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D’Anna: “Ospedale Unico? Un vero e proprio bidone!”

di | in: Cronaca e Attualità, Oblò: Spunti, Appunti e Contrappunti

Giancarlo D’Anna

FANO – Quell’Ospedale Unico venduto come panacea di tutti i mali della Sanità, sostenuto trasversalmente, decantato come il meglio del meglio da sinistra come da destra passando attraverso la condivisione di molti amministratori che non hanno lesinato critiche ed accuse a chi ,sosteneva e e sostiene da sempre che la prima domanda da porsi era ed è : serve realmente un Ospedale Unico?

Quella domanda, partiti e amministratori, se la sono posta in pochi preferendo tacciare di campanilismo quanti credono in una sanità diffusa ed accessibile per tutti e non solo da chi vive sulla costa. Ebbene, proseguono i distinguo, le mezze retromarce. Strano perché era tutto scritto in documenti ed atti. Fu il Presidente della Commissione Sanità Regionale a dichiarare che l’Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord che si andava a costituire“serviva a rafforzare l’Azienda esistente -San Salvatore- in quanto non aveva più caratteristiche e numeri per mantenere lo status di Azienda” chiaro ed evidente che Fano è servita ,anzi è stata utilizzata per tutelare quell’Azienda. Quello che in passato accadde all’Ospedale di Mondolfo unendosi con Fano.

E’ documentato che nel momento in cui in Regione è stata votata l’Azienda Marche Nord, c’è stata una fuga dai banchi del Pdl e di alcuni esponenti di sinistra tanto che quella legge, che non garantiva o tutelava Fano e l’entroterra è stata votata con il solo voto contrario del sottoscritto e da un esponente dei Comunisti Italiani.

Prima e dopo quella legge silenzio di tomba eppure era il primo passo verso l’Ospedale Unico che il Piano Socio Sanitario identifica come “unica struttura provinciale per la copertura del fabbisogno minimo di cura e assistenza su area vasta”. Poi l’ubriacatura politica dell’Ospedale Unico e il dissenso di buona parte dei cittadini che ,più di molti esponenti politici, si ponevano domande e avanzavano dubbi non sulla localizzazione bensì sulla necessità di un’unica struttura anche alla luce di investimenti del passato e recenti sulle attuali sedi di Pesaro e Fano.

Una battaglia di “retroguardia” quella a difesa degli attuali ospedali è stato il coro dei “partigiani” dell’Unico Ospedale. Invece i fatti, l’attualità, le carte e i cambiamenti di fronte e di opinione testimoniano che quella è stata una battaglia di avanguardia.

Il dibattito sulla localizzazione è stato un falso dibattito. A cosa serve un Unico Ospedale se poi, come è scritto, a conferma di quanto previsto dal PSS (piano socio sanitario), nella delibera di giunta Regionale 62 del 23 gennaio 2012 l’Ospedale Unico è “un’unica realtà ospedaliera che concentri su di sé tutte le eccellenze attualmente esistenti”. Tradotto niente di nuovo dal punto di vista dell’offerta dei servizi per i cittadini e rischio occupazione per i dipendenti.

Ai pasdaran dell’ospedale unico è bene ricordare che il “Gruppo di Lavoro per la Localizzazione del nuovo ospedale unico dell’Azienda Marche Nord” alla fine ha “scelto”il sito di Fosso Sejore del Comune di Pesaro per il solo fatto che , senza chiedere alle Ferrovie l’autorizzazione o la disponibilità, potrebbe sorgere una fermata dei treni al Fosso. Caduta quella possibilità scatta subito fuori il sito di Muraglia secondo in graduatoria. Il vero obiettivo. Cosa che sostengo da sempre . Strategia perseguita in sordina dal “grande vecchio” di quest’operazione. Il nuovo casello di Pesaro e le opere accessorie previste rafforzano questa , che è molto più di una ipotesi.

Ma se il comune cittadino ha altro a cui pensare, chi rappresenta i cittadini ha il dovere di vigilare e chiarire aspetti poco chiari dietro i quali spesso si nascondono le lobby. Le lacrime di coccodrillo servono a poco. Si rischia di fare la più modesta figura del pollo.

Anche perché il “rischio” per Fano e il resto della provincia non è solo quello di un Ospedale Unico a Muraglia. Nel caso in cui per una serie di motivi, ad iniziare da quelli economici e politici, non venga costruito un nuovo ospedale, l’Azienda, che opera in regime di diritto privato, può decidere della sorte delle strutture che la compongono :San Salvatore, Muraglia e Santa Croce. In altre parole in epoca di risparmi qualche cosa bisognerà ridimensionare, chiudere o vendere nel passato remoto e recente Fano, come l’entroterra è stata già penalizzata coi treni, con la caserma con l’Enel, con lo zuccherificio, di recente forse col tribunale e con la dogana troppo spesso a vantaggio di Pesaro. Questo si è campanilismo: ma al contrario.

Giancarlo D’Anna

Vice Presidente Commissione Sanità




26 Maggio 2012 alle 18:57 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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