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Sara Giannini, il coraggio di cambiare

23 GIUGNO 2011 15:11
‘IL CORAGGIO DI CAMBIARE’ ‘ L’INTERVENTO DELL’ASSESSORE ALLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE SARA GIANNINI AL CONVEGNO DI CONFARTIGIANATO, UBI BANCA POPOLARE DI ANCONA E CNA.

Si e` svolto oggi in Regione il convegno ‘Il coraggio di cambiare’, organizzato da Confartigianato Marche, Cna Marche E Ubi Banca popolare di Ancona . L’evento, in occasione della presentazione del rapporto dell’Osservatorio su artigianato e piccola impresa, Trend Marche. Ha preso parte all’iniziativa, Sara Giannini, assessore alle Attivita` produttive della Regione Marche. Ha introdotto i lavori Salvatore Fortuna, presidente Confartigianato Marche. Ha moderato gli interventi Luciano Goffi, direttore generale Banca Popolare di Ancona. Gli interventi sono stati a cura di Gian Luca Gregori dell’Universita` politecnica delle Marche, Ilario Favaretto dell’Universita` di Urbino, Michele Bacco del Centro studi ‘Sintesi’ di Mestre. Giacomo Vaciago, docente di Politica Economia e Monetaria all’Universita` Cattolica di Milano, ha presentato la relazione ‘L’economia italiana dopo la crisi’. ‘Momenti di approfondimento qualificato come questi sono importanti per comprendere quali direzioni prendere e scelte effettuare’, ha detto Sara Giannini, concludendo i lavori. ‘La crisi ‘ ha seguitato l’Assessore ‘ ha posto interrogativi ai quali occorre dare risposte condivise, per cambiare marcia rispetto al passato. Il fatto che nel periodo piu` duro della congiuntura siamo stati senza Ministro per lo Sviluppo economico e` significativo. Lo sviluppo del Paese non puo` essere un puzzle fatto di singole politiche regionali e l’assenza di una direzione unitaria condiziona tutti. La mancanza di una seria politica industriale nazionale e` stata sottovalutata negli ultimi due tre anni, oggi piu` che mai ce n’e` bisogno, perche` la crisi non si risolve da sola, come accaduto a volte in passato. Oggi nello scenario compaiono competitori agguerriti, paesi che fino a pochi anni fa venivano considerati in via di sviluppo oggi sono protagonisti dell’economia mondiale. Reagire e` possibile, a cominciare dalle riforme a costo zero, come le semplificazioni e le innovazioni, come quelle della green economy, che necessitano tuttavia di un salto culturale da parte della societa` civile, non potendo essere imposte dalle istituzioni. Oggi abbiamo di fronte una prospettiva di riduzione di spesa pubblica preoccupante, lo scorso anno la manovra e` stata di 24 miliardi di euro, oggi si prefigura uno sforzo ancora maggiore, superiore di 16 miliardi a quello dello scorso anno. Cio` comporta una ristrutturazione istituzionale, riflettere sulle dimensioni di molti comuni, sul proliferare delle provincie. Altro che spostamento al Nord di Ministeri. Occorre tornare a crescere, per sostenere queste manovre correttive, altrimenti diventano insostenibili. Da parte nostra stiamo predisponendo il nuovo Piano per le attivita` produttive, integrato per la prima volta con quello per la formazione, poiche` la conoscenza ha un ruolo fondamentale nella crescita. Uno strumento che dia sostegno alle imprese che consorziandosi, mettendosi in rete, investendo su marchi e commercializzazione, stanno fronteggiano la sfida dell’internazionalizzazione’. Giacomo Vaciago, a lungo docente nelle Marche in passato, ha ricordato che quando venne per la prima volta 40 anni fa nelle nostra regione ‘l’agricoltura dominava ancora la scena, dopo venti anni, quando sono tornato alla Cattolica di Milano, le Marche erano la Regione piu` industriale d’Italia. L’industria e` estremamente importante, quando compare per la prima volta nella storia, nel 1750, il mondo cambia. L’industria e` in grado di risolvere i problemi che crea, ma occorre un governo. L’Italia, nel complesso, dal 1952 in poi decresce. Cio` soprattutto per il calo di produttivita`, addirittura negli ultimi anni e` diventata negativa e cio` viene compensato con il ricorso al precariato, che senza ristrutturazioni produttive, si risolve in mero sfruttamento e privazione di futuro per le attuali generazioni’.(f.b.)



23 GIUGNO 2011 15:53
SARA GIANNINI: ‘ Le Marche possono diventare regione pilota per un esperimento lungimirante e innovativo’ .

‘Il piano di gestione del fermo pesca biologico delle Marche potrebbe rappresentare un modello ed un esperimento pilota per altre realta` regionali.’ Lo ha dichiarato l’assessore regionale alla Pesca, Sara Giannini, visibilmente soddisfatta dall’esito dell’ audizione a Montecitorio con la XIII Commissione Parlamentare Agricoltura. Come gia` annunciato i giorni scorsi, l“assessore e` stata ascoltata ieri dalla Commissione in una riunione molto partecipata. Al centro della disamina, la valutazione delle criticita` della gestione del fermo biologico marchigiano e l’esigenza di calibrare in maniera mirata gli interventi per la piena attuazione e razionale gestione del Piano di gestione regionale, proposto dalle Associazioni di categoria marchigiane. Il piano era gia` stato presentato al Ministro dell“Agricoltura e Pesca, Francesco Saverio Romano, lo scorso 18 maggio. ‘L’audizione – ha poi aggiunto Sara Giannini ‘ e` stata molto importante e utile per valutare le diverse proposte. I contenuti e le novita` lungimiranti del Piano, inoltre, hanno riscosso un forte interesse bipartisan. In un momento di forte crisi del pescato, con notevoli problemi specialmente in Adriatico, siamo quindi fiduciosi ‘ ha concluso- che il Piano di gestione del fermo biologico marchigiano, integrato dall’apporto della Commissione tecnico-scientifica regionale, inquadrato come progetto sperimentale, possa incassare il sostegno normativo e finanziario del Governo e raggiungere gli obiettivi prefissati, vale a dire una ottimale gestione della risorsa ittica, la tutela e l“implementazione della stessa. Obiettivi che hanno anche saputo tener conto delle esigenze dei diversi soggetti interessati ‘ dagli operatori ittici , al commercio, ai consumatori- attraverso azioni mirate a ridurre il piu` possibile i disagi.’

