Bilancio Comunale e Crediti di dubbia esigibilità, Annalisa Marchegiani chiarisce

Bilancio Comunale e Crediti di dubbia esigibilità, Annalisa Marchegiani chiarisce
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San Benedetto del Tronto, 2022-03-26 – Riceviamo e pubblichiamo
CHIARIMENTI SUI CREDITI DI DUBBIA ESIGIBILITÀ – A. Marchegiani

 

<<Visti gli articoli comparsi questa mattina sulla stampa, vale forse la pena di ritornare sui crediti di dubbia esigibilità che questo Ente ha iscritto a bilancio e i rischi che essi producono o produrranno.

Il Comune di San Benedetto del Tronto, al pari di una qualunque altra azienda, vanta crediti attivi e passivi, vale a dire somme da riscuotere e somme da pagare.

Quando i crediti diventano troppo alti, il Comune adotta due metodi: per i crediti attivi cerca di riscuotere con tutti i mezzi consentiti le somme dovute, per i crediti passivi, cioè le uscite, quando non c’è liquidità di cassa, anche perché spesso i crediti attivi tardano ad arrivare, i pagamenti sono resi possibili attraverso il ricorso al sistema delle anticipazioni bancarie. Ovvero: sulla base delle cartelle di riscossione emesse, vale a dire sui crediti vantati, l’Ente chiede alla banca di anticiparne una quota. Questa operazione è assimilabile a un prestito, infatti il Comune paga degli interessi per il servizio di anticipazione bancaria che, su base annua, si calcolano mediamente dai 50.000 euro in su.

Naturalmente i bilanci comunali sono costantemente monitorati dalla Corte dei Conti e dal Ministero degli Interni. Anche il legislatore è intervenuto (comma 2 art. 9 del dl n 152/2021) per evitare che questi crediti possano crescere in modo esponenziale, tanto da compromettere la “salute” del bilancio stesso.

Se questa è la premessa, veniamo al bilancio del Comune di San Benedetto del Tronto. Nella ricognizione dei crediti relativa all’anno 2021 viene fuori una cifra “esorbitante”, circa 35 milioni di euro di crediti residui non riscossi. Di conseguenza, a tutela del bilancio, si provvede a garantire questi crediti imponendo al Comune di accantonare una cifra pari a circa 6,5 milioni di euro, rateizzati in 15 anni, con una quota annuale di 430.000 Euro. La cosa importante da sottolineare è che questi accantonamenti devono essere fatti con fondi propri dell’Ente, come se si dovesse pagare un mutuo, quindi l’esatto opposto di quello che potrebbe essere considerato un tesoretto.

Naturalmente questa “magagna” fu a suo tempo denunciata da validi esponenti che hanno poi sostenuto anche la nostra candidatura, ma allora sembrò non interessare nessuno.

Tornando al bilancio del Comune, indubbiamente ingessato, la mancata capacità di riscuotere i crediti produce, come già accennato, delle conseguenze. In primis, la carenza di liquidità, da cui deriva a cascata un’ulteriore conseguenza, cioè che il Comune, a sua volta, non procede con i pagamenti o paga in ritardo i suoi fornitori.

A tal proposito la sentenza di condanna della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 28 gennaio 2020 dice chiaramente due cose:

– bisogna evitare un ulteriore deferimento dell’Italia alla Corte, con conseguente irrogazione di sanzioni pecuniarie alle amministrazioni inadempienti;

– il rispetto dei tempi di pagamento è inserito tra le riforme abilitanti del PNRR (riforma 1.11)

Quindi, in estrema sintesi, se non si rispettano i tempi di pagamento si viene esclusi dai finanziamenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza. (fonte IFEL).

Se questo era il pregresso, il Comune di San Benedetto a fine anno ha fatto partire un’altra raffica di accertamenti per un valore di oltre 3 milioni di euro. Allora una domanda è d’obbligo: che attesa di riscossione prevede l’ufficio? Perché diversamente, andremo solo ad incrementare il volume di quel credito di dubbia esigibilità e forse ad aumentare il fondo della Merloni come incentivo a quanti partecipano al progetto in esame…>>

A. Marchegiani

 

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