Benvenuto e Buona Navigazione, sono le ore 22:19 di Mer 1 Mag 2024

E… state con il Premio Libero Bizzarri e CinemadaMare

di | in: Primo Piano, Speciali

CinemadaMare

SAN BENEDETTO DEL TRONTO, 2013-07-17 – La quarta serata di CinemadaMare, all’interno della rassegna del documentario Libero Bizzarri, ha avuto come ospite il regista italiano Filippo Vendemmiati che ha presentato il documentario “E’ stato morto un ragazzo. Federico Aldrovandi che una notte incontrò la polizia”. Un documentario sulla vicenda di Federico morto ammazzato a 18 anni il 25 settembre 2005. Premiato con un David di Donatello, il documentario di Filippo Vendemmiati ripercorre il caso dell’uccisione del diciottenne, avvenuta a Ferrara nel 2005, per cui sono stati condannati in primo grado quattro agenti. Oggi divenuta una battaglia di libertà e informazione. L’intervista al regista è stata condotta da Franco Rina, direttore del Festival CinemadaMare, il quale ha dichiarato: “E’ una storia che dimostra che la strada della giustizia può funzionare seppur con tempo e determinazione. E’ giusto quindi indignarsi e portare la propria battaglia avanti. Oggi è diventato il simbolo di altre storie dimenticate, uno strumento per chiedere giustizia e non aver paura”. Un dibattitto che ha suscitato numerose domande da parte di giovani filmmaker italiani e stranieri che hanno voluto sapere di più sulla vicenda.

Dopo il dibattito, anche la proiezione dei cortometraggi in concorso alla Main Competition di CinemadaMare 2013.

Ecco la scheda tecnica del film che è stato proposto alla platea di San Benedetto del Tronto:

Titolo: “E’ stato morto un ragazzo. Federico Androvaldi che una notte incontrò la polizia”. Un film di Filippo Vendemmiati. Documentario, – Italia 2010.

Sinossi: La notte del 25 settembre 2005 moriva a Ferrara un ragazzo di 18 anni, Federico Aldrovandi. La verità su questa morte, avvenuta dopo il fermo da parte della polizia, è stata oggetto di processi, perizie, ammissioni negate e rimosse. Oggi è una battaglia di libertà e di informazione.

Ecco nel dettaglio i titoli dei film in concorso a CinemadaMare a San Benedetto (mercoledì 17 luglio):

1)”Time two split”, di Fabrice Bracq (Francia);

2)”Semalu”, di Jimmy Hendrickx (Belgio);

3)”Amor perfetto”, di Germano Polano (Italia);

4)”Lost”, di Hassam Muhammad (Pakistan);

Grande apertura della quinta serata (giovedì 18 luglio) della rassegna del documentario Libero Bizzarri che insieme a CinemadaMare ospiteranno il figlio d’arte Manuel De Sica e la presentazione del nuovo numero della rivista on line “Libero. Il giornale del documentario”. A curare l’intera serata sarà il professor Gualtiero De Santi che da anni segue questo premio con interesse. A seguire un omaggio a Cecilia Mangini grande documentarista italiana con la proiezione “Ignoti alla città”. In seconda serata sarà la volta di Manuel De Sica, autore di musica sinfonica e da camera è più conosciuto al grande pubblico per le oltre cento colonne sonore composte per il cinema e la televisione dal 1969 ad oggi. Al termine seguirà la performance del concertista Sergio Capoferri che insieme al Maestro, Manuel De Sica, delizieranno il pubblico della Palazzina Azzurra, i cittadini, i turisti che affollano il lungomare sanbenedettese e i numerosi filmmaker italiani e stranieri di CinemadaMare. Dopo il dibattito con il compositore italiano, la proiezione del film “Il Tetto” del grande maestro del neorealismo Vittorio De Sica.

