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Più sapore a Leguminaria 2011 con il Suino della Marca

di | in: Cronaca e Attualità

Leguminaria

La rassegna che riscopre e valorizza i legumi, il vino, l’olio e le ceramiche – tutti rigorosamente “fatti in casa” – torna il 14, 15 e 16 ottobre ad Appignano di Macerata ancora più appetitosa: ad arricchire i suoi piatti arriva la carne della nuova razza suina allevata allo stato semi brado, gestita dall’Associazione regionale allevatori delle Marche. Merito della Provincia di Macerata che, con il progetto itinerante “…assaggi di Raci”, apre una finestra sulle eccellenze agroalimentari del territorio e le mette in rete a fianco della Raci, la maggiore manifestazione fieristica del settore.

Leguminaria c’è. E, per il nono anno consecutivo, grazie all’impegno del Comune di Appignano, della Provincia di Macerata e della Regione Marche, ci invita a scoperchiare la buona tradizione: ceci al rosmarino, fagioli con le cotiche, lenticchie con la salsiccia impreziositi dall’olio monovarietale di Mignola, a cura dell’Assam, serviti nelle ciotole di terracotta realizzate dai Maestri Vasai Appignanesi – da portare a casa con sé a fine pasto – e accompagnati dal Rosso Piceno dell’Azienda agricola Villa Forano.

Quando si mangia? Venerdì e sabato a cena, dalle 19, e domenica sia a pranzo, dalle 12, sia a cena, nelle osterie allestite in centro storico dalla Pro Loco. Convegni, momenti di educazione alimentare, mercatino di prodotti tipici e bio, incontro tra produttori e consumatori, assaggi di fagiolo Solfì e cece Quercia, musica e spettacoli vanno ad arricchire la manifestazione, che domenica ospita la 1ª Mostra mercato della terracotta e della ceramica artistica, sostenuta dalla Regione nella linea intrapresa dall’assessorato per le Attività produttive a tutela dell’artigianato artistico.

E se i prodotti di qualità sono un elemento fondamentale, oggi, per attrarre turisti che cercano nelle tipicità una chiave di lettura del territorio, Leguminaria è un richiamo irresistibile per chi va alla ricerca di elementi unici e esclusivi. Info: www.leguminaria.it

Leguminaria 2011: il programma


Venerdì 14 ottobre

ore 18.00: sala eventi del Comune

INCONTRO CON I CONSUMATORI

“Lezione-degustazione di olio d’oliva di Mignola”

in collaborazione con APROL COLDIRETTI

dalle ore 19: inaugurazione e apertura delle cantine

Musica e spettacoli

ore 21.30: Lando&Dino



Sabato 15 ottobre

ore 18.00: sala eventi del Comune

INCONTRO CON I CONSUMATORI

“Come nasce un Gruppo di acquisto solidale”

con Davide Guidi

dalle ore 19: apertura delle cantine

Musica e spettacoli

ore 21.30: Mano Loca & Massimo Vecchi

(bassista e cantante dei Nomadi)



Domenica 16 ottobre

ore 10.00: apertura dei mercatini di prodotti tipici e bio

1ª Mostra mercato della terracotta e della ceramica artistica (Borgo Santa Croce, antica via dei Vasai)

degustazioni di fagiolo Solfì e cece Quercia

ore 11.00: Banda Musicale Rimini Mobili Città di Appignano

dalle ore 12: apertura delle cantine

Musica e spettacoli

I Clown del Baule dei sogni

Stornellatori

Frate mago e i frati di Forano

Musica e animazione

dalle ore 19: apertura delle cantine

Musica e spettacoli

Talk Radio di Piero & Ettore




dove si mangia… LE OSTERIE del centro storico

“Osteria del Bellente”, “Cantina d’Italia”, “La loggia del Re”, “Un mondo di verde”, “Osteria de Peppe de Birtina” , “Taverna de u Portu de Pignà”, “Caffè di Lando&Dino”, “Leguminaria Story”


Leguminaria e i prodotti della terra


Valorizzare le peculiarità ambientali delle zone agricole di Appignano per incrementare le coltivazioni biologiche e di qualità e dare, nel contempo, più forza al progetto Leguminaria: da rassegna a modello anticrisi.

