Mediazione penale minorile come banco di prova per la giustizia riparativa 

Mediazione penale minorile come banco di prova per la giustizia riparativa 

All’Università di Macerata il convegno conclusivo del progetto del Centro sulla giustizia minorile.

 

La mediazione penale minorile come terreno di indagine per capire lo stato dell’arte della giustizia riparativa e condividere le buone pratiche già in uso: è stato questo il tema di fondo del convegno che ha chiuso ieri il progetto finanziato dal Dipartimento di Giurisprudenza e curato dal Centro di studio e di ricerca sulla giustizia minorile diretto da Lina Caraceni. Non hanno fatto mancare il saluto: il rettore John McCourt, il direttore del Dipartimento Stefano Pollastrelli e il Garante regionale dei Diritti della persona Giancarlo Giulianelli.

Punto di partenza è stata la cosiddetta “Riforma Cartabia”, che ha introdotto nel nostro ordinamento una disciplina organica della giustizia riparativa, ossia ogni programma che consente alla vittima del reato e all’autore dell’offesa di partecipare alla risoluzione delle questioni derivanti dal reato, con l’aiuto di un mediatore. «Abbiamo voluto – ha spiegato la professoressa Caraceni – preparare il terreno anche sul piano culturale, facilitare la conoscenza, la comprensione, la condivisione di prassi e soluzioni che, a normativa invariata e attraverso meccanismi già in uso, ci consentono di ragionare in una logica riparativa e di coniugare due mondi che sembrano non voler dialogare, quello della giustizia punitiva e quella della giustizia riparativa. La mediazione penale minorile ci è sembrato il terreno più fertile da indagare».

È un tema molto importante non solo in ambito nazionale, ma anche Europeo, quello dell’integrazione della vittima, che, ad oggi, non ha voce in capitolo, e pone la necessità di “progettare azioni consapevoli e responsabili, verso l’altro”, anche attraverso l’ausilio di centri di mediazione dei confitti. In questo le Marche sono state pioniere a livello nazionale. Hanno portato il proprio contributo: Tiziana Montecchiari, Monica Raiteri, Alessandra Fermani, Elena Cicciù, Giorgio Berti, Marco Bonfiglio, Paola Nicolini, Veronica Guardabassi, Mariano Cingolani, Romolo Donzelli, e Claudia Cesari.

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