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Alla nostra maniera

di | in: Cactus, Cronaca e Attualità, Noi che... Quelli che..., Oblò: Spunti, Appunti e Contrappunti

Lito Fontana

ovvero
Scusaci, Lito
SEA BLUE CONCERT: LITO FONTANA e la Brassband Fröschl Hall
San Benedetto del Tronto / Rotonda Giorgini / 21 giugno h21,30
      Caro Lito scusaci, se ti abbiamo accolto “alla nostra maniera”: col rumore e la disorganizzazione.
–        Non ci voleva tanto (ma ai nostri amministratori-in-festa evidentemente sì) per capire che un concerto di un’orchestra di ottoni di questo livello non andava allestito alla Rotonda Giorgini, il posto più rumoroso e più acusticamente infelice della città ma, caso mai, in Piazza Matteotti.
–        Non ci voleva tanto per capire che nella sera di un caldo sabato di giugno il chiasso e il vociare degli adiacenti 3 (o 4, o 5?) caffè-restaurant all’aperto sarebbero stati insopportabilmente molesti.
–        Non ci voleva tanto per capire che lo zampillo della fontana andava azzerato e non semplicemente  ridotto.
–        Non ci voleva tanto per capire che altri potenti rumori di fondo sarebbero giunti dal parco-giochi sotto la pineta, dal fiume di auto in transito e in cerca di parcheggio, dai nuguli di scooter e di Hearly Davidson in parata, dal mercatino sotto il faro…
–        Non ci voleva tanto per capire che ogni attività turistica lì intorno alza alla follia il suo TUN-TUN per imbarbarire il popolo già imbarbarito.
–        Non ci voleva tanto per sapere che lì il terribile trenino per bambini passa sempre ad orario. Infatti ogni 4 minuti sfiorava le sedie.
–        Non ci voleva tanto per sapere che lì d’estate non mancano altri optional: artisti di strada, chitarristi e fisarmonicisti (pure bravi), mimi, venditori di rose-occhiali-borse-copritelefonini, mangiatori di fuoco, lancia ombrellini luminosi con paracadute incorporato…
–        Non ci voleva tanto per constatare che i nostri vigili quando servono non ci sono mai. Durante la partita dell’Italia, lungo il Corso deserto ce n’erano sette. Ieri sera nessuno visibile. Ne sarebbero bastati due: uno per invitare il trenino-delle-oche dei bambini a fare un giro diverso, un altro che facesse abbassare il TUN-TUN dei locali intorno.
Certo non sarebbe bastato. L’acustica della “Rotonda” è assurda. Per la musica è il luogo più sbagliato. Troppo “aperto”. Per un concerto occorrono le quinte, anche se fatte banalmente di orribili case e palazzi come in Piazza Matteotti. Servirebbe anche un impianto di amplificazione serio, di potenza giusta e ben equalizzato. Che è mancato del tutto, se non – a sprazzi – per rendere sgradevoli gli spiker.
       Ma soprattutto: per la musica (seria) occorre il silenzio. La musica PARLA con il silenzio. “Il silenzio che precede o segue un suono è fondamentale per capire da dove viene, quale cellula ha generato quella musica”. Gli ottoni, che vanno ad aria e basta, si nutrono di silenzio. Anzi, il silenzio è la loro materia prima. E le persone che ascoltano devono “farlo”, il silenzio.
Invece noi italioti, quando va bene, adoriamo la musica-da-sottofondo (magari ad altissimo volume), quella che ci consente di continuare a fare i nostri comodi senza venirne disturbati. E non abbiamo la cultura dell’ascolto perché non abbiamo la cultura del silenzio. Tutto il resto è conseguente. Tu lo sai bene, Lito, che hai avuto il coraggio di vivere in una nazione civile (oltre che musicalmente attrezzata). Quindi scusaci. Anche con i tuoi eccellenti amici musicisti austriaci, che purtroppo abbiamo accolto “alla nostra maniera”. Quella sbagliata. E’ Sammenedette, bellezza!
       22. 6. 2014                                      PGC  
Lito Fontana, “A mi manera"

Lito Fontana, “A mi manera”




23 Giugno 2014 alle 9:56 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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