Tutela della biodiversità, la Sentina vince un bando PNRR
Con “Blu Sentina: Monitoraggio e conservazione della biodiversità marina”, la Riserva Sentina ha partecipato al bando emanato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche per progetti finalizzati al monitoraggio, conservazione, ripristino e valorizzazione della biodiversità in enti parco e aree marine protette classificandosi al 15° posto della graduatoria su 85 domande pervenute e ottenendo così un finanziamento di 92.250 euro sul budget complessivo di 143.850 euro.
Il progetto è incentrato sul sito Natura 2000 IT5340001 “Litorale di Porto d’Ascoli” (ZSC), recentemente ampliato a mare, per costituire in un unico sito Natura 2000, ovvero un “continuum” di ecosistemi, da mare verso l’entroterra, tra cui habitat marini a fondo sabbioso (sand banks), dune embrionali, praterie salate retrodunali e ambienti umidi, rappresentando quindi un contesto unico nell’ambito del medio Adriatico.
Il progetto ha molteplici obiettivi, tra cui quelli di attuare le misure di conservazione previste attraverso approcci innovativi e con il coinvolgimento degli operatori della piccola pesca e delle comunità locale e migliorare lo status di conservazione delle specie di interesse conservazionistico attraverso azioni di regolamentazione e interventi diretti su habitat/specie.
Grazie a questo finanziamento, nel corso dei prossimi due anni gli esperti avranno l’opportunità di lavorare in maniera ottimale nell’area protetta applicando tecnologie abilitanti in questi ambienti a supporto della biodiversità. Anche la società civile sarà coinvolta grazie a numerose attività di divulgazione nelle scuole che punteranno sia all’educazione dei cittadini sia al loro coinvolgimento attivo nella raccolta dati con osservazioni ambientali ed ecologiche.
E’ importante ricordare che sito Natura 2000 della Sentina ha rappresentato l’ambito pilota con il quale la Regione Marche ha contribuito al test sperimentale in ambito nazionale attraverso cui l’Italia vuole risolvere il contenzioso con la Commissione UE che nel 2015 ha avviato una procedura di infrazione contro il nostro Paese per la mancata designazione di Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e la mancata adozione delle misure di conservazione previste dalla direttiva Habitat.