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Dana Spiotta “Versioni di me”

di | in: Primo Piano, Recensioni

“Versioni di me” (minimum fax, 2013 – pag. 249; euro 16,00)

 

«Le Cronache di Nik in parte aderivano ai fatti, in parte no. Quando il suo cane è morto nella vita reale, è morto anche nelle Cronache. Ma nelle Cronache ha ricevuto un gran funerale e un album tributo. I fan hanno spedito migliaia di biglietti di condoglianze.»

 

Romanzo musicale alla maniera del “Great Jones Street” di Don DeLillo, “Versioni di me” mette in scena la paranoia e l’ossessione rock di un musicista che ha trasformato la sua età adulta in un teatro di menzogne.

Nik in gioventù aveva le carte in regola per raggiungere la fama, ma l’ha soltanto sfiorata. Ormai cinquantenne continua imperterrito a comporre e suonare la sua musica, registrandola in poche copie casalinghe che regala alle persone più care, portando avanti un progetto antipop in venti volumi, sperimentando con le sette note per non arrendersi alle logiche di un mercato che non ricorda nemmeno chi sia. Nik si è autoesiliato in una solitudine esistenziale, prigioniero di un ego malato, ma non ha rinunciato a scrivere le Cronache, mastodontica autobiografia immaginaria di Nik Worth, seminale autore di culto del rock contemporaneo.

Un po’ Daniel Johnston, un po’ Emitt Rhodes, un po’ il Cheyenne interpretato da Sean Penn nell’ultimo film di Sorrentino, Nik è un disadattato che di fronte al bivio tra la maturità e l’eterna giovinezza non riesce a dire addio a tutti quei sogni nati quando, a dieci anni, suo padre gli regalò la prima chitarra e, per continuare ad abbandonarvisi, si ritira dal mondo.

Nik e sua sorella Denise, voce narrante, sono adulti senza possibilità, tarlati, i cui unici orizzonti sono il declino e il silenzio.
“Versioni di me” è una coraggiosa riflessione sulla famiglia, sul successo, sugli eccessi, sulla negazione del futuro e sulla capacità di ricordare. E laddove la memoria non aiuta, ecco che entrano in gioco le Cronache, ricostruzioni arbitrarie, deliranti, fasulle soprattutto, dentro le quali è però rintracciabile una vita, quella di Nik, parallela e mentale d’accordo, ma pur sempre di una vita si tratta.




12 Aprile 2013 alle 13:40 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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