dalla Regione Marche

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martedì 23 aprile 2024  01:35

mercoledì 15 maggio 2024  15:46

Bando “Innovazione di prodotto sostenibile e digitale”: presentati ben 627 i progetti a testimonianza della vivacità del tessuto produttivo marchigiano

Grande successo per il bando “Innovazione di prodotto sostenibile e digitale” della Regione Marche dal valore di 28 milioni di euro. Conclusa nei giorni scorsi la fase della presentazione delle domande, sono 627 i progetti presentati nei sette ambiti della strategia regionale per la specializzazione intelligente 2021-2027 per un totale di circa 160 milioni di euro di investimenti complessivamente proposti:

– 121 progetti per il sistema casa, arredo e ambienti di vita
– 129 progetti per il sistema moda e persona
– 130 progetti per la meccanica ed engineering
– 54 progetti per il sistema agroalimentare
– 32 progetti relativi a prodotti e servizi per la cultura e l’educazione,
– 41 progetti per prodotti e servizi per la salute
– 120 progetti per l’economia dei servizi e del turismo

Un risultato particolarmente soddisfacente per l’Assessorato alle Attività produttive che sottolinea l’enorme vivacità del tessuto economico regionale e la consapevolezza che, per essere competitivi sui mercati, è necessario proporre prodotti e servizi innovativi che puntino alla digitalizzazione ed alla sostenibilità. Altrettanto importante è poi adottare adeguate strategie commerciali e di marketing incentrate sul prodotto innovato, prevedendo anche il ricorso, da parte delle imprese beneficiarie, a competenze esterne attraverso collaborazioni con organismi di ricerca regionali, con start-up innovative aventi sede operativa nella Regione Marche e/o con Digital Innovation Hub (DIH) regionali.
Scendendo nei particolari a fronte dello stanziamento di 28 milioni di euro disposto con fondi del PR FESR MARCHE 21-27, ripartito tra i sette ambiti della S3 2021-2027, i contributi complessivamente richiesti ammontano a € 71.355.078,37 come di seguito indicato:
– per il sistema casa, arredo e ambienti di vita, a fronte dei 5 milioni di euro di dotazione dedicata, l’ammontare del contributo richiesto è di € 13.985.685,29;
– per il sistema moda e persona, anch’esso con una dotazione di 5 milioni, sono stati richiesti contributi per € 15.296.587,71;
– per la meccanica ed engineering, con 5 milioni di euro a disposizione, la richiesta di contributo complessiva è di € 15.971.621,33;
– per il sistema agroalimentare, sono richiesti € 5.913.373,77 di contributo a fronte dei 4 milioni a disposizione;
– per gli altri 3 ambiti, con a disposizione 3 milioni di euro ciascuno, il contributo richiesto risulta essere rispettivamente € 3.016.411,26 per prodotti e servizi per la cultura e l’educazione, € 4.851.538,29 per prodotti e servizi per la salute e € 12.319.860,72 per l’economia dei servizi e del turismo.

Delle risorse finanziarie disponibili, 5 milioni di euro, ripartiti tra i 7 ambiti, sono riservati al finanziamento dei progetti presentati da MPMI con sede dell’investimento localizzata nei borghi tra quelli iscritti all’Elenco regionale, che saranno individuati all’esito del Bando “Borgo Accogliente” curato dal Settore Turismo della Regione Marche.
I contributi oscilleranno tra il 10% e il 35% per beni strumentali ed immateriali e il 50% per le altre spese ammissibili quali servizi di consulenza, spese connesse ai diritti di proprietà industriale e all’ottenimento, la convalida e la difesa di brevetti ed altri attivi immateriali e per l’acquisizione di certificazioni volontarie, marchi e standard di qualità, spese del personale, materiali, spese generali. Sono previste premialità per le imprese che introducono iniziative volte e migliorare il welfare aziendale ed il benessere dei lavoratori, come ad esempio agevolare la flessibilità dell’orario di lavoro (smart working, telelavoro, part-time orizzontale) , sostenere il reddito del dipendente (benefit quali buoni pasto o buoni carburante, rimborsi per mobilità sostenibile, facilitazioni per assicurazioni previdenziali integrative), sostenere la famiglia (asili aziendali, servizi educativi, servizi di nursery e babysitting, congedi aggiuntivi), i servizi favorire la formazione del personale (corsi formativi, percorsi e-learning), migliorare la salute ed il tempo libero (rimborso visite specialistiche, mensa aziendale, aria relax, palestra aziendale, convenzioni con centri benessere ed altre iniziative ricreative).
Una maggiorazione di punteggio è prevista inoltre nel caso di integrazione dell’investimento con corsi di formazione del personale aziendale che abbiano attinenza con l’innovazione di prodotto o servizio prevista dal progetto.
Gli uffici regionali procederanno all’istruttoria delle domande pervenute e una Commissione nominata ad hoc provvederà alla valutazione dei progetti presentati, per approvare le 7 graduatorie.

