Aspettando l’Ospedale Unico

Aspettando l’Ospedale Unico

Riceviamo dal Comitato Civico “Salviamo il Madonna del Soccorso” e pubblichiamo integralmente

Il 30 dicembre la Regione ha pubblicato un comunicato stampa dal titolo: «Nuova struttura ospedaliera del Piceno, al via la realizzazione nel sito individuato dalla conferenza dei Sindaci di Area Vasta 5». «Il nuovo ospedale garantirà ai cittadini del Piceno servizi e prestazioni migliori e permetterà di realizzare una struttura per acuzie che dialogherà con i due nosocomi di Ascoli e San Benedetto del Tronto, che verranno riqualificati con adeguati investimenti. L’area proposta ha una superficie complessiva di 37 ettari».

Alcuni punti fermi. Il comunicato è del Presidente Ceriscioli, assessore alla sanità. Nessuna indicazione concreta su come il nuovo ospedale garantirà servizi e prestazioni migliori; nessuna indicazione concreta su come saranno riqualificati i due ospedali esistenti; nessuna indicazione concreta sul costo complessivo dell’operazione (nuovo ospedale più riqualificazioni) e sui relativi stanziamenti di spesa. Allora proviamo a mettere un po’ d’ordine in questo vuoto spot elettorale.

A noi risulta che il sito di Pagliare sia stato scelto con l’algoritmo, come si legge sul documento tecnico del 10 maggio 2018 inviato dalla Regione ai Sindaci dell’AV5: «È una delle tre aree che l’algoritmo ha individuato tra le più baricentriche in termini di percorrenza media». Poi, solo in seguito, precisamente l’8 agosto, la conferenza dei Sindaci, che poteva esprimere solo un parere consultivo, e il cui pseudo-regolamento prevede un meccanismo di voto, come più volte detto, non rappresentativo dei cittadini, ha detto, a maggioranza dei sindaci, di sì. Peccato che il 14 dicembre scorso, durante un’assemblea pubblica, il consigliere regionale Giorgini abbia affermato, davanti al sindaco Piunti, all’ex sindaco Castelli, al consigliere regionale Urbinati e ad altri politici locali, che proprio il Presidente gli aveva reso noto che dei politici piceni (perciò almeno DUE), molto prima dell’invenzione algoritmica, gli avevano detto che il nuovo ospedale DOVEVA essere fatto a Pagliare. Vorremmo sapere se il Presidente smentisce o conferma questa gravissima Sua affermazione. Oppure, come spesso accade, resta zitto.

L’ospedale da 500 posti letto (Pagliare) sarà realizzato con la stessa cifra necessaria per costruire il nuovo Policlinico di Milano che avrà 900 posti letto, 21 sale operatorie e 11 sale parto: mentre neppure sappiamo cosa ci sarà dentro al nuovo ospedale piceno. Ma qui si dovranno aggiungere, non a Milano dove il costo è onnicomprensivo, alla spesa iniziale di 200 milioni i 6-700 milioni di affitti e appalti venticinquennali da dare ai privati. Qui sembra siano necessari 37 ettari, mentre a Milano ne bastano 22, solo due in più rispetto a Torrette! Il signor Presidente matematico si sarà sicuramente accorto che i conti non tornano affatto.

L’ospedale di Pagliare avrà 487 posti letto per acuti, come affermato dal Presidente matematico. Ad oggi, risultano 243 posti letto nei due ospedali, quindi ne mancherebbero 43 solo per completare Pagliare! Perciò non ci saranno posti letto disponibili per acuti per mantenere aperto qualche reparto negli ospedali di Ascoli e di San Benedetto! Però il sapiente Presidente matematico sa che esistono i numeri immaginari: quindi possono benissimo esistere i posti letto immaginari e anche gli ospedali immaginari!

