Benvenuto e Buona Navigazione, sono le ore 10:04 di Mar 14 Mag 2024

dalla Regione Marche

di | in: Cronaca e Attualità, dalla Regione Marche

04 AGOSTO 2009 14:53
Seminario Anci – D’Ambrosio: ‘I Comuni alla base del successo della ricostruzione’.

(FABRIANO) ‘ ‘Il Comune ha rappresentato il perno della ricostruzione marchigiana e la chiave del suo successo’. Lo ha affermato Vito D’Ambrosio, gia’ presidente della Regione Marche, nel corso dell’intervento svolto al seminario Anci dedicato alla ricostruzione dell’Abruzzo. ‘La scelta operata ‘ ha ricordato ‘ ha privilegiato la valorizzazione del livello comunale, per consentire una gestione locale, dal basso, degli interventi. La Regione non ha trasferito solo risorse economiche, ma anche umane, favorendo le assunzioni del personale tecnico e una semplificazione delle procedure amministrative. Scelte che hanno consentito un controllo diffuso della ricostruzione sul territorio, che si e’ svolta nella massima legalita’, senza significativi interventi della magistratura’. Per l’ex presidente della Regione, ‘non e’ possibile realizzare una ricostruzione senza coinvolgere la popolazione, perche’ sulla ricostruzione si basa anche il rafforzamento della coesione sociale. Sin dall’inizio abbiamo puntato sulla condivisione di un modello che rispettasse le competenze e le mettesse insieme, con procedure che prevedessero il principio della sussidiarieta’. Per questo abbiamo scelto un modello elastico, basato su provvedimenti amministrativi, quali le ordinanze, e non certo le leggi, come per l’Abruzzo’. La ricostruzione marchigiana, secondo il consigliere regionale Leonardo Lippi (gia’ rappresentante Anci nella Commissione terremoto del 1997), e’ stata contraddistinta da una grande solidarieta’ delle forze istituzionali e politiche. ‘Tutti i provvedimenti assunti sono stati approvati all’unanimita’ dal Consiglio regionale, nella consapevolezza che le risorse economiche investite nella ricostruzione non rappresentassero un costo, ma un volano per lo sviluppo dei territori sconvolti dal sisma’. Ai lavori del Seminario hanno portato un contributo Maria Luisa Polichetti (gia’ vice commissario terremoto ’97) che ha illustrato gli interventi sul patrimonio storico e artistico; Roberto Sorci (sindaco di Fabriano) che ha parlato dei benefici economici e fiscali; Letizia Urbani (direttore generale Meccano) che ha relazionato sulle competenze delle imprese marchigiane e umbre nella ricostruzione. Testimonianze sono venute anche da amministratori locali umbri, mentre le conclusioni sono state tratte dal sindaco di Acciano (Abruzzo), Americo Di Benedetto. Il primo cittadino ha definito ‘drammatica’ la situazione post sismica. Superata ‘bene’ la fase dell’emergenza, si nutrono dubbi sulla ricostruzione. ‘Per la prima volta si e’ scelto di saltare la fase intermedia, quelle dei moduli abitativi e delle casette in legno, per puntare sulla costruzione delle abitazioni. Ma sara’ difficile sistemare tutti gli sfollati, perche’ la ricostruzione non poggia su sufficienti risorse finanziarie’. Secondo il sindaco, ‘la partita si giochera’ sul recupero dei centri storici. Solo in quello de L’Aquila, operano un migliaio di attivita’ commerciali’. (r.p.) . Serena Paolini  