mercoledì 15 maggio 2024  15:44

Lotta alla corruzione: l’Anac sottolinea la solida collaborazione con la Regione Marche

La Regione Marche solida collaboratrice dell’Anac, l’Autorità amministrativa indipendente che si occupa di prevenzione della corruzione in tutti gli ambiti dell’attività amministrativa. E’ quanto afferma la relazione Anac 2024 sulle attività 2023, presentata alla Camera dei Deputati e pubblicata ieri. Nelle 367 pagine del documento le Marche vengono citate più volte come esempio di “solida collaborazione” nell’attività di ANAC che si esplica attraverso la vigilanza su vari fronti: applicazione della normativa anticorruzione e rispetto degli obblighi di trasparenza, conferimento degli incarichi pubblici, conflitti di interesse dei funzionari, affidamento ed esecuzione dei contratti pubblici. “L’Autorità – si legge -, nel corso del 2023, ha consolidato e ampliato le politiche di collaborazione con Ministeri, istituzioni, organizzazioni no profit, università ed enti di ricerca, finalizzate alla co-progettazione di percorsi di alta formazione e di attività di ricerca, conferenze e dibattiti pubblici nei settori di competenza. Innanzitutto, occorre evidenziare il particolare impegno profuso lo scorso anno nella collaborazione con le istituzioni e gli organismi coinvolti nell’attuazione del PNRR e nel processo di digitalizzazione delle procedure di affidamento di contratti pubblici, già descritta negli elementi di sintesi. La collaborazione con le diverse istituzioni pubbliche, come quella con il Ministero dell’Interno, la Regione Marche, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Automobile Club d’Italia (ACI) e Invitalia77, è stata mirata a garantire la concorrenza, la trasparenza e la digitalizzazione negli appalti pubblici, con attenzione alla prevenzione della corruzione e all’ottimizzazione dei processi. In particolare, la solida collaborazione con il Ministero dell’Interno e la Regione Marche ha permesso di svolgere iniziative informative e formative sulla prevenzione dei rischi corruttivi, con l’obiettivo principale di promuovere la sicurezza, il rispetto della legalità e l’integrità durante il processo di acquisizione di contratti pubblici, ponendo particolare enfasi sulla fase di esecuzione contrattuale e sulla rendicontazione, diffondendo la cultura della trasparenza e dell’integrità, anche al fine di implementare strategie efficaci contro frodi, corruzione e infiltrazioni criminali”. Uno stretto rapporto quello con la Regione Marche che si è ancor più rafforzato attraverso la stipula del protocollo di vigilanza collaborativa per gli interventi di recupero a seguito dell’alluvione del 15 settembre 2022 nella Regione Marche. La finalità del protocollo è stata individuata nella necessità di coadiuvare il Commissario in riferimento all’impiego di ingenti somme di denaro per opere complesse, al fine di poter raggiungere gli obiettivi prefissati in sicurezza, oltre che in tempi brevi e certi, corrispondendo in modo corretto alle aspettative della popolazione. Il Protocollo, firmato ad Ancona nell’aprile 2023, alla presenza tra gli altri del Sottosegretario all’interno Prisco, è relativo alla vigilanza collaborativa in materia di anticorruzione e appalti. In quest’ultimo ambito l’Anac sta svolgendo la sua attività di supporto alla SUAM (stazione unica appaltante della Regione Marche) nelle procedure di realizzazione delle nuove grandi strutture ospedaliere di Pesaro, Macerata e San Benedetto, per risorse complessive di oltre 400 milioni di euro.
mercoledì 15 maggio 2024  14:07

