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UniFestival. La Roma dolce-amara di Proietti nello spettacolo di Canesin

di | in: Cultura e Spettacoli, Interviste

Matteo Canesin

Unifestival presenta


Non solo musica, ma anche teatro a Unifestival, il festival degli studenti dell’Università di Macerata che regalerà al centro storico della città tre giorni di eventi da mercoledì prossimo, 18 maggio, fino alla notte bianca di venerdì 20 maggio. Conosciamo da vicino alcuni degli artisti che si esibiranno.


UniFestival. La Roma dolce-amara di Proietti nello spettacolo di Canesin


di Debora Fiecconi *


Matteo Canesin, giovane attore maceratese, si esibisce alla serata conclusiva di Unifestival venerdì 20 maggio, nel cortile della Facoltà di Filosofia alle 21 con lo spettacolo teatrale “Nun je da retta Roma”, da lui stesso realizzato raccogliendo monologhi dai più significativi spettacoli di Gigi Proietti, di cui è un grande ammiratore.

 

 

UniFestival


Come è nata la sua passione per il teatro?

Il teatro è da sempre presente nella mia vita, è una passione che mi è stata trasmessa da mia madre e che non ho mai abbandonato. Da 6 anni ho ripreso a praticare costantemente l’attività teatrale tramite la collaborazione con l’associazione “Il Teatro dei Picari”. Cerco di potenziare e ampliare le mie abilità attraverso varie esperienze, come lo stage che ho da poco svolto a Roma insieme alla cantante Tosca e all’attore Massimo Venturiello, dove ho avuto la possibilità di partecipare alla preparazione di uno spettacolo teatrale, dal titolo “Il borghese gentiluomo”, poi messo in scena a Fermo. Spero di poter di riuscire a rendere il teatro la mia professione.

Nun je dà retta Roma” costituisce un omaggio alla città di Roma. Come mai ha scelto questa scelta? Che cosa rappresenta per lei questa città?

Sono sempre stato attirato da questa città, ho una vera e propria passione per la romanità, il modo di parlare, lo stesso gergo romanesco. Nel mio spettacolo metto in luce vari aspetti che la caratterizzano: nella prima parte si tenta di trasmettere l’allegria e il divertimento tipici dell’osteria romana; qui si susseguono momenti comici e scherzosi che riprendono dei monologhi di alcune famose rappresentazioni di Gigi Proietti come “A me gli occhi please” e “I sette re di Roma”; l’altra parte è dedicata alla sofferenza e al dolore che caratterizzano il carcere di Regina Celi: in questi passaggi si fa riferimento allo spettacolo “Il fattaccio del vicolo del Moro”.

Quali emozioni le regala il teatro e cosa cerca di trasmettere attraverso i suoi spettacoli?

L’attore, quando si esibisce, trasmette le proprie emozioni, i propri pensieri, l’amore per ciò che fa. Il pubblico assorbe gli stati d’animo e le sensazioni che l’attore mette in mostra quando recita Se l’attore si diverte anche il pubblico si diverte. L’obiettivo del mio spettacolo è proprio quello di far divertire lo spettatore.



*studentessa di Scienze politiche – Unimc




15 Maggio 2011 alle 16:24 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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