Giornata della memoria, studio e conoscenza per costruire la pace

Giornata della memoria, studio e conoscenza per costruire la pace
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Le iniziative dell’Università di Macerata per non riflettere insieme sulla Shoah.

 

Macerata – Solo attraverso lo studio e la conoscenza è possibile lavorare insieme per la pace. E’ il messaggio comune emerso dagli interventi che hanno animato le celebrazioni per la Giornata della memoria organizzata dall’Università di Macerata. Al convegno che si è svolto stamattina in Aula Magna hanno portato il loro saluto il rettore Luigi Lacchè, il direttore del Dipartimento di Studi Umanistici Carlo Pongetti, il presidente del Consiglio Regionale delle Marche, Antonio Mastrovincenzo, il vescovo Nazzareno Marconi, il presidente della Comunità Ebraica di Ancona, Manfredo Coen. Dall’intervento di quest’ultimo, in particolare, è emersa come la Shoah, lo sterminio sistematico del popolo ebraico durante il periodo nazi-fascista, abbia lasciato ferite aperte. “Non è facile vivere con un ebreo – ha detto Coen – perché il dolore, la rabbia, l’incredulità che ti lascia la Shoah non trovano spiegazioni e vi sono molti segnali che tutt’oggi l’antisemitismo non è morto”, ha detto, ricordando la figura del padre che, come tutti i sopravvissuti allo sterminio, non raccontava nulla in famiglia per dignità, perché quello che era accaduto era troppo grave. “Fino a quando non sono nati i nipoti, che aprono le porte dei ricordi. Il passato deve essere da monito per il futuro. Studiate, documentatevi” ha esortato i ragazzi presenti all’incontro, quasi tutti studenti del Liceo classico Giacomo Leopardi di Macerata. E raccontando il dialogo interreligioso che ha intrecciato con un musulmano, ha ribadito: “Se c’è la volontà e la conoscenza, scopriamo che siamo tutti fratelli. L’Islam non è l’Isis, ma una religione di pace come l’ebraismo e il cristianesimo. Io ho fatto un piccolo passo in questa direzione. Datemi una mano”.

Significativo anche l’omaggio a Quirino Stortini e Sperandia Azzurri, che sono stati ricordati dal nipote: ai due coniugi di Monte San Martino lo Stato di Israele, tramite l’Istituto Yad Vashem di Gerusalemme, ha attribuito il titolo di “Giusti tra le Nazioni”, per aver ospitato e protetto, durante la seconda guerra mondiale, la famiglia ebrea di Vito Volterra, scappata da Ancona per timore della follia razziale. Sono intervenuti anche i docenti Paolo Coen, che ha parlato dei musei della Shoah come testimoni silenziosi di Memoria, e Roberto Mancini sulla memoria della Shoah e anatomia del totalitarismo. Presentato il volume di Giorgio Giannini “Vittime dimenticate. Lo sterminio dei disabili, dei Rom, degli omosessuali e dei testimoni di Geova”  Al Dipartimento di Studi Umanistici in corso Garibaldi è stata inaugurata la mostra “Ritorno alla vita, liberati ma non liberi” a cura di Rita Baldoni e Paolo Coen, che potrà essere visitata fino al 30 aprile.

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