Ci ha creduto l’Amministrazione comunale, grazie al sostegno della Provincia di Macerata e della Regione Marche, fino ad ottenere il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole.

Del resto Appignano, Comune Bandiera Verde Agricoltura, è da tempo impegnato a recuperare, nell’ambito della cultura contadina, gli ecotipi dei suoi caratteristici legumi, anche alla luce del programma di ricerca scientifica condotto dal Centro di Monsampolo del Tronto (Ap) e finanziato dal servizio Internazionalizzazione, Cultura, Turismo e Commercio della Regione Marche. Un programma da cui è scaturita nel 2009, nel corso di un convegno, la consegna dei semi in purezza agli agricoltori custodi individuati dall’Assam.

Ma per disciplinare produzione e marchio, ottenendo il riconoscimento Igp o Dop, c’è bisogno di qualcosa di più. Ecco perché nasce, grazie al Comune che ne è socio fondatore, l’Associazione “I Legumi di Appignano”, per la promozione e la conservazione del cece Quercia, del fagiolo Solfì e della roveja Monocromatica.

Un passaggio importante per dare ulteriore slancio al progetto della commercializzazione dei legumi e della valorizzazione di tutto il territorio di Appignano e delle sue tipicità, incluse le produzioni artigiane in terracotta, nonché nuovo impulso al turismo.


Fagiolo Solfì

Per aspetti organolettici e nutrizionali, “Solfì” si colloca al primo posto di una ipotetica graduatoria delle diverse tipologie di fagiolo, perché è caratterizzato da una buccia sottilissima e da una bassissima concentrazione di fattori antinutrizionali che ne determinano una elevata digeribilità. Si tratta di una varietà a taglia bassa, con granella color zolfo.

Leguminaria e la ceramica


Protagoniste indiscusse di Leguminaria le terrecotte dei Maestri Vasai Appignanesi, che nel 2008 hanno celebrato il Cinquecentario della loro attività e grazie ai quali oggi Appignano è conosciuto in Italia come Centro della Ceramica. Una tradizione da valorizzare e tramandare.

Fondamentali, ad Appignano, per mantenere vive le arti legate alla terracotta sono la Scuola di Ceramica, istituita nel 2006 dall’Amministrazione comunale, e l’Associazione “Scuola di Ceramica Maestri Vasai Appignanesi – M.A.V.”, costituita nel 2008, che gestisce la Scuola comunale ed i corsi di formazione.

A dare ancor più forza al progetto l’impegno della Regione Marche a tutela dell’artigianato artistico, nella linea intrapresa dall’assessorato per le Attività produttive.

L’obiettivo – spiega l’assessore Sara Giannini – è favorire ulteriormente la promozione del settore, valorizzando la tradizione degli antichi mestieri artigiani: un legame forte e radicato con il territorio, arte e perizia tecnica, ma anche capacità di innovarsi e confrontarsi con la contemporaneità.

Le produzioni di qualità, oltre a rappresentare la storia e l’identità regionale, evidenziano una buona domanda di mercato, costituiscono occasione di sviluppo ed occupazione e anche testimonianza culturale della radicata laboriosità della nostra comunità”.

La strada intrapresa è quella giusta: grazie infatti al sostegno della Regione Marche, nella giornata di domenica 16 ottobre, Leguminaria ospita la 1ª Mostra mercato della terracotta e della ceramica artistica con espositori dal terriorio e da tutta Italia.

È la prima di una serie di inizitive avviate d’intesa con l’assessorato regionale per le Attività produttive.


