Si è spento stanotte Eriberto Guidi, grande maestro della fotografia celebrato in tutto il mondo

Si è spento stanotte Eriberto Guidi, grande maestro della fotografia celebrato in tutto il mondo

Fermo,  2016-01-04 – I funerali si terranno domani (5 gennaio) a Fermo alle ore 10 nella Chiesa di Sant’Agostino in piazzetta.

Apprezzato in tutto il mondo, hanno scritto di lui grandi critici internazionali.

Era nato e risiedeva a Fermo da sempre ma le sue opere hanno travalicato i confini nazionali sin dal 1970 quando la prestigiosa rivista “Life” nelle edizioni di New-York, Tokio, e Amsterdam, pubblica quattro suoi paesaggi.

Le sue opere fotografiche sono state oggetto di mostre che hanno attraversato i Continenti, da Mosca nel 1981 a New-York nel 2000 e poi ancora New York pochi anni fa e tutte le principali capitali europee.

Non amava essere intervistato, Eriberto Guidi, schivo e riservato la cui arte e poetica per immagini però hanno attraversato il mondo e la storia della fotografia del secondo ’900.

Parafrasando Gianna Nannini, accoglieva i suoi estimatori con un “…ritengo che la fotografia sia la voce dei miei silenzi”.

E in effetti sono le sue fotografie a parlare, e tanto. I suoi reportage, i suoi paesaggi, racconti fotografici. “Riuscire a raccontare, a racchiudere una vita intera in quattro/cinque immagini è una capacità che solo i grandi artisti, i veri maestri della fotografia riescono a realizzare.” Si legge in una delle innumerevoli critiche ingternazionali.

Era un artista che ha portato ad essere apprezzata in mezzo mondo l’intensa poesia dei luoghi della sua terra, il fermano, del suo paesaggio che vive e parla delle morbide geometrie che lo disegnano, degli antichi mestieri di cui ancora la gente di qui è depositaria.

Suo grande amico ed estimatore era Mario Monicelli. Quel Monicelli, regista e sceneggiatore tra i principali interpreti della commedia all’italiana che gli telefonava spesso e si complimentava per le intense emozioni che provava ogni volta visitando una sua mostra di paesaggi e mestieri “Ho ritrovato – gli diceva – la poesia di una Italia che sta scomparendo e che in parte, purtroppo, è già scomparsa come i reportage-racconti sugli antichi mestieri.”

Quando gli si chiedeva, maestro cos’è per lei la fotografia, Eriberto Guidi rispondeva:

“Se fossi capace di dire cosa sia avrei lasciato la fotocamera e preso la penna. Puoi chiedermi cos’è la vita; per me e la stessa cosa, la vita! Ho iniziato nel 1951 con una fotocamera “Condoretta Ferrania” regalo di mia madre su mia richiesta. Da allora… Nelle immagini posso ritrovare me stesso, le mie emozioni e le mie riflessioni.”

L’immagine con la quale lo ricordano tutti è quella intento ad accarezzare la sua fotocamera. Un’immagine che racchiude “la voce dei suoi silenzi”.

E in silenzio se n’è andato nella sua Fermo.

Eriberto Guidi

nasce il 21 marzo 1930 a Fermo nelle Marche dove vive e lavora.

Si dedica alla fotografia dalla fine degli anni ’50, quando inizia a collaborare con l’amico Luigi Crocenzi per il Centro Cultura Fotografia, partecipando nel 1957 al Festival Mondiale di Mosca.

Inizia la sua attività nel campo del reportage e del racconto fotografico, privilegiando l’uso dell’immagine come vera e propria scrittura.

Con queste basi realistiche comincia il suo percorso espressivo approdando ad una visione più onirica identificabile nei suoi lavori sul paesaggio, dove vengono a confluire elementi diversi, come certe regole derivate dal suo grande amore per la musica e la pittura;

Immagini di queste ricerche arrivano alla pagine di “Life”.

E’ autore di libri fotografici e le sue fotografie sono pubblicate su cataloghi della fotografia, testi scolastici, riviste specializzate e periodici italiani e stranieri.

Numerose le sue personali in Italia e all’estero (Copenaghen, Parigi, Bordeaux, Bruxelles, Mosca, New York).

Nel 1981 collabora, con una serie di sue immagini, alla realizzazione del film per la Rai “Il segno e il paesaggio”.

Nel 1993 è nominato Maestro di fotografia dalla Federazione Italiana Associazioni Fotografiche.

Fototeche e Musei italiani e stranieri conservano raccolte di sue opere.

“Immobilizzare per sempre una essenza del quotidiano mi fa meditare, eternizzare un’ombra mi riconduce in un’altra realtà.”

Eriberto Guidi
Eriberto Guidi
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