04 AGOSTO 2009 14:01
Seminario Anci – IL MODELLO DI RICOSTRUZIONE DELLE MARCHE APPREZZATO DA TUTTI I PRESENTI.

Nel momento in cui l’Aquila e altri paesi si accingono a gestire la ricostruzione, l’Anci Abruzzo, Marche e Umbria hanno organizzato a Fabriano un seminario per continuare la collaborazione avviatasi subito dopo il sisma abruzzese. Gli interventi dei relatori hanno messo in luce il modello di ricostruzione utilizzato nelle Marche e nell’Umbria, che ha reso protagonisti i sindaci e le istituzioni, instaurando un rapporto di fiducia con i cittadini. Il presidente Anci Marche, Giorgio Meschini e il rappresentante dell’Anci Abruzzo, Silvio Ranieri, hanno sottolineato che i punti di forza della ricostruzione nelle due regioni sono stati il decentramento, attraverso il ruolo giocato dai Comuni, il coordinamento ad opera delle Regioni, la trasparenza delle attivita’ che non ha conosciuto scandali e l’iniziativa dei privati nel formare consorzi. Luigi D’Angelo, ingegnere dell’ufficio Emergenze del Dipartimento della Protezione Civile, ha sottolineato che ‘ogni emergenza vive delle pagine proprie e il confronto con le esperienze precedenti fa aprire una piattaforma di lavoro utile per l’Abruzzo. L’Anci e’ stata fondamentale nel trasferire le informazioni ai 56 Comuni interessati dal sisma, illustrando le azioni poste in essere dal Dipartimento nazionale’. Accorato, invece, l’appello del presidente Anci Abruzzo, Antonio Centi, ex sindaco dell’Aquila, nel poter realizzare ‘una ricostruzione non velocissima in quanto questa potrebbe far perdere l’identita’ qualitativa della citta’ andata distrutta. La soluzione di distribuire su circa 30 chilometri quadrati le nuove abitazioni, che prima erano situate nell’agglomerato del centro urbano, potrebbe provocare grosse difficolta’ sociali tra la popolazione’. Centi ha proposto al governatore Spacca di prendere in considerazione l’Ape (Appennino Parco d’Europa), progetto che opera sulla previsione e prevenzione dei rischi, mitigando cosi’ i danni di un territorio fragile. Infine, ha fatto un apprezzamento alle organizzazioni di volontariato di tutti i Comuni d’Italia che ogni anno s’incontrano ad Ancona al convegno ‘Codice Rosso’ per discutere e pianificare le loro attivita’ che poi sono state messe in atto in maniera energica durante il sisma abruzzese. Anche l’assessore provinciale dell’Aquila, Pio Allevi, ha voluto ribadire il concetto di Centi sul fatto che forse ‘c’e’ troppa fretta per la ricostruzione in Abruzzo. Il decreto legge emanato dal Governo nazionale il 28 aprile scorso, convertito in legge, non decentra i poteri, ma li accentra. La legge deve essere modificata in quanto la Provincia non ha alcuna delega eppure e’ proprietaria di strade e scuole’. Anche Allevi, in conclusione del suo intervento, ha elogiato il modello utilizzato dalle Marche e Umbria soprattutto nei modi e nei tempi della ricostruzione. (a.f.) . Serena Paolini


04 AGOSTO 2009 13:46
NASCE IL POLO BIBLIOTECARIO E DELLE ARTI VISIVE. COINVOLTI I COMUNI DI FABRIANO, SASSOFERRATO E GENGA.