Nella proposta di Piano sanitario, che è stata inviata al Presidente ed alla signora Casini dalla IV Commissione, si afferma che: «lo schema di protocollo previsto nella DGR 523/2018 per il Presidio del Santa Croce di Fano, che prevede che lo stesso svolgerà funzioni sanitarie integrate con la nuova struttura e con la restante rete, va preso, per la parte che riguarda le strutture pubbliche, come modello regionale da applicare nella previsione dei nuovi Ospedali di area vasta. Detti protocolli … devono tener conto delle specificità territoriali (viabilità, indice demografico, indice demografico-turistico, etc.) e delle specificità sanitarie già presenti. Per quanto riguarda la costruzione di nuove strutture ospedaliere è da prevedere, inoltre, la predisposizione di un’accurata analisi costi/benefici, da sottoporre al vaglio della Commissione assembleare competente, sulla costruzione, ammodernamento, manutenzione delle strutture sanitarie regionali prima di avviare l’iter di nuove costruzioni».

Ripetiamo: “Analisi costi/benefici prima di avviare l’iter di nuove costruzioni”. Nessuna analisi, mai vista, mai letta. Nulla. Quali costi per 37 ettari? Quali costi per riqualificare? Inoltre a Fano resteranno questi reparti: Pronto Soccorso, Medicina, Chirurgia, Ortopedia, Medicina d’Urgenza, Rianimazione. Ed anche Breast unit, Dialisi, DH oncologico, Lungodegenza e Riabilitazione. Molto più che per un ospedale di Base come previsto dal DM 70/2015, che il Presidente conosce.

Circa dieci giorni fa il dottor Alessandro Maccioni, definito dalla stampa “uomo fortissimo del Presidente” quindi suo amico possiamo ritenere, nonché Direttore dell’AV3, zona nella quale si costruirà un “Nuovo ospedale” (come a Pagliare), ha affermato che “a Civitanova non si chiude niente”. Quindi lì resteranno aperti tutti i reparti, anche quelli che non potrebbero essere in un ospedale di primo livello ma che sono già presenti. Immaginiamo che Ceriscioli possa tranquillamente confermare anche questa posizione del suo “fortissimo uomo”.

Allora, il carissimo Presidente matematico dovrebbe spiegarci con quali posti letto per acuti applicherà nell’AV5 quanto previsto dall’accordo di Fano per cui, parole Sue, “Il Santa Croce rimarrà aperto, continuerà ad erogare gli stessi servizi di oggi fino all’entrata in funzione del nuovo ospedale e, dopo quella data, i cittadini potranno contare su tutte le prestazioni di cui hanno necessità ogni giorno, a partire dal pronto soccorso con tutti i codici, la diagnostica e la specialistica”. Il tutto a soli 12 km di distanza da Pesaro, la stessa esistente tra SBT e Cupra!

E noi a SBT avremo tutto questo o siamo solo, purtroppo, degli scomodi pezzenti, senza la minima dignità politica, che peraltro osano pure lagnarsi, dopo anni di soprusi ed espoliazioni? Quello che non ci meraviglia affatto è la totale sordità alle istanze del territorio più densamente popolato delle Marche. Il Presidente matematico, insieme ai Suoi colleghi di Giunta, forse pensa che verrà ricompensato, elettoralmente parlando, perché così è sempre avvenuto in passato. Perché Loro, in Regione, sono il potere, che non si abbassa a parlare con i pezzenti.

Auguri vivissimi. Noi contrasteremo questa follia, questo arbitrario atto di forza, con tutti i mezzi. E contrasteremo anche quei politici, di destra e sinistra, i cui nomi, sino ad oggi, non sono mai comparsi nei nostri comunicati. Ci siamo riservati le denunce per il momento migliore e il più deflagrante: quello delle elezioni. Comunque lo aspettiamo, se manterrà la sua promessa di venire a San Benedetto, a parlare con i cittadini e con i loro rappresentanti. Perché Lei dovrebbe rappresentare le persone, non se stesso, né i politici.

