Il Festival Pergolesi Spontini inaugura con l’opera “Aucassin et Nicolette” di Mario Castelnuovo Tedesco

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Sabato 31 agosto 

 

MARIO CASTELNUOVO-TEDESCO: AL FESTIVAL PERGOLESI SPONTINI

LA PRIMA MONDIALE DELLA VERSIONE ITALIANA DI “AUCASSIN ET NICOLETTE”, E LA “BALLADE” CON FRANCESCA DEGO E FRANCESCA LEONARDI

Jesi (An) 30 agosto 2019 – Sarà la prima mondiale della versione italiana di “Aucassin e Nicolette” di Mario Castelnuovo-Tedesco ad inaugurare sabato 31 agosto alle ore 21 al Teatro Pergolesi di Jesi il XIX Festival Pergolesi Spontini, rassegna internazionale a cura della Fondazione Pergolesi Spontini che prosegue fino 29 settembre sul tema “Futuro. Infinito”. In programma, 28 eventi in 22 giorni e 10 location in provincia di Ancona, 2 prime mondiali, 2 co-produzioni, 3 nuove commissioni, 5 eventi per tutta la famiglia, 150 artisti coinvolti, spaziando tra i generi e con la possibilità per mamme e papà di seguire i concerti del cartellone mentre i figli si divertono nei laboratori di animazione musicale (per bambini dai 4 ai 7 anni) o di “prove di strumento” (per i ragazzi dagli 8 anni). Con un cartellone, ricchissimo, da scoprire attraverso le suggestioni di sei percorsi: “Al Festival con mamma e papà”, “Vivaldi e Pergolesi”, “Virtuosismo classico”, “Dal jazz ai confini del pop”, “Non solo musica” e i “Concerti in cantina”.

“Aucassin et Nicolette” (1938) di Mario Castelnuovo Tedesco (Firenze 1895- Beverly Hills 1968) è una «cantafavola del XII secolo per una voce, qualche strumento e qualche marionetta», con la direzione di Flavio Emilio Scogna sul podio del Time Machine Ensemble, regia di Paul-Émile Fourny, le scene di Benito Leonori, light designer Ludovico Gobbi, le voci dei soprani Chiara Ersilia Trapani e Evgenia Chislova e del mezzosoprano Martina Rinaldi. L’opera in coproduzione con Opéra-Théâtre de Metz Métropole, dove andrà in scena nel 2021. Scritta nel 1938, pochi mesi prima della sua partenza per gli Stati Uniti, a seguito delle leggi razziali, l’opera fu messa in scena, nella versione originale in francese, per la prima volta solamente nel 1952 al teatro del Maggio Fiorentino. Oggi il Festival Pergolesi Spontini, diretto da Cristian Carrara, contribuisce alla riscoperta di un capolavoro destinato a tutti, grandi e piccoli, producendo un nuovo fiabesco allestimento.

Ospite d’onore della serata sarà la nipote del compositore, Diana Castelnuovo-Tedesco.

 

«Si tratta di un’antica chante-fable francese risalente al secolo XII: narra dell’amore tra due adolescenti che, superando ostacoli e traversie, giungono – diversamente dai loro celeberrimi coetanei shakespeariani – a un lieto fine della loro storia. Mario, scelto l’argomento fin dal 1919, aveva messo da parte il suo progetto perché gli era giunta notizia che, sullo stesso tema, stava scrivendo un’opera nientemeno che Franco Alfano. Il che non avvenne […]. Nel momento in cui la sua vita stava drammaticamente svoltando verso l’ignoto […], si immerse in quella che immaginò come una rievocazione del mondo dei trovatori e dei giullari, ma che in realtà fu la sua creazione di un mondo fuori dal tempo (specialmente da quel tempo) e anche ai margini del consorzio umano: concepì infatti Aucassin et Nicolette come un racconto cantato e narrato da una sola voce (un mezzosoprano) e animato da un teatrino di marionette, creature infantili anche quando rappresentano personaggi adulti e, nella loro gestualità stilizzata, in qualche modo aliene. Ne sortì un piccolo capolavoro – certamente uno dei vertici della sua opera: l’orchestra vi è pressoché miniaturizzata e tutto il clima è pervaso da una delicatissima poesia musicale. Prima di vivere la sua lunga esperienza di esule da Firenze e dall’Italia, Castelnuovo-Tedesco volle vivere – sebbene brevemente – come esule dal mondo e come appartenente a un altro regno, del quale la tenera chante-fable fu metafora sonora». (da: Angelo Gilardino, Mario Castelnuovo-Tedesco. Un fiorentino a Beverly Hills, Edizioni Curci).