Sigla dell’Accordo di Programma – tra il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, ed i sindaci dei Comuni di Fabriano (Roberto Sorci), Sassoferrato (Ugo Pesciarelli), Genga (Giuseppe Medardoni) – per un Progetto integrato che riguarda cultura ed arti visive. ‘Un Progetto – ha detto Spacca – che vuole dare nuovo respiro al territorio e rientra nella strategia di diversificazione delle iniziative nell’entroterra montano, valorizzando in particolare le sue risorse culturali e turistiche e attivando rilevanti investimenti per offrire nuove opportunita’ di crescita ai nostri giovani’. ‘La difesa del lavoro – aggiunge il presidente – e della coesione della comunita’, ha bisogno di progetti operativi: quello che coinvolge i Comuni di Fabriano, Sassoferrato e Genga – finanziato dalla Regione, utilizzando le risorse FAS – offre risposte concrete, in un rapporto di stretta collaborazione con gli enti locali.’ Presenti all’incontro anche il presidente-commissario della Comunita’ montana, Fabrizio Giuliani, e Sonia Ruggeri, assessore alla cultura del Comune di Fabriano. Fabriano sara’ capofila del progetto integrato. Il progetto prevede la realizzazione di un polo bibliotecario a Fabriano nel complesso di San Francesco e avra’ un ruolo di divulgazione del patrimonio artistico e culturale del comprensorio montano, favorira’ la promozione turistica e sara’ sede di confronto e scambio di idee rivolto in particolare alle nuove generazioni. Previsti l’utilizzo di nuove tecnologie multimediali ‘perche’ la biblioteca diventi un luogo di incontro e scambio tra i giovani’ come ha sottolineato Spacca; la creazione del polo culturale delle arti visive con interventi di adeguamento funzionale di Palazzo del Podesta’, Giardini del Poio e Madonna del Buon Gesu’. Il Progetto interessa Sassoferrato, dove nasce il Centro espositivo di arte contemporanea G.B. Salvi, con il recupero della Palazzina Liberty; il museo di arte sacra a Genga, con il recupero del museo San Clemente e la realizzazione dell’archivio storico. Il costo complessivo del progetto e’ quantificato in 4.5 milioni di euro, con un finanziamento della Regione di 3,5 milioni, nell’ambito dei finanziamenti programmati del Fas. . Serena Paolini    


04 AGOSTO 2009 13:38
CRISI SISTEMA ‘MODA’ ‘ LA REGIONE AL LAVORO PER LA STRATEGIA DI DIFESA ATTIVA DELLE PRODUZIONI DEL MADE IN ITALY ‘ L’assessore Badiali:’Servono misure severe contro l’abusivismo e la contraffazione’.

La Regione Marche in prima linea nella difesa attiva del ‘made in Italy’. L’assessore alle attivita’ produttive Fabio Badiali insieme ai rappresentanti delle associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali oggi, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Raffaello, ha sollecitato l’impegno del consiglio regionale, del Parlamento e del Governo al fine di attivare nuove misure legislative, per promuovere ed incentivare forme di tracciabilita’ e certificazione di qualita’ delle produzioni del sistema moda. ‘La Regione e’ sempre stata fortemente impegnata ‘ ha detto Badiali ‘ nella valorizzazione delle produzioni marchigiane sia in termini di promozione che di sostegno all’innovazione e alla ricerca. Per continuare su questa linea pero’ abbiamo bisogno di poter competere con i nostri concorrenti ad armi pari. Sono quindi necessari maggiori controlli per difendere i nostri prodotti e per salvaguardare i consumatori e i nostri lavoratori. E’ ora che nel nostro Paese vengano adottate misure stringenti che prevengano l’abusivismo e la contraffazione, anche con un maggior sforzo in termini di comunicazione istituzionale e pubblicita’ e che venga rivista la normativa che disciplina il ‘made in Italy’. Il Governo italiano ‘ aggiunge Badiali ‘ deve adoperarsi presso le idonee sedi comunitarie ed internazionali per difendere la presenza dei nostri prodotti, con condizioni di reciprocita’, sul mercato nazionale ed internazionale’. L’assessore ha spiegato che la crisi economica e finanziaria che si e’ manifestata dallo scorso anno ha avuto un impatto rilevante sul comparto moda, che ha registrato una forte contrazione della domanda e difficolta’ crescenti di accesso al credito. In particolare Badiali ha sottolineato la crisi finanziaria della ITTIERRE Holding, azienda molisana che opera in dieci regioni e che nelle Marche e’ legata a ben 140 imprese. La Regione Marche ha aperto una casella dedicata di posta elettronica per raccogliere indicazioni da parte delle aziende marchigiane coinvolte (e-mail crisi.ittierre@regione.marche.it ). ‘Se oltre a subire battute d’arresto per via della difficile congiuntura internazionale ‘ ha aggiunto l’assessore – perdiamo anche fette di mercato per forme di concorrenza sleale usciremo dalla crisi molto indeboliti sui mercati internazionali che ci hanno visto leader per molti anni, con il rischio di perdita di posti di lavoro e di importanti quote di fatturato. Per questo, grazie al ruolo che le Marche ricoprono come coordinatrici nella Commissione Attivita’ produttive, ho investito della questione ‘ sottolinea Badiali ‘ tutti gli assessori regionali del settore perche’ ritengo vitale che tutte le Regioni condividano una strategia comune. Allo stesso modo ho chiesto ai Prefetti e alla Guardia di Finanza, per quanto di loro competenza, di adoperarsi per difendere le nostre produzioni e raddoppiare gli sforzi per contrastare l’abusivismo e la contraffazione. Ringrazio infine il partenariato economico e sociale per la preziosa collaborazione prestata promuovendo iniziative analoghe sul nostro territorio’. SCHEDA TECNICA Le imprese della moda , abbigliamento, calzature svolgono nelle Marche un ruolo di forte importanza. Il Tac ( tessile ‘ abbigliamento ‘ calzature) conta circa 7.000 aziende e 68mila addetti e rappresenta oltre il 30% dell’intero settore manifatturiero con un export di oltre 2,5 miliardi di euro tra aprile 2008 e aprile 2009, soprattutto nell’Unione Europea, Russia e Stati Uniti ma anche in Cina, Svizzera, Ucraina, Hong Kong. . Claudia Pasquini  