Domenica 16 ottobre 2011

Borgo Santa Croce, antica via dei Vasai


1ª Mostra mercato della terracotta e della ceramica artistica


ESPOSITORI


Appignano

Scuola comunale di ceramica

Ceramiche Taruschio

Ceramiche Bozzi

Ceramiche Fratelli Testa

Giovanni Ferri detto Sittì

Marica Sabbatini

Fabio Tavoloni

Sandra Zuccari


Marche e Italia

Chiara Nuti (Cecina, LI)

Mahnaz Ghamari (Senigallia, AN)

Laura Scopa (Canavacchio di Urbino, PU)

Paolo Pompei (Belforte all’Isauro, PU)

Paola Zago (Campagna Lupia, VE)

Roberto Aiudi (Furlo, PU)

Sauro Santi (Montecchio, PU)

LS Ceramis (Tolentino, MC)

Terrecotte Bonifazi (Fratterosa, PU)

Orazio Bindelli (Fermignano, PU)

Annamaria Bozzi (Montottone, AP)

Annamaria Lorimer (Scandicci, FI)

Sara Della Felice (Fossombrone, PU)

Anna Rossi (Senigallia, AN)

Cinzia Cingolani (Senigallia, AN)

Gigliola Rosciani (Recanati, MC)

Vanni Donzelli (Cremona, CR)

Terredautore (Recanati, MC)


Leguminaria e i piatti “poveri” della cucina marchigiana


In realtà si tratta di piatti sostanziosi, dagli indiscutibili benefici nutritivi. In passato si preparavano in abbondanza: quello che rimaneva si mangiava la mattina successiva a colazione, prima di andare a lavorare nei campi.

Come altri piatti, anche questi venivano cotti nelle pigne di coccio, visto che il camino e il fuoco a legna erano l’unica fonte di calore. Il cibo così preparato aveva un sapore eccezionale, anche perché cuoceva molto lentamente e gli aromi non evaporavano.

Ancora oggi Leguminaria propone i suoi piatti serviti nelle tradizionali ciotole di terracotta realizzate dai Maestri Vasai, che i commensali portano a casa con sé, insieme al bicchiere, a fine pasto:

ceci, fagioli, lenticchie, assaggi di roveja, innaffiati dal Rosso Piceno dell’Azienda Agricola Villa Forano.


La Roveja (Pisum Arvense), piccolo legume simile al pisello, era conosciuta più che altro come erba infestante.

Usata nei secoli passati per sostenere l’alimentazione dei pastori insieme ad altri legumi poveri come lenticchie, cicerchie e fave, Leguminaria la rivaluta e la propone al pubblico come gustoso legume da assaggiare, con l’obiettivo di tutelare e far conoscere il prodotto, collocarlo sul mercato e coinvolgere altri coltivatori che al momento producono solo per autoconsumo.

Questo pisello selvatico, dal seme di colore marroncino tendente al giallo, il cui sapore ricorda quello della fava e del cece, si consuma ancora, anche se sporadicamente, sul versante marchigiano degli Appennini. In tavola lo si può gustare con la pasta, come tutti gli altri legumi, ma anche macinato, ottenendo una polenta dal gusto marcato, tendente all’amarognolo.




Leguminaria e le ricette

Fagioli con le cotiche

Ingredienti. Cipolla, olio d’oliva, fagioli precedentemente ammollati, cotenna di maiale, passata di pomodoro, sedano, carota, sale.

Preparazione. Una volta bollite le cotiche, ben pulite, in acqua calda, finché non diventano tenere, si prepara un soffritto con l’olio di oliva e la cipolla. Quindi si versano le cotiche nel soffritto e si aggiungono due o tre mestoli di passata di pomodoro, il sedano e la carota a pezzi. Si sala e si fa cuocere fino ad ottenere un sugo denso. Finalmente si aggiungono i fagioli, precedentemente tenuti a bagno per almeno 15 ore, sciacquati e bolliti in acqua salata, e si fa insaporire il tutto per altri 10 minuti. Si serve con pane abbrustolito.

Zuppa di ceci al rosmarino

Ingredienti. Aglio, rosmarino, olio d’oliva, ceci precedentemente ammollati, sale.