Post Scriptum. Chiarissimo Presidente matematico è fresca di stampa la notizia secondo la quale non si potrebbe fissare una data per il concorso di primario di Cardiologia a SBT, perché sarebbe impossibile trovare una data che metta d’accordo tutti i componenti della commissione, provenienti da varie parti d’Italia. Precisa il giornalista: “almeno per chi ci crede”. Riteniamo sia più facile credere alla Befana che non alle promesse di quei politici che hanno da molto tempo deciso che l’ospedale di SBT deve essere chiuso per le patologie di acuzie. Oppure il Presidente può spiegarci, ovviamente con un algoritmo, per quale motivo nel resto d’Italia le date per riunire le commissioni si trovano, mentre da noi no. Forse viviamo, solo noi di SBT, in un tempo speciale, nella quarta dimensione, o nella Regione sbagliata, e ci sta venendo una gran voglia di essere la prima città dell’Abruzzo piuttosto che l’ultima delle Marche…

Post Post Scriptum. Il 31 dicembre è stata pubblicata la Determina del Direttore generale n. 742: «Assetto organizzativo aziendale relativo all’Area Sanitaria». In questo documento scopriamo che esiste una Radiodiagnostica di Camerino e una di Civitanova. Ma non è citata esplicitamente una Radiodiagnostica di San Benedetto del Tronto né di Ascoli! Scopriamo che Camerino, 6.852 abitanti, ha una Cardiologia riabilitativa, che Civitanova, con 5.000 abitanti in meno di San Benedetto, ha la cardiologia con l’UTIC, pur trovandosi a 29 km da Macerata, mentre San Benedetto, a 32 km da Ascoli, non risulta avere l’UTIC. È stata completamente disattesa la risoluzione n. 77 del 2018 che prevedeva di rimodulare i posti letto di UTIC in AV5 “in proporzione al volume storico di attività nonché al bacino di utenza servito”. Mostriamo i dati ufficiali dell’AV5 che spiegano il volume storico.

UTIC AP 2015 2016 2017 2018 TOTALE % UTIC AP

SBT 32 24 36 51 143 53,75%

AP 26 40 35 22 123 46,24%

UTIC SBT 2015 2016 2017 2018 TOTALE % UTIC AV5

SBT 92 144 125 96 457 80,86%

AP 3 4 8 4 19 19,14%

Inoltre si continua a inserire, in modo del tutto errato, la cardiologia riabilitativa tra le emergenze quando invece ha il codice 56 della riabilitazione. Complimenti ai nostri vertici regionali garanti della nostra sanità! Dunque avrebbe ragione la dottoressa Sansoni a mantenere a casa, di notte, il medico della cardiologia, tanto l’UTIC non esiste! Anche perché a Camerino è già stata tolta la guardia notturna e, legalmente, non è più possibile ricoverare un paziente con patologia da UTIC perché di fronte al giudice, in caso di contenzioso, il medico che ha fatto il ricovero sarebbe in torto. Perciò l’UTIC di San Benedetto è legalmente chiusa.

Aggiungiamo anche il caso della Chirurgia. Sono previste due unità: Chirurgia generale e Chirurgia vascolare. Ad Ascoli già esiste la medicina vascolare, già esiste la radiologia vascolare quindi è evidente che la Chirurgia vascolare sarà messa lì. Ma ad Ascoli c’è già anche la Chirurgia generale, con un primario che non fa il vascolare. Perciò cosa resta per SBT? NULLA. Forse sarebbe il caso che la dott.ssa Storti non si accontentasse dei report dei propri sottoposti, ma venisse a dare un’occhiata di persona allo stato effettivo in cui versa questo territorio dannato, cominciamo a essere stanchi di tutte queste inspiegabili incongruenze…

2 gennaio 2020

Il Presidente del Comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso”

Dr. Nicola Baiocchi

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