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Venere e Marte… sono blu

di | in: Primo Piano, Recensioni

Oltre il blu

 [ “Oltre il blu” Jazz Fest: RAF FERRARI quartet (Alessandro Del Signore – contrabbasso / Raf Ferrari – piano / Claudio Sbrolli – batteria / Vito Strano – violoncello) ]

                                                     Palazzina Azzurra  22 agosto 2012  h 21.30  – San Benedetto del Tronto –      www.notedicolore.net    www.nuovojazz.blogspot.com


             Naturalmente non è vero che sono blu. Venere è luminosissimo ma irrimediabilmente giallognolo, Marte – lo stanno esplorando anche adesso – solo se contenesse acqua allo stato liquido invece che allo stato solido o di vapore, potrebbe forse apparirci un po’ blu. Ma se alla Palazzina Azzurra certo jazz d’avanguardia si tinge di blu (“Oltre il blu” Jazz Fest 3°ed.), succede che anche Venere e Marte si tingano di blu, “amandosi e combattendosi” in una via Lattea di spartiti di Raf Ferrari & co. (vedi questo suo secondo CD) . Blu è bello e magico. 

       Non a caso Gershwin compose la Rapsodia in blu, sublime miscela di classica, blues, jazz…

       Gradevolissima serata. Ragazzi-musicisti sfornati dal talentuoso mezzogiorno, che con coraggio inventiva competenza e garbo producono jazz innovativo ma anche misurato, con basi ben salde nella classica. Fantasia, calcolata improvvisazione, rigore. Non una battuta uguale all’altra, senza strafare. Formazione agile e leggera, nessun protagonismo, suonano come fossero in casa tra amici… Gli assoli piovono naturali, più come concessione al riposo reciproco che per incitare applausi di circostanza. Così l’ascolto è completo, pieno, senza distrazioni. Alla fine, questi ragazzi li “conosci” veramente. Ti fanno tenerezza. Bravi figli. Nati per suonare. Certo, se Raf avesse avuto un bel piano vero da concerto, a coda lungo, nero, con 88 tasti d’avorio e corde d’acciaio… Intanto per l’estetica: vuoi mettere, vicino al contrabbasso e al violoncello. Invece di quel pianetto digitale tecnicamente dignitosissimo ma povero a guardarsi, tastierina giocattolo, coperchio di plastica, zampine secche di ferro incrociate sempre sull’orlo del collasso. Raf l’ha spremuto come un limone, ma lui esalterebbe pure una pianola Bontempi! Neanche gli occhiali da sole ha fatto cadere,

       costringendoli solo al ballo di San Vito su un piano tellurico (ma per raccoglierli, in prima fila, molti erano pronti allo scatto).

              Gustoso bis, quando il contrabbassista Del Signore (nomen omen), sostituendo il Guerino Rondolone del CD e quindi non potendo suonare tutto a memoria, s’è costruito un leggio triplo (!), stendendoci sopra non so quanti spartiti scritti fitto fitto, pinzati con una marea di mollette da bucato…   

       Solo su Marte (sotto l’influsso di Venere) puoi vedere un ragazzo suonare un contrabbasso che al posto del puntale pare abbia un ruotino…


             SBT, 23. 8. 2012                    PGC




26 Agosto 2012 alle 19:00 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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