«È una storia musicale romantica a lieto fine – spiega il regista Paul-Émile Fourny – In scena, sarà un allestimento molto particolare, con la presenza di due bimbe, Caterina e Benedetta, attrici attorno ai musicisti che non saranno in buca ma in palcoscenico. Sarà teatro di ombre, con veli, trasparenze e videoproiezioni».

Di origini ebree, Mario Castelnuovo-Tedesco fu costretto nel 1939 a lasciare l’Italia a seguito della sciagurata adozione delle leggi razziali. Si trasferì negli Stati Uniti, in California, dove il suo immenso talento venne messo a frutto dalla nascente industria cinematografica di Hollywood. Scrisse musica da film e formò decine di musicisti tra cui celebri autori di colonne sonore quali John Williams ed Henry Mancini. Questo impegno non lo distolse però dal comporre la musica che più amava: in tutto oltre 200 numeri d’opera, tra musica per il teatro, sinfonica, vocale e da camera. Tra gli interpreti, alcuni leggendari virtuosi che si annoverano tra i suoi amici e ammiratori, come Andrés Segovia, Jasha Heifetz, Arturo Toscanini, Walter Gieseking e Gregor Piatigorsky.

Oggi è in corso una vera e propria riscoperta della sua musica, nelle sale da concerto e negli studi di registrazione, anche per merito della pubblicazione degli inediti a opera delle Edizioni Curci, in collaborazione con il CIDIM-Comitato Nazionale Italiano Musica, a cura diAngelo Gilardino, e con la fattiva collaborazione di Diana Castelnuovo-Tedesco. Queste prime edizioni hanno reso finalmente disponibili agli interpreti opere ingiustamente dimenticate e hanno contribuito in maniera decisiva alla crescente ondata di interesse nei confronti della musica di Castelnuovo-Tedesco in tutta Italia e nel mondo. Nel 2018, in occasione della presentazione della prima biografia italiana (Angelo Gilardino, Mario Castelnuovo-Tedesco. Un fiorentino a Beverly Hills, Edizioni Curci), alla memoria del Maestro sono stati conferiti a Montecitorio il Premio del Presidente della Repubblica Italiana e della Medaglia della Camera dei Deputati.

Il Festival prosegue poi prosegue domenica 1 settembre con un doppio evento, sempre a Jesi. Dalle ore 17 alle ore 20 ai Musei Civici di Palazzo Pianetti l’appuntamento è con “Pianetti experience”, un suggestivo percorso musicale dal ‘500 all’800, un’esperienza immersiva tra musica dal vivo, light design e opere d’arte, con i solisti della Scuola Musicale G.B. Pergolesi di Jesi, light design a cura degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Macerata. Il concerto è in collaborazione con Consorzio Marche Spettacolo e MAB Marche – Musei, Archivi e Biblioteche con il contributo di Fondazione Cariverona Bando “Cultura 2019”.

Alle ore 21 al Teatro Pergolesi, l’affiatato duo Francesca Dego al violino e Francesca Leonardi al pianoforte  – tra le migliori interpreti della loro generazione – si esibisce in un programma dedicato al repertorio del ‘900, un omaggio alla cosiddetta “generazione dell’ottanta” che in Italia fu individuata in quei compositori nati appunto intorno agli anni Ottanta dell’Ottocento e considerati artefici di un rinnovamento profondo della musica italiana all’inizio del Novecento. Il concerto propone la Ballade per violino e pianoforte di Castelnuovo-Tedesco, la Sonata in si minore di Respighi e la Suite Italienne di Stravinsky.

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