23 GIUGNO 2011 14:46
RIQUALIFICAZIONE URBANA E ASSETTO IDROGEOLOGICO, PROPOSTA DI LEGGE DELLA GIUNTA REGIONALE. VIVENTI: ‘SECONDA NORMATIVA PRESENTATA PER RILANCIARE IL SETTORE EDILIZIO’.

‘Rinnovare le citta` costruite’ per rilanciare il settore edilizio, contenere il consumo dei suoli, recuperare le aree degradate. A questo concetto si ispira la proposta di legge sulla riqualificazione urbana che la Giunta regionale ha inviato all’Assemblea legislativa per l’approvazione. Il testo e` all’esame della 4a Commissione consiliare e anticipa alcuni contenuti della nuova legge regionale sull’urbanistica che la Regione sta elaborando. ‘E` la seconda normativa che, in un anno, la Giunta regionale ha emanato per sostenere il comparto edilizio e garantire solide basi alla crescita economica delle Marche – afferma l’assessore al Territorio, Luigi Viventi – Dopo il Piano casa dei primi mesi del 2011, le previsioni in esso contenute vengono ora rafforzate con scelte innovative che tendono a favorire gli interventi, rendendoli piu` vantaggiosi e facilitandone la realizzazione attraverso procedure piu` snelle. Novita` che non sono sfuggite ad altre amministrazioni regionali, tanto che la Regione Friuli Venezia Giulia ha chiesto di poter visionare quanto abbiamo predisposto con i nostri tecnici’. I contenuti della nuova proposta di legge sono stati illustrati in una conferenza stampa alla quale, insieme a Viventi, hanno partecipato i dirigenti dei servizi Territorio, Antonio Minetti, e Legislativo, Paolo Londrillo. Gli obiettivi della proposta di legge vengono conseguiti con strumenti urbanistici snelli, denominati Poru (Programmi operativi per la riqualificazione urbana). Sono definiti dalle amministrazioni comunali, anche acquisendo idee e proposte formulate dai cittadini. Possono prevedere piu` aree d’intervento. Una prima novita` e` rappresentata dalla possibilita` di predisporre Poru intercomunali, che coinvolgono aree di confine, prevedendo interventi di riqualificazione programmati in maniera congiunta e coordinata. Altra novita` e` rappresentata dalla cosiddetta ‘premialita`’: per favorire l’avvio delle riqualificazioni, la proposta di legge prevede che il Poru possa consentire incrementi sino al 10 per cento degli indici edificatori fissati nei Piani regolatori vigenti, elevabili al 15 per cento nei Programmi intercomunali (recupero di zone appartenenti a piu` Comuni). Un ulteriore premio viene previsto per le progettazioni di qualita`: un 5 per cento aggiuntivo va riconosciuto agli interventi realizzato attraverso concorsi di architettura, che garantiscono un recupero del costruito secondo i migliori parametri qualitativi. Inoltre, se gli incrementi volumetrici non superano questi valori (il 10 per cento comunale, il 15 per cento intercomunale, entrambi eventualmente maggiorati dal 5 per cento dei concorsi di architettura), i Poru sono approvati direttamente dai Comuni, senza il previsto passaggio in Provincia, riducendo i tempi di adozione da circa due anni a tre o quattro mesi. Questa possibilita` agevola il lavoro delle stesse Province, che possono concentrarsi sulle grandi progettazioni urbanistiche, lasciando ai Comuni quelle di interesse locale. Una terza, rilevante, novita` contenuta nella proposta di legge, riguarda la perequazione urbanistica, gia` sperimentata in altri contesti regionali, ancora non diffusa nelle Marche. Oltre che nei Poru, puo` essere applicata in tutti i Piani regolatori vigenti. Consente una redistribuzione equa del valore aggiunto creato dalla trasformazione fra i proprietari interessati. I diritti edificatori vengono ripartiti, secondo il capitale investito, tra i titolari delle aree urbane recuperate, in modo da garantire ai Comuni la disponibilita` di suoli da destinare a verde o attrezzature pubbliche. Il testo, inoltre, dispone che gli interventi urbanistici vengano subordinati a una’attenta verifica degli assetti idrogeologi delle aree riqualificate. Infine, per orientare le trasformazioni urbane verso la riqualificazione dei quartieri esistenti, nelle norme transitorie e` previsto il blocco temporaneo di ulteriori espansioni delle aree edificabili nei Comuni che non abbiano completato almeno il 90 per cento di quelle gia` previste (fatta salva la possibilita` di ampliamento per le attivita` produttive gia` insediate).




23 Giugno 2011 alle 16:57 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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