Verso le reti cliniche nelle Marche: definite le linee di indirizzo per la presa in carico globale del paziente

Gestire la malattia in maniera integrata: per questo nascono le ‘Reti clinico-assistenziali’. La Regione Marche ha definito le linee di indirizzo, un passaggio fondamentale, che dà attuazione alle strategie delineate nel Piano Socio Sanitario Regionale. Le reti cliniche rappresentano ‘aggregazioni funzionali’ di servizi e operatori che lavorano insieme in modo continuativo e coordinato per raggiungere obiettivi comuni e garantire percorsi di cura di alta qualità, come previsto da DM n.70/2015 e recepito dal Piano Socio Sanitario della Regione Marche 2023-2025.
L’obiettivo è quello di rendere più accessibile l’offerta sanitaria nelle Marche, orientando cittadini e operatori sanitari per una presa in carico globale.Le reti si distinguono in tempo-dipendenti e non tempo dipendenti. Le tempo-dipendenti sono quelle in cui il fattore tempo è determinante e sono: la cardiologica per l’emergenza, quella dell’ictus, del trauma, della neonatologia e dei punti nascita.
Il modello individuato è quello “HUB e SPOKE” dove gli HUB sono responsabili della gestione dei casi più complessi, con personale altamente specializzato, tecnologie avanzate e risorse per gestire l’alta intensità di cure. Gli SPOKE erogano invece servizi di minore complessità e garantiscono la continuità della cura collaborando con l’HUB di riferimento.
Le reti non tempo-dipendenti puntano invece su una gestione integrata della malattia che vada dalla prevenzione, alla diagnosi, al trattamento, alla riabilitazione. Per entrambe la governance si basa su due livelli: un Coordinamento Regionale e Comitati Locali presso gli Enti del SSR. Il Coordinamento Regionale prevede la presenza del Direttore e dei Dirigenti competenti dell’ARS, dei Direttori Sanitari degli Enti del SSR che partecipano alla rete e di un Referente Clinico in qualità di responsabile operativo della rete.
Tra i compiti: quello di diffondere e promuovere protocolli e procedure uniformi, formulando indirizzi tecnico-operativi, promuovere la formazione, verificare il funzionamento e i risultati raggiunti della rete regionale, e implementare un sistema informatico a supporto della stessa rete. Ciascun Ente del SSR istituisce il proprio Comitato Locale che gestisce le attività in coerenza con le indicazioni regionali ed è composto da: un Referente clinico che coordini le attività di sviluppo e programmazione, un Referente per ogni Direzione Medica Ospedaliera, uno per ogni Unità Operativa/Servizio coinvolto nella rete/PDTA, un Referente delle Direzioni Professioni Sanitarie, uno referente per ogni Distretto e per i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera Scelta delle AST, un Rappresentante per cittadini/pazienti, e altre figure ritenute necessarie.
Tra le attività principali: la promozione dei Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA), lo sviluppo di protocolli e procedure per la presa in carico e la soddisfazione dei bisogni dei cittadini, le attività di audit clinico assistenziale e organizzativo, la verifica delle attività e il controllo degli obiettivi. Le reti cliniche regionali, attraverso l’attribuzione di specifiche responsabilità organizzative, puntano a garantire le competenze più adeguate e le risposte più efficaci, l’equità dell’accesso ai servizi sulla base delle necessità, ma anche un utilizzo adeguato di personale, tecnologia e spazi. L’obiettivo finale è di superare la logica aziendale o di struttura per rispondere in modo ampio e coordinato a problematiche complesse, in attuazione dell’Accordo Stato-Regioni del 24 gennaio 2018.

