di Pievalta, realtà del gruppo lombardo Barone Pizzini, che produce 120.000 bottiglie a Maiolati Spontini, in provincia di Ancona, per lo più Verdicchio dei Castelli di Jesi, per il 50% venduto all’estero. “L’azienda è tutta biodinamica certificata – specifica Fenino – e se forse non c’è un ritorno economico quantificabile, sicuramente la filosofia di una vitivinicoltura razionale propone un’immagine e un’identità precisa”.

Sul fronte della redditività, Riccardo Baldi, 24enne viticoltore titolare de La Staffa – 8 ha a Staffolo (Ancona) – ha calcolato un miglioramento del 45% del valore aggiunto, passando a un metodo di produzione compatibile col veganismo. “È stata una scelta vincente – spiega Baldi – che ci sta premiando anche sulle esportazioni, salite al 60% della produzione totale”. Esportazioni all’85% invece per la Fattoria San Lorenzo di Monte Carotto (Ancona), “dove c’è sicuramente una richiesta più alta e una cultura sul biologico molto più diffusa rispetto che da noi”, dice il proprietario, Natalino Crognaletti.

 

Trend positivo e soddisfazioni dal Vinitaly in corso per l’azienda Aurora di Offida (Ascoli Piceno), che con 10,5 ha di vigneto sui 32 ettari di superficie, produce vini da vigneti autoctoni: Montepulciano, Sangiovese, Pecorino, Trebbiano e Passerina. “Quest’anno c’è un’attenzione elevata per il Falerio – dice Federico Pignati, antesignano del bio (che pratica fin dal 1980) e presidente di Terroir Marche –. In particolare, direi che si sono accesi i riflettori sui vini marchigiani in generale, dai biologici ai biodinamici, fino a quelli adatti al consumo vegan”. E proprio il consorzio il 16 e 17 maggio organizzerà Terroir Marche – Vini e vignaioli bio in fiera a Palazzo dei Capitani, in piazza del Popolo ad Ascoli Piceno, dedicato ai vini e vignaioli bio. Un evento per promuovere una viticoltura d’eccellenza che pone al centro l’uomo e la natura tra banchi d’assaggio e laboratori guidati.

La Regione Marche si trova al PAD. 7 – STAND C 6/7/8/9

Hashtag ufficiale della Regione Marche al Vinitaly: #winemarche

 

Le Doc Marche: Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, Falerio, I Terreni di Sanseverino, Lacrima di Morro d’Alba, Pergola, Rosso Conero, Rosso Piceno, San Ginesio, Serrapetrona, Terre di Offida, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio di Matelica

Le Docg Marche: Conero, Offida, Vernaccia di Serrapetrona, Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, Verdicchio di Matelica Riserva.

 

Per contatto: U.S. Regione Marche al Vinitaly

Ilaria Koeppen 334.3486392 koeppen@agenziaintercom.it

Matteo Bernardelli 338.5071198 matteobernardelli1975@gmail.com




24 Marzo 2015 alle 18:38 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |
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