Rapporto regionale Inail Marche 2014 – dicembre 2015

Rapporto regionale Inail Marche 2014 – dicembre 2015

 

Ascoli Piceno – Il Dipartimento sicurezza sul lavoro di CGIL CISL UIL di Ascoli Piceno ha analizzato il rapporto regionale INAIL Marche 2014 del mese di dicembre 2015, relativo all’andamento degli infortuni sul lavoro e malattie professionali.

Nel 2014 nella regione risultano attive 116.977 posizioni assicurative relative alla gestione industria e servizi (il 3% di quelle censite dall’Inail a livello nazionale).

La massa salariale denunciata è di 7 miliardi e 830 milioni di euro (il 2,3% del dato nazionale, in diminuzione dello 0,5% rispetto all’anno precedente).

Diminuiscono gli importi dei premi accertati e incassati nel settore industria e servizi che ammontano a 152.373 milioni di euro, il 2,54% del totale.

Circa l’andamento degli infortuni denunciati, nelle Marche nel 2014, sono state registrate 20.004 denunce (-2,61% rispetto all’anno precedente).

Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono 14.128 (-15,1% nel triennio), di questi 1.929 in itinere; sono oltre 418 mila le giornate di inabilità a carico dell’Inail (il 3,4% del dato nazionale).

Gli infortuni mortali sono stati 24 sui 695 casi accertati a livello nazionale.

Le malattie professionali denunciate nelle Marche, nel 2014, sono state 4.763, con un incremento nel triennio (+35,2%) più elevato di quello nazionale (+23,9%).

L’Inail ha riconosciuto la causa lavorativa in 2.178 casi (10% del dato nazionale); i lavoratori deceduti per malattia professionale sono stati 54, in diminuzione rispetto al 2012.

Gli accertamenti ispettivi INAIL Marche, nel processo di controllo e valutazione del rischio, hanno verificato, nel 2014, 738 aziende; di queste, 619 (l’83,9%) sono risultate non regolari.

I premi omessi accertati sono stati di oltre 3 milioni di euro (+23,8% rispetto al 2013).

“Siamo ovviamente soddisfatti per il calo degli infortuni dichiarati, occorre però prestare attenzione e prudenza alla loro interpretazione onde evitare valutazione e analisi errate.

Infatti i dati positivi sugli infortuni non devono indurre ad abbassare la guardia anche in un periodo di difficoltà economica come quello attuale, ancora in corso nella nostra regione.

Ad influenzare la riduzione ha certamente contribuito in misura significativa il calo degli occupati e la connessa riduzione dei tempi di esposizione al rischio lavorativo ovvero il calo delle ore complessive di lavoro effettivo.

Sono i settori maggiormente colpiti dalla crisi quelli che hanno fatto registrare le diminuzioni più consistenti, ovvero le attività manifatturiere.

Crediamo che sia opportuna una forte azione sinergica tra le Istituzioni e le Parti Sociali per implementare iniziative positive per il rilancio delle attività di prevenzione e di promozione sulla sicurezza sul lavoro.

Preoccupante risulta l’analisi delle malattie professionali, in continua espansione negli ultimi anni. È necessaria una puntuale disamina del fenomeno per capire e individuare come intervenire.

Inoltre riteniamo importante rilanciare la formazione dei lavoratori sui rischi specifici sul lavoro ed analizzare le molteplici modifiche al sistema della prevenzione definite nel Jobs Act.”

Per il “Dipartimento” restano tanti problemi aperti:

1.      Manca un quadro complessivo di politiche nazionali in tema di salute e sicurezza sul lavoro, ciò non ha favorito la corretta applicazione del D.lgs. n.81/2008).

2.      Un confronto su quale nuovo modello di prevenzione verrà delineato in relazione al  nuovo sistema di relazioni, ciò alla luce della riforma costituzionale in via di approvazione.

3.      Bisogna rafforzare la rappresentanza aziendale o territoriale garantendo l’effettiva presenza in ogni luogo di lavoro intervenendo anche sulla annosa questione degli Organismi paritetici oltre alla realizzazione del Fondo per la rappresentanza territoriale.

4.      La mancanza dell’accordo applicativo del D.lgs. n.81/2008 per le aziende Confindustria.

5.      Un confronto sulle piccole e piccolissime aziende, che sono il settore a più alto tasso di infortuni ed alla più bassa presenza di Rls.

6.      I diversi i provvedimenti attuativi mancanti: scuola, università, vigili del fuoco e trasporti.

7.      La costruzione del Sistema informativo nazionale per la prevenzione (Sinp), quale strumento informativo per superare i ritardi degli istituti e delle istituzioni preposti alla vigilanza e al controllo.

Vi è, infine, la questione amianto con l’attuazione del Piano nazionale, il censimento regionale dei siti contenenti asbesto e la corretta individuazione delle discariche.

Circa i VOUCHER si ricorda che nella nostra regione i buoni lavoro, nati come strumento per favorire l’emersione del lavoro nero accessorio, sono aumentati in modo esponenziale: tra il 2013 e il 2014 c’è un aumento dell’87% dei voucher venduti, passando da 1.651.129 a 3.105.712.

Ad Ascoli Piceno c’è stato un incremento del 103% dei buoni venduti (431.146 nel corso del 2014).

Ormai sono utilizzati in quasi ogni settore perfino nelle amministrazioni pubbliche.

Ogni ticket costa globalmente 10 euro dove c’è una minima contribuzione Inps e Inail e la paga oraria per la prestazione resa.

È necessario verificare quanti sono, nella regione e nella nostra provincia, per questo tipo di lavoro, gli infortuni accaduti, le loro dinamiche ed i settori coinvolti, affinché si possano attivare iniziative positive e verificare la loro compatibilità con il sistema Inail vista l’irrisoria contribuzione.

Infine si ricorda che in questi giorni sono stati pubblicati i dati INAIL 2015 sugli infortuni sul lavoro presentati recentemente.

637mila le denunce di infortuni accaduti nel 2015, (- 4% sul 2014).

Quelli riconosciuti sono stati poco più di 416mila (-6,6%), di cui il 18,2% “in itinere”; circa 11 milioni le giornate di inabilità.

Gli infortuni mortali “accertati” sono stati 694 (- 2%).

Si conferma l’andamento crescente delle malattie professionali che sono state circa 59mila (circa 1.500 in più rispetto al 2014).

Il 63% delle denunce è per malattie oste muscolari (+ 46% sul 2011). Sono stati circa 1.600 i lavoratori con malattia asbesto-correlata. I lavoratori deceduti, nel 2015, da malattia professionale sono stati 1.462 di cui 470 per silicosi/asbestosi (l’85% è con età al decesso maggiore di 74 anni).

Dipartimento sicurezza sul lavoro CGILCISL UIL Ascoli Piceno G. Collina S. Ionni G. Bianchini

 

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