dall’UniUrb

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Il meteo del “Serpieri” raccolto in un libro
Lunedì 6 giugno alle 17 la presentazione de “Il tempo che è e quello che sarà” –

 

Sarà presentato lunedì 6 giugno alle 17, nell’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Urbino, in Via Saffi, 2 sede di Palazzo Bonaventura, il libro “Il tempo che era e quello che sarà. Osservazioni meteorologiche e articoli pubblicati nella rubrica de Il Resto del Carlino “Il Barometro del Serpieri” dal 2019 al 2021.

 

Dopo i saluti del Rettore Giorgio Calcagnini, interverranno:

Umberto Giostra, Direttore dell’Osservatorio Meteorologico Alessandro Serpieri

Giovanni Lani, Redattore de “il Resto del Carlino”

Maurizio Maugeri, Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Milano

Andrea Carosi, Climate Alliance

I curatori Piero Paolucci e Cesarino Balsamini

Coordina Tiziano Mancini

 

In un clima soggetto a continui cambiamenti, il mutare negli ultimi decenni degli inverni urbinati viene delineato dagli Autori attraverso statistiche elaborate basate su dati raccolti dal 1940 ad oggi dall’Osservatorio Meteorologico “Alessandro Serpieri”.

Un evento che sarà particolarmente interessante per gli urbinati interessati a conoscere meglio le caratteristiche del proprio territorio grazie alla fortuna di avere adottato due secoli fa come concittadino P. Alessandro Serpieri, del quale nel 2023 ricorrerà il bicentenario della nascita. Un precursore che nel 1863 dichiarava all’Accademia Urbinate di Scienze Lettere ed Arti: “L’esatta cognizione del clima di una data regione interessa altamente la pubblica igiene e l’agricoltura. Non vogliate adunque sgradire che, profittando delle osservazioni che da 13 anni io vado facendo sul clima Urbinate, non mai prima d’ora studiato, né mai rappresentato con cifre sulla Statistica Fisica Italiana, io v’intravvegga nell’esame delle condizioni climatologiche del nostro paese, limitandomi per ora allo studio della distribuzione del calore nei tre mesi dell’inverno meteorologico, che abbraccia il Dicembre, il Gennaio ed il Febbraio […]

Nuove scoperte geologiche dal sito di Poggio Le Guaine a Secchiano di cagli
Docenti di Uniurb pubblicano su “Nature Communication” una ricerca che conferma straordinario il suolo dell’appennino umbro-marchigiano –

 

Eccezionali risultati stratigrafici integrati e ciclostratigrafici, questi ultimi basati sullo studio della ritmicità nei sedimenti indotta dai parametri orbitali, sono emersi da un carotaggio continuo effettuato in località Poggio le Guaine, nella montagna a nord di Secchiano, nel comune di Cagli. L’intervallo cronostratigrafico preso in esame è l’Aptiano, uno dei tanti del periodo Cretacico.

L’Aptiano si colloca tra 120 e 113 milioni di anni fa ed è caratterizzato da drammatici cambiamenti tettonici, oceanografici, climatici e biologici anche a scala globale. In particolare, questo intervallo è punteggiato da diversi eventi anossici oceanici, due dei quali, già noti nella letteratura geologica come Livello Selli e Livello Wezel, sono stati identificati per la prima volta nell’Appennino marchigiano. I tempi e la durata di questi eventi sono ancora controversi, così come l’età del limite tra l’Aptiano e il sottostante intervallo cronostratigrafico Barremiano. Questi nuovi dati, eccellentemente calibrati, hanno consentito di costruire un accurato e completo quadro stratigrafico e paleoclimatico dell’Aptiano, che ha oltretutto un significativo impatto sulla scala geologica temporale del Cretaceo inferiore, quando imponenti eruzioni vulcaniche sottomarine che si verificarono nell’Oceano Indiano, dalle parti della Polinesia: a causa dell’enorme quantità emessa di gas serra la temperatura globale aumentò di circa 2°C. Un’intensa acidificazione oceanica provocò una crisi biologica globale che interessò pesantemente soprattutto il plancton calcareo marino e quindi tutto l’ecosistema oceanico.

Lo studio, dal titolo Astronomical tuning of the Aptian stage and its implications for age recalibrations and paleoclimatic events è stato appena pubblicato in modalità open source al link https://www.nature.com/articles/s41467-022-30075-3 sulla prestigiosa rivista scientifica “Nature Communication” e vede come coautori il Prof. Rodolfo Coccioni e il Prof. Fabrizio Frontalini dell’Università di Urbino, aggiungendosi ai precedenti contributi scientifici, sempre condotti a Poggio le Guaine e pubblicati su riviste internazionali, a testimonianza dell’importanza geologica a livello mondiale di questo straordinario sito.

Per informazioni: fabrizio.frontalini@uniurb.itrodolfo.coccioni@uniurb.it

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