Preparazione. I ceci, tenuti a bagno dalla sera prima con un po’ di sale, si scolano e si lasciano per qualche minuto con una puntina di bicarbonato. Si sbattono bene, quindi si immergono in una pentola con acqua tiepida e si sciacquano. L’operazione va ripetuta un paio di volte. Finalmente in un’altra pentola, sempre con acqua tiepida, si mettono a cuocere, aggiungendo aglio, sale e rosmarino. Si serve con olio d’oliva.

Lenticchie con la salsiccia

Ingredienti. Cipolla, olio d’oliva, lenticchie precedentemente ammollate, salsiccia, passata di pomodoro, sedano, carota, aglio, sale, pepe, 1 bicchiere di vino.

Preparazione. Si tritano insieme le verdure e si fanno soffriggere nell’olio di oliva. Quando saranno appassite, si aggiungono la salciccia e le lenticchie, precedentemente tenute a bagno per almeno due ore, scolate e bollite per 20 minuti. Si cuoce il tutto, mescolando e bagnando con il vino. Quando il vino sarà evaporato per la metà, si aggiungono la salsa di pomodoro e acqua fino a coprire. Si sala e si cuoce per un’ora a tegame coperto. Infine si alza la fiamma per ridurre buona parte del liquido.

Si aggiunge una manciatina di pepe e si serve con pane abbrustolito.

Polenta di roveja

Ingredienti. Cipolla, olio d’oliva, farina di roveja, lardo, pecorino, sale.

Preparazione. La farina di roveja viene sciolta lentamente nell’acqua salata, prima che questa arrivi ad ebollizione, per poi essere cotta per circa un’ora. Il condimento è molto povero e viene fatto con cipolle appassite nel lardo (o acciughe ed aglio), pecorino grattugiato e un filo d’olio. La polenta può essere consumata anche il giorno dopo, a fette, riscaldata in forno o in padella.


Leguminaria e il vino


Della Contrada di Forano si parla sin dal XIII secolo, quando San Francesco d’Assisi si fermò nel vicino convento, all’epoca circondato da un folto querceto, ove i frati erano dediti alla meditazione. Con l’intensificarsi dell’agricoltura, le querce furono abbattute ed il terreno venne messo a frutto con le colture del grano e della vigna.

Nei diversi passaggi di proprietà che l’azienda conobbe sino al 1966 (anno in cui Antonio Lucangeli rilevò la fattoria), la cantina di Forano con i suoi vini fu sempre l’anima dell’azienda, come è dimostrato dalle numerose fotografie e lettere di corrispondenza rinvenute in amministrazione.

Nel corso di questi anni, la famiglia si è dedicata in modo meticoloso alla ristrutturazione di tutto quello che di più bello gli avi hanno lasciato. Decisivo è stato il 1997, quando si è reimpostata la filosofia produttiva.

I vigneti sono stati a mano a mano reimpiantati seguendo un’impostazione volta alla qualità e alla territorialità. Si è scelto di rinnovare le tradizioni, impiantando i vitigni autoctoni: dal Maceratino (in passato Greco Maceratese, poi Montecchiese o Ribona) al Trebbiano, al Pecorino e alla Malvasia, dal Montepulciano al Sangiovese, dalla Lacrima alla Vernaccia Nera, il legame con il territorio ha sempre distinto e premiato l’azienda.

Anche all’interno della fattoria, accanto alla cantina storica, negli alti locali un tempo essiccatoi di tabacco, si sono ricavate altre due cantine volte alla vinificazione, lavorazione e vendita dei vini.

La tecnologia introdotta, unitamente alla scelta in vigna del prodotto, hanno fatto in modo che negli anni crescesse la qualità dei vini sino ad ottenere riconoscimenti ed apprezzamenti da parte di esperti del settore.

La fattoria vede oggi l’aiuto dell’ultima generazione della famiglia, impegnata nei diversi settori. Il volto giovane e l’innovazione sono dimostrati, tra le altre cose, dalla ristrutturazione delle quattro case coloniche adibite ad agriturismo, dal recupero delle grotte sotterranee, utilizzate per la conservazione delle riserve aziendali di maggior valore, e dal desiderio di far emergere Forano.



