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Un’altra centenaria a Cossignano

di | in: Cronaca e Attualità, Noi che... Quelli che...

Erminia con i pronipoti

Cossignano – Martedì 24 luglio si festeggeranno a Cossignano i 100 anni di Giulia Pierantozzi conosciuta come Erminia. Un anno all’insegna della longevità per la Comunità che, dopo i festeggiamenti di gennaio scorso per la Francesca Falcioni, vede superare l’ambito traguardo da un’altra cossignanese. Una nuova e fausta ricorrenza per il Sindaco Roberto De Angelis e la sua Amministrazione comunale che, insieme alla Direzione della Pro Loco Cossinea ed il Presidente Simone De Angelis, dopo la Messa delle 10.30, consegneranno alla centenaria un omaggio floreale, pergamene di augurio ed un eccezionale dono a nome di tutta la comunità cossignanese. 

Sarà l’aria buona, sarà il cibo o il buon vino, sta di fatto che a Cossignano un’altra signora diventa centenaria quest’anno. E’ Giulia Pierantozzi, meglio conosciuta da tutti come Erminia. Erminia non é il suo secondo nome, non é riportato su nessun documento ufficiale, é solo il nome che piaceva alla madre Guglielma, la quale pensò di usarlo per la figlia dal momento della sua nascita.

Erminia nasce a Cossignano il 24 luglio del 1912 nella parte bassa del paese, chiamata Borgo San Paolo, quinta di otto figli, quattro maschi e quattro femmine. La madre di Erminia era un’ottima cuoca e gestiva una locanda. Guglielma offriva ricovero ai viandanti che transitavano da Cossignano con le carrozze e offriva loro un pasto caldo. Le figlie femmine ancora in casa aiutavano la madre a cucinare, servire a tavola e ad occuparsi delle camere. Erminia era una di queste. Durante la sua vita ha sempre lavorato duramente, dapprima nella locanda, poi lavando i panni al fiume Tesino per i signori benestanti del paese, percorrendo a piedi i 4 km di distanza con la cesta sulla testa. In inverno, il lavaggio avveniva presso il lavatoio del paese, dove per il freddo l’acqua fumava e le mani si crepavano. Naturalmente si portava appresso anche le due figlie, ancora piccole, alle quali non faceva mai mancare da mangiare sebbene i tempi fossero duri e il cibo, il più delle volte, scarseggiasse. La sua abilità di cuoca eccellente l’ha potuta dimostrare lavorando in ristoranti sulla costa e lavorando come governante al servizio di diverse famiglie. Anche con l’allevamento dei bachi da seta in casa negli anni ’50 ha dato un contributo economico al sostentamento della famiglia. Le levatacce nel cuore della notte, nella casa non riscaldata, se le ricordano ancora perfettamente le figlie, come si ricordano che per svegliare i bachi addormentati, che non facevano il bozzolo di seta, veniva spruzzato sopra il vino cotto.

Dal Borgo San Paolo, Erminia si trasferisce dopo il suo matrimonio con Ottone Stracci nel centro storico del paese dove tuttora vive, insieme alla figlia Adriana (che, scherzo del destino é nata nello stesso suo giorno) e al genero Antonio. Dal matrimonio nasceranno due bambine: Leonilde e Adriana. Una terza bambina verrà alla luce, purtroppo e con dolore, già morta.

Erminia, negli anni della seconda Guerra, ha vissuto lunghi anni da sola con le figlie poiché il marito Ottone fu ridotto in prigionia in Libia, tornando solo ben sette anni dopo come uno sconosciuto per le figlie che da bambine molto piccole l’avevano visto partire.

Ma Erminia in quel triste periodo non si perde d’animo e lavora, cucina, si occupa della famiglia, del suocero e governa la casa. Le sue tagliatelle in paese erano proverbiali, le sue ricette richieste e apprezzate da tutti. Erminia ancora ricorda una occasione di festa del paese dove le venne chiesto di fare 17 sfoglie di pasta in un solo pomeriggio! I “mandorlati” e le “pastarelle”, le cui ricette sono state tramandate a tante donne di Cossignano, venivano cotti al forno del paese e portati a casa in bacinelle adagiate su un panno acciambellato sui capelli. Erminia ha fatto parte di quell’ultimo gruppo di donne all’antica che trasportavano tutto sul capo come adesso non si vede fare più, se non in Africa o in altri Paesi del Terzo mondo.

Della famiglia d’origine di Erminia ricordiamo in particolare due fratelli emigrati giovani molto lontano: uno, Giovanni in Messico, mai più tornato, e Dante negli Stati Uniti. Quest’ultimo che é tornato invece spesso a trovare i fratelli e le sorelle, nutriva una venerazione per la cara sorella Erminia. Dante ormai é morto ma espressamente per il compleanno di Erminia sono arrivati l’anziana cognata e i nipoti da Detroit.

Di tutti i fratelli e sorelle uno solo é ancora vivo, il “giovanissimo“ della famiglia, Florindo, che ha compiuto a gennaio appena 90 anni! Anche lui ha sempre nutrito un amore infinito per questa cara sorella che tanto si è prodigata per tutti i fratelli e nipoti. Anche a lui auguriamo di raggiungere l’età di Erminia e in salute come lei. E sì, perché ancora non l’abbiamo detto, ma Erminia é sana come un pesce e raramente ha varcato nella sua lunga vita la soglia di uno studio medico.

Sicuramente sono i geni che l’hanno portata a questa veneranda età ma anche le cure amorevoli della figlia che vive con lei e che se ne occupa instancabilmente, così come l’amore e l’attenzione di tutti i nipoti e pronipoti.

Erminia ha sempre vissuto in armonia con tutto il paese, rispettata ed amata da tutti. Il suo segreto? Essere stata una donna discreta, riservata, ma prodiga di amore per tutti. I suoi anni e lo scorrere del tempo e degli eventi si possono leggere tutti sul suo viso centenario, pieno di storia e di dolcezza, ed é giusto così.




23 Luglio 2012 alle 17:43 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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