04 AGOSTO 2009 12:45
Seminario Anci ‘Abruzzo, Marche, Umbria. Una storia da condividere’. Spacca: “Ha funzionato la filiera istituzionale e la coesione sociale. Paradossali le critiche del Governo alla nostra ricostruzione, riconosciuta come modello’.

(FABRIANO) ‘ L’esperienza post terremoto di Marche e Umbria al servizio della ricostruzione dell’Abruzzo. ‘Due eventi paragonabili per estensione, intensita’, gravita’ dei danni registrati’ – non certo per le vittime – ha sottolineato il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, che ha partecipato al seminario Anci, portando il saluto dei presidenti di Umbria (Maria Rita Lorenzetti) e Abruzzo (Giovanni Chiodi). Chiodi ha anche inviato una lettera all’Anci Marche, ringraziando per l’invito e spiegando di non poter essere presente per la ‘concomitante convocazione del Consiglio regionale su piano casa e legge urbanistica’. Spacca ha sottolineato l’utilita’ del confronto tra le varie esperienze, ‘per recuperare le testimonianze vissute nella difficile fase del terremoto e verificare cosa e’ possibile riprendere nella fase della ricostruzione dell’Abruzzo’. Secondo il presidente, il ‘punto forte’ dell’esperienza marchigiana-umbra e’ rappresentato dalla collaborazione istituzionale e dalla coesione sociale cha hanno favorito ‘una ricostruzione veloce, trasparente, di qualita’, non confrontabile con altre esperienze precedenti, come il Belice, dove la ricostruzione e’ stata gestita centralmente dallo Stato’. Grazie a questa ‘filiera istituzionale, la ricostruzione marchigiana e umbra rappresenta un esempio di correttezza amministrativa e di efficienza organizzativa. E’ paradossale, pertanto, che ministri del governo nazionale e lo stesso presidente del Consiglio, partecipando a trasmissioni televisive di grande ascolto e nonostante le nostre smentite, continuino a sostenere la presenza di tendopoli e baraccopoli, quando scomparsero dopo solo tre mesi, e tutti festeggiarono il Natale nei moduli abitativi predisposti o nelle case di legno costruite’. Spacca, con un filo di ironia, ha spiegato che i soli moduli oggi visibili a Fabriano sono dei cantieri della Quadrilatero, da non confondere con quelli post terremoto. (r.p.) . Serena Paolini




4 Agosto 2009 alle 16:02 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

Ricerca personalizzata