Fattoria Forano di Lucangeli Giovanni Battista – Società Agricola Società Semplice

C.da Forano, 40 – 62010 Appignano MC

tel/fax +39 0 733 57102 – www.villaforano.it / info@villaforano.it



Leguminaria e gli “…assaggi di Raci”


Per ampliare gli aspetti promozionali offerti dalla Rassegna Agricola del Centro Italia, la Provincia di Macerata ha lanciato “…assaggi di Raci”, progetto di rete delle eccellenze produttive agroalimentari del Maceratese il cui nome deriva, appunto, dalla RACI che la Provincia promuove ed organizza al quartiere fieristico di Villa Potenza.

Gli eventi di promozione e valorizzazione dei prodotti e delle tipicità agroalimentari che, nel corso dell’anno, si svolgono sul territorio si collegano così idealmente tra di loro e tutti insieme si ritrovano a fianco della maggiore manifestazione fieristica maceratese del settore agricolo che, a sua volta, apre una finestra sull’intero mondo rurale ed agroalimentare.

In questo contenitore Leguminaria entra a pieno titolo perché, nel promuovere le produzioni agricole locali, si sposa bene con altre eccellenze del territorio, come l’olio extravergine di oliva monovarietale e il Suino della Marca.


GLI ASSAGGI DI RACI


L’arte della tradizione norciaria e oleicola a Mogliano; Formaggi d’autore a Gualdo; Rassegna nazionale degli oli extravergine di oliva monovarietali ad Abbadia di Fiastra; Girogustando a San Ginesio; Mare d’a…mare a Civitanova Marche; Notte bianca Bio a Pievebovigliana; Festival del Vino cotto a Loro Piceno; Apimarche a Montelupone; Festival della polenta ad Apiro; Festival della carne bovina di razza Marchigiana a Treia; Antichi sapori e ricchezze del bosco a Cessapalombo; LEGUMINARIA ad APPIGNANO; Festival della birra agricola a Tolentino; Lo zafferano dei Sibillini a Pievetorina; Saperi e sapori della mela rosa a Monte San Martino; Appassimenti aperti a Serrapetrona; Le terre del Tartufo” a Camerino.



Leguminaria e il “Suino della Marca”


Il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha approvato l’iscrizione del Registro “Suino della Marca” nell’Albo nazionale dei registri ibridi – qualifica Selezione, dando formalmente il via alla gestione del Suino della Marca, curata dall’Associazione regionale allevatori delle Marche.

È un riconoscimento che premia l’iniziativa avviata alcuni anni fa dall’Agenzia per i servizi agroalimentari delle Marche (Assam), insieme alle Università di Camerino e Università Politecnica delle Marche, per la creazione di una nuova razza suina da impiegare nell’allevamento allo stato semi brado.

Il progetto, cofinanziato dalla Regione, portato avanti con la collaborazione delle Associazioni allevatori e con il sostegno delle Istituzioni locali, è nato con uno schema di incrocio a tre vie, utilizzando una razza autoctona per la rusticità, una razza ad elevata attitudine materna ed una razza dotata di adeguata carnosità. All’inizio del 2009, in un allevamento di Matelica gestito dall’Associazione Allevatori di Macerata, sono nati i primi esemplari di questa serie di incroci. Tra un migliaio circa di suinetti sono stati poi selezionati per caratteristiche zootecniche (produttività, rusticità, qualità della carne) circa 25 maschi e 70 femmine.

Questi riproduttori sono stati accoppiati fra di loro (evitando la consanguineità) con l’obiettivo di fissare i caratteri ottenuti.

Nel giro di alcuni cicli di incroci e attraverso la selezione dei migliori riproduttori, si arriverà presto a definire quelle che saranno le caratteristiche della nuova razza “Suino della Marca”.

Questa ultima fase del progetto è attualmente in corso in sette aziende zootecniche marchigiane che allevano i maiali all’aperto.

I risultati fin qui ottenuti sono molto positivi, tanto da far entusiasmare gli stessi agricoltori.




11 Ottobre 2011 alle 16:46 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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