TERREMOTI, COMMISSARIO SISMA 2016: LEGGE POST CALAMITA’ PASSO IN AVANTI DECISIVO PER L’ITALIA

ROMA 15 maggio – “Grazie all’accurato lavoro svolto dal Ministro Nello Musumeci e a quello in corso di
svolgimento in Parlamento, a breve l’Italia potrà dotarsi di una legge in materia di ricostruzione post calamità
che comprende un ‘corpus’ di norme in grado di garantire maggiore programmazione, omogeneità
ed efficacia degli interventi. Si tratta di una pietra miliare relativamente ad alcuni aspetti fondamentali
come il modello unico, o l’individuazione dei due grandi momenti stato emergenza e stato di ricostruzione:
è un passo in avanti decisivo per il nostro Paese. Mi fa piacere che una parte dell’esperienza del sisma 2016
abbia alimentato le proposte ordinamentali sviluppate nel testo, a partire dalla governance multilivello
che, quantomeno per calamità che abbiano estensione macroregionale, ha rappresentato una soluzione
efficace che ci ha consentito poi di compiere un cambio di passo nella ricostruzione”.
Lo ha detto il Commissario Straordinario al sisma 2016 nel corso del convegno “Calamità, nuovi percorsi
per la ricostruzione”, che si è svolto oggi a Roma.
“Rispetto al disegno di legge attualmente all’esame della Camera vorrei sottoporre alcuni temi sui quali
auspico che il dibattito parlamentare possa compiere ulteriori approfondimenti. Il primo riguarda il ruolo
dei comuni nella ricostruzione: ritengo possa essere utile che vi sia un organo intermedio tra livello centrale
e comunale, che coordini, coadiuvi e sostenga gli enti locali negli interventi. Gli uffici speciali per la ricostruzione,
ad esempio, sono stati un’esperienza particolarmente positiva nell’ambito sisma 2016.
Altro aspetto riguarda lo stato di emergenza e di ricostruzione, due momenti che attraverso questa nuova
legge sono stati giustamente separati. In alcune specifiche occasioni però potrebbero non essere divisi
nettamente e considerati come consecutivi. Alcune sovrapposizioni funzionali infatti sono possibili, come
nel caso della ricostruzione per danni lievi mentre è ancora in corso la fase emergenziale. Altro punto che
sottopongo è quello della rilevazione iniziale de danno, che rappresenta un momento decisivo di tutto il
processo verso la ricostruzione. Dunque, potrebbe essere utile arricchire il set degli strumenti di rilevazione
del danno e delle quantificazioni economiche, così da definire un quadro più dettagliato fin dall’inizio.
Passo alla questione delle difformità urbanistiche. Non c’è ricostruzione che non si imbatta nelle piccole
difformità parziali, che sono la costante del mio lavoro, giorno dopo giorno. Certamente non può esservi
alcuna legittimazione rispetto agli abusi ma il tema va posto perché queste difformità spesso portano al
blocco totale dei lavori. Infine, vi è il tema dell’inerzia dei proprietari o della loro irreperibilità.
A tale riguardo ritengo che prevedere una norma primaria sia necessario per avere a disposizione uno strumento
giuridico utile per dirimere questo problema. Nel caso del terremoto del Friuli, ad esempio,
vi fu la ricostruzione pubblica in luogo della privata, in altri casi si può sancire che, in assenza di interesse verso un
edificato, si può agire attraverso la sua eliminazione o rifunzionalizzazione.
Sappiamo che il nostro è un Paese caratterizzato da un’accentuata vulnerabilità sismica e idrogeologica
che non hanno pari a livello europeo. In Italia ci sono 678 mila frane attive, due terzi di tutta l’Europa.
Questa nostra fragilità rischia di essere accentuata dall’avanzare della crisi climatica dal momento che
l’abbandono delle aree interne e l’assenza dell’uomo determina un ampiamento della potata degli eventi
catastrofali. Dunque, dobbiamo essere consapevoli del fatto che crisi demografica e crisi climatica sono
due facce della stessa medaglia e che di ciò dobbiamo tenere conto nell’ambito del processo di ricostruzione,
che è una creatura viva, in costante evoluzione. Infine, concordo appieno con il Ministro Musumeci
quando dice che la ricostruzione deve essere un’occasione di prevenzione, per ricostruire meglio, e di innovazione:
il dov’era com’era ci porta lontani dal rendere i nostri luoghi più abitabili.
Abbiamo a disposizione nuove tecnologia, la digitalizzazione ed è dunque necessario farne un buon uso”.

 

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