Oltre al danno, la beffa

Oltre al danno, la beffa

San Benedetto del Tronto, 2021-07-15 – Riceviamo e pubblichiamo

<<Qualche pretoriano di destra ha ancora la faccia tosta di dire che questa amministrazione ha governato bene, come e quando i cittadini però ancora lo devono capire. Certo è che il peggio di sé lo ha dato in tema urbanistico e lavori pubblici, proprio i settori in cui viene a galla la miopia selettiva di ogni amministrazione da trent’anni a questa parte.

La vendita della Scuola Curzi è la ciliegina sulla torta, peraltro farcita dalle tante varianti al Piano Regolatore rimaste appese che, si badi bene, non vanno certamente a beneficio della cittadinanza e del territorio, ma dei soliti noti.

Quello che ci ha colpito, sia come cittadini, sia come addetti ai lavori, è l’assenza totale di attività programmatoria anche in funzione delle nuove e straordinarie possibilità legate al restauro e alla messa in sicurezza di edifici pubblici e privati, che avrebbero potuto rivitalizzare un settore disastrato coniugando attività produttive alla salvaguardia dell’ambiente, anche grazie all’efficientamento energetico e a una possibile svolta green.

Urbanistica e lavori pubblici sono da sempre riconosciuti come settori chiave per mostrare la visione sul breve e lungo periodo di una amministrazione: appunto.

Tra le note (più) dolenti, senz’altro la telenovela sulla piscina comunale, dove questa giuntina aveva messo in cantiere un intervento urbanistico in totale contrasto con le norme del PRG subendo in maniera prevedibile una fragorosa bocciatura dal tribunale regionale e penalizzando di conseguenza cittadini e operatori del settore, i quali oggi si ritrovano senza una struttura e con la sola speranza che il termine di questa amministrazione arrivi in fretta.

Che dire poi del glorioso F.lli Ballarin? 400.000 euro di soldi pubblici spesi per lasciare praticamente tutto com’era, quando comitati e cittadini manifestano da tempo e in ogni forma il desiderio di aprire l’area e rendere pubblico l’utilizzo, anche per riconoscerne l’identità e il valore storico senza mortificarla in un impianto minore (e probabilmente gestito da privati), di cui non si sente affatto la necessità.

Ora il sindaco, nonché assessore all’urbanistica, sembra stia cercando di chiudere il suo mandato proseguendo con la linea del nulla adottata nel corso di questi cinque anni e mezzo, paradossalmente uno dei mandati più lunghi causa gli eventi legati alla pandemia. Eppure l’occasione rappresentata dal superbonus 110% poteva essere propizia anche per risolvere l’annosa questione legata alle ben note disuguaglianze fra le varie aree della città: ad oggi è ancora impossibile accedere al bonus facciate in tutta la zona nord del quartiere Agraria, e la zona di via Colfiorito, poiché a destinazione artigianale quando di artigianale ormai non esiste più nulla da tempo immemore. Altri impedimenti sfiorano il kafkiano: la Soprintendenza impedisce di realizzare cappotti e pannelli  fotovoltaici per le zone A2 e A3 in qualità di centri storici, e la misura avrebbe anche un senso, ma a Porto d’Ascoli, dove il 90 % degli edifici è di nuova costruzione o ristrutturati pesantemente nel corso degli ultimi 25 anni appare certamente fuori luogo. Stesso discorso per il posizionamento di pannelli fotovoltaici a tetto, con la motivazione (ripetiamo, corretta nel caso di veri centri storici) del possibile deturpamento dei “valori paesistici del luogo”.

Sono questioni che si trascinano da decenni, sono pertanto colpevolmente coinvolte tutte le amministrazioni che si sono succedute negli anni. Quella attuale però detiene l’aggravante legata alle agevolazioni di cui sopra; molti cittadini avrebbero potuto migliorare la propria abitazione a costo zero, contemporaneamente dare una grossa mano all’ambiente migliorando indirettamente la qualità dell’aria, dovendo utilizzare meno impianti di riscaldamento/raffreddamento, e contribuire alla generazione e condivisione di energia a livello locale, grazie alle comunità energetiche, insomma: oltre al danno si è aggiunta la beffa.

Certo è che per metter mano alle questioni urbanistiche e dei lavori pubblici è necessario lavoro, competenza, professionalità, dedizione, nell’unico interesse dei cittadini ed è questo il ruolo che una amministrazione è chiamata a svolgere. È possibile, e accettabile, mantenere ancora questa situazione? Chi pagherà i danni derivanti da tale e tanta manifesta incapacità?

Le prossime elezioni ci daranno finalmente risposte?>>

Movimento 5 Stelle

San Benedetto del Tronto

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