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da Ascoli Piceno

di | in: Cronaca e Attualità

Guido Castelli

Vertenza Prysmian

– incontro tra istituzioni e vertici del Ministero per lo sviluppo economico.

Le dichiarazioni di Castelli

 

Alle 16 di questo pomeriggio presso la sede del Mise in via Veneto si è svolto un incontro tra il Vice Ministro De Vincenti, accompagnato dal responsabile per le crisi industriali Dott. Castano, e i rappresentanti delle istituzioni locali Castelli, D’Erasmo e Lucchetti. Presente anche l’On. Agostini. Nel corso della riunione è stata esaminata la vicenda dello stabilimento Prysmian di Ascoli Piceno che, secondo i propositi della multinazionale, dovrebbe essere destinato alla chiusura. Questa la dichiarazione del Sindaco Castelli : “si è trattato di un incontro importante e, spero di poter dire, idoneo a generare sviluppi utili a permettere la soluzione della vertenza. Abbiamo illustrato ai rappresentanti del ministero le caratteristiche peculiari di una chiusura che riguarda uno stabilimento che, per efficienza e capacità produttiva, si è sempre distinto positivamente tra tutti quelli riconducibili al gruppo Prysmian. Il piano industriale dell’azienda, in effetti, ha previsto la chiusura dell’unità ascolana non per inadeguatezza della stessa ma per valutazioni connesse ad una pura e semplice riduzione secca di costi. Abbiamo chiesto, dunque, al Ministero di invitare la Prysmian ad una rivisitazione del piano che possa distribuire tra tutti gli stabilimenti del gruppo ( senza cancellarne alcuno) i sacrifici necessari a superare una crisi che potrebbe risultare anche solo momentanea. Sia De Vincenti che in Castano hanno dimostrato una profonda conoscenza della vicenda e sono certo che il Governo nazionale non vorrà far mancare i sostegni (eventualmente) necessari a permettere l’auspicata revisione del piano industriale Prysmian. Ora la “diplomazie” riprenderanno a lavorare alacremente per consentire il raggiungimento dell’obiettivo. Siamo entrati nella fase più delicata e cercheremo di moltiplicare gli sforzi nell’interesse degli operai e dalla città. Ci siamo lasciati con l’impegno di fare nuovamente il punto appena dopo Pasqua.”

I paradossi delle spese di giustizia.

I comuni anticipano ma lo Stato non rimborsa. Castelli scrive a Renzi.

 

L’articolo 1 della legge 392/1941 obbliga i Comuni sede di giudice di pace, di tribunale o di Corte d’appello, a sostenere obbligatoriamente le spese per i locali comunali a uso degli uffici giudiziari e per pigioni, riparazioni, manutenzione, pulizia, illuminazione, riscaldamento e custodia degli stessi, nonché per le provviste di acqua, il servizio telefonico, la fornitura e le riparazioni dei mobili e degli impianti, per i registri e gli oggetti di cancelleria. Una norma cervellotica che diventa ancora più surreale se si considera che il Ministero di Grazia e Giustizia rimborsa ai Comuni solo un parte di queste spese nonostante attengano ad una funzione che per antonomasia è di competenza statale. Ma non è finita qui: i rimborsi da parte del Ministero avvengono sempre con estremo ritardo tanto che il Comune di Ascoli vanta un credito nei confronti dello Stato di poco inferiore agli 800.000 euro. Il paradosso risulta, a questo punto, completo: il comune anticipa soldi allo Stato, lo Stato – che nel frattempo taglia fondi a più non posso al Comune (solo quest’anno la tagliola è superiore ad 1,5 mleuro) – non paga neppure i propri debiti e crea ulteriori sofferenze di cassa al Comune. Finalmente la legge di stabilità per il 2015 ha stabilito a far data dal 1 settembre l’eliminazione di questa norma assurda che risale al tempo della seconda guerra mondiale ma che pure, per tanti anni, ha “funestato” la vita dei comuni capoluogo, sede di tribunali o di uffici di giustizia. Fino a tutto il mese di agosto, tuttavia, anche ad Ascoli dovremo curare – tra mille difficoltà – le spese connesse alla manutenzione del Tribunale e degli Uffici del Giudice di Pace. Lo faremo, come sempre, di buon grado anche per lo spirito di collaborazione che negli anni ha contraddistinto il rapporto tra l’Amministrazione comunale e il sistema locale della giustizia. Resta tuttavia la preoccupazione che – come qualcuno sembra adombrare – la scadenza del 1 settembre possa essere posticipata ponendo di fatto ancora una volta a carico dei Sindaci l’intero insieme delle spese di giustizia riferite all’anno 2015. Sarebbe una iattura insostenibile. Abbiamo già mille difficoltà ad eseguire le attività manutentive su strade, scuole ed aree verdi cittadine. Dover continuare anche nell’accollo delle spese statali di giustiIa significherebbe deprimere ulteriormente la possibilità di gestire correttamente la nostra Città. Speriamo non accada ma intanto ho scritto a Renzi per sensibilizzarlo sul tema. Non facciamo scherzi sulla data del 1 settembre o, prima o poi, ci troveremo nella condizione di scegliere se chiudere i tribunali o chiudere le scuole. In entrambi i casi la figura sarebbe pessima per tutti.

 




27 Marzo 2015 alle 0:52 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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