Ecco la scheda tecnica del film che è stato proposto alla platea di San Benedetto del Tronto:

Titolo: “Il Tetto”. Un film di Vittorio De Sica. Con Gabriella Pallotta, Giorgio Listuzzi, Gaetano Ronzelli, Luciano Pigozzi, Gastone Renzelli, Luisa Alessandri, Maria Di Fiori, Maria Di Rollo, Emilia Maritini,Giuseppe Martini, Maria Sittoro, Angelo Visentin, Angelo Bigioni. durata 101′ min. – Italia 1956.

Sinossi: Luisa e Natale, giovani e poveri, si sposano, ma non hanno una casa propria. Alla periferia di Roma escogitano un sistema per farsene una e avere così la possibilità di vivere senza promiscuità. Scritto da C. Zavattini, è un frutto tardivo, un po’ accademico e ripetitivo, della poetica neorealista. Apologo sulla crisi degli alloggi e storia d’amore, è un film gracile e bozzettistico, ma scorrevole, tenero, ben recitato. Nastro d’argento per la sceneggiatura.

Salvatore Striano, l’attore ex detenuto diventato famoso grazie ai fratelli Taviani, ieri sera a San Benedetto del Tronto alla rassegna Bizzarri

La seconda serata della rassegna Bizzarri si è aperta con la proiezione dei corti della Main Competition di Cinemadamare, Quattro saggi di buona regia di ragazzi italiani e stranieri che sicuramente faranno strada nel mondo del cinema. Siamo tornati di Yasmin Fedda è il primo e parla di Gianni, un pugile che ne quartiere San Giovanni di Roma forma un’associazione che unisce sport e cultura; il secondo corto è appunti per un film sul mio paese che precede la proiezione di un lavoro sulla violenza femminile forbici; l’ultimo ad essere proiettato è ahora vuelvo del giovane spagnolo Luis Eduardo Perez Cuevas.

Franco Rina ha poi chiamato sul palco il regista e gli attori protagonisti della webseries Leaving. Quasi tutti diciassettenni i membri del cast della serie, la cui produzione è cominciata in un paese della provincia di Brindisi quasi per gioco, con trecento euro di fondo cassa finanziato dai primi 30 ragazzi che hanno aderito al progetto e che ora sono 60.

Un sogno del giovane regista Andrea Tocci ad aver ispirato il soggetto, grande l’inesperienza iniziale che è stata per tutti da stimolo ad una formazione in itinere che ha via via perfezionato la produzione degli ultimi episodi.

La serata di martedì si è poi conclusa con l’incontro con Salvatore Striano, l’attore professionista ex detenuto, diventato famoso con Cesare deve Morire.

Racconta di sé Striano con grande emozione e, nonostante il successo, ancora con grande imbarazzo per quel passato che ancora si sente sulle spalle , ma con il quale ha definitivamente chiuso grazie all’arte e soprattutto al cinema. Emblematico l’episodio che racconta circa la lettera che un suo compagno di Rebibbia scrisse alla moglie per invitarla ad uno spettacolo teatrale organizzato dai detenuti: “vieni”, diceva, “perché solo in questi casi posso guardarti negli occhi e solo in quel luogo riesco a perdonarmi”. E’ infatti grazie all’arte e alla recitazione che Salvatore Striano ha potuto riscattarsi, quando i fratelli Taviani fecero ingresso nel suo carcere e capirono che da quell’ambiente poteva nascere un’opera cinematografica vera. Il riscatto, imperniato sulla sua figura è per l’appunto il film che chuede le proiezioni della serata.

Per domani il programma della Palazzina Azzurra prevede l’incontro con Manoel De Sica, autore del libro di figlio in padre, un intermezzo tra reading teatrale a cura di Piergiorgio Cinì e performance musicale a cura del M° Federico Paci, la conclusione con la proiezione de il tetto di Vittorio de Sica.




17 Luglio 2013 alle 16:06 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

Ricerca personalizzata