Carlo Iacomucci, “La mano ribelle”: quando la distonia diventa arte

Carlo Iacomucci, “La mano ribelle”: quando la distonia diventa arte
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In un libro la battaglia dell’artista distonico Carlo Iacomucci contro il “crampo dello scrivano”

Carlo Iacomucci, pittore e incisore urbinate di notevole vaglia, è stato ospite e relatore, nei giorni scorsi, al convegno nazionale dell’Associazione Italiana per la Ricerca sulla Distonia (ARD) che si è tenuto a Firenze. Sono stati presentati contributi scientifici, nuove ricerche e metodologie riabilitative per una malattia rara che attacca i muscoli e può invalidare coloro che ne sono colpiti. Si è dato spazio poi a testimonianze eccellenti tra cui lo stesso Iacomucci e la pianista Cristina Frosini, direttrice del Conservatorio “Verdi” di Milano.

Distonia di torsione idiopatica o “crampo dello scrivano” è la patologia specifica che ha colpito Iacomucci. L’artista ha raccontato ad un pubblico attento la sua vicenda umana e professionale segnata da più di un decennio dalla malattia: “la mano destra ha cominciato a non rispondere più; non sapevo cosa fare perché avvertivo il rischio di vedermi preclusa la prosecuzione del mio lavoro artistico. Ma io avevo bisogno di disegnare, di dipingere, di incidere col bulino. E ho voluto raccontare la mia esperienza di battaglia contro la malattia in un libro”.

La pubblicazione, curata dalle edizioni Zefiro, ha un titolo significativo: “La mano ribelle”, ed è il racconto, per immagini e parole trascritte, di come Iacomucci ha saputo affrontare, attraverso gli esercizi, questa condizione di difficoltà.

Esistono diversi libri sulla distonia ma finora nessuno dei tanti è stato realizzato con disegni eseguiti da un artista distonico. Con quest’opera Iacomucci ha inteso lasciare un segno, è proprio il caso di dire, nella storia delle distonie che si riscontrano in particolari categorie di malati quali scrittori, musicisti, incisori, scultori.

Il libro si compone di una quarantina di illustrazioni, realizzate con penne grafiche, punzone e alcune sfumature di grafite, e intervallate da parti scritte dettate dalla necessità di fare esercizio manuale. Ogni foglio riporta la data, ad indicare il momento esatto della sua realizzazione, per un lavoro terapeutico che si è protratto nell’arco di un decennio (dal 2008 al 2018). Le pagine sono state più volte rimaneggiate con l’aggiunta di nuovi elementi, ma in questi “disegni-scarabocchi” si ritrovano i motivi ricorrenti della poetica di Iacomucci come, ad esempio, le gocce d’acqua, i personaggi, le linee e l’immancabile aquilone.

Da sottolineare che l’opera è impreziosita da contributi di importanti studiosi ed esperti di questa particolare patologia: dopo l’introduzione artistica curata da Patrizia Minnozzi seguono infatti gli interventi di Flavia Cogliati, presidente dell’ARD, del Dr. Giovanni Flamma, Dirigente Medico UOC Neurologia dell’Ospedale San Salvatore di Pesaro e del Dr. Francesco Logullo, Direttore UOC Neurologia dell’Ospedale di Macerata.

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