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UniFestival

“Unifestival, vogliamo il bis”.

Gli studenti già aspettano il dopo Festival

 

Grande partecipazione ed entusiasmo di studenti, scuole e di pubblico per la seconda edizione di Unifestival, il festival nazionale degli studenti universitari di Macerata, che ha ravvivato il centro storico della città dal 18 al 21 aprile. Ad essere premiate sono state soprattutto quelle iniziative che hanno portato in risalto il talento e la creatività dei giovani, quest’anno più numerose rispetto alla prima edizione, perfettamente in linea con lo spirito originario dell’Unifestival.


Gli studenti – commenta il rettore Luigi Lacchèhanno fatto un lavoro splendido, proponendo un festival di alto profilo culturale. E’ una delle esperienze più interessanti in Italia e siamo orgogliosi che parta da Macerata. Abbiamo con noi anche gli enti territoriali e i rappresentanti degli operatori economici. Significa che la cultura, la gioventù, gli studenti, l’Università insieme a tutti questi soggetti possono veramente far emergere Macerata come città della cultura“.


Sebbene le condizioni meteo non siano state favorevoli per le iniziative previste all’aperto, l’organizzazione dell’Università di Macerata si è dimostrata tempestiva nello spostare gli appuntamenti all’interno dei locali disponibili. I cortili di antichi edifici, come quello di palazzo Ciccolini, hanno così contribuito ad aumentare la suggestione degli spettacoli ospitati.

 

La partecipazione del pubblico agli eventi serali è stato sostanzialmente uniforme nel corso di tutte le serate. A registrare il tutto esaurito sono stati gli spettacoli e le rappresentazioni teatrali: da “Piange, piange Maria, povera donna” per la regia di Allì Caracciolo al sorprendente “Ritorno dell’eco” della Compagnia Manet fino a “Shakespeare’s cut” del gruppo Ersu Studio-teatro guidato dal regista Rodolfo Craja. “Sono rimasta molto colpita – conferma Lucia, studentessa di Scienze Pedagogiche – sia dal festival in generale, ma in particolare, dalle kermesse teatrali come Shakespeare’s cut”.

Impossibile anche solo entrare nel cortile del Dipartimento di Filosofia, affollato dagli spettatori dell’originale “Caffè al mirto,”, vetrina per giovani talenti spesso oscurati e trascurati nel panorama teatrale odierno. “E’ stato davvero meraviglioso! Hanno talento da vendere tutti quanti!” commenta Ludovica, 22 anni, studentessa di Lettere e filosofia.


Sabato scorso, molti maceratesi, e non, hanno anche potuto scoprire il ricco patrimonio di opere d’arte del Novecento italiano custodito da Palazzo Ricci, grazie alle visite guidate organizzate nel più ampio progetto “Arte linguaggio dell’essere”, che ha previsto l’esposizione delle opere di alcuni studenti e diplomati dell’Accademia di Macerata nello spazio Mirionima.


Molto apprezzate le mostre, sia quelle allestite nei locali dell’ex Upim – come le spettacolari foto di Marco Gentili o l’excursus sui “150 anni di Sussidiarietà” – e quella sulla goliardia, ancora visitabile lungo i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza, dove feluche, mantelli, foto e documenti d’epoca fanno rivivere i gloriosi anni di questo fenomeno.


L’Unifestival ha contribuito anche a far conoscere la bravura degli allievi del Conservatorio Pergolesi di Fermo – “I loro concerti sono stati ricchi di suggestioni“, testimonia Deborah, studentessa di Giurisprudenza – e l’entusiasmo degli studenti dell’Istituto d’arte e del Liceo Scientifico.


Bellissima iniziativa e atmosfera coinvolgente – dice Lucia, ex studentessa dell’Università di Bologna –. Vorrei consigliare agli organizzatori della manifestazione di proporla più spesso, poiché noi giovani ne siamo molto entusiasti”. Tamara dell’Università di Camerino suggerisce, invece, di coinvolgere l’Unicam in questi appuntamenti del festival maceratese.


L’Unifestival, comunque, non è ancora finito, ma prosegue nel Dopo Festival: a maggio, appuntamento con le presentazioni di “Macerata racconta” nonché con il workshop “Studenti oggi, professionisti domani” della Scuola di studi superiori Giacomo Leopardi, che ospiterà Malek Twal, sottosegretario alle riforme istituzionali nel governo Giordano e delegato dell’Ue al regno Hashemita di Giordania. A giugno, di nuovo il grande teatro con “Leonce e Lena” di Georg Büchner per la regia di Allì Caracciolo con la consulenza scenografica di Roberto Cresti. In arrivo anche lo spettacolo medioevale della Compagnia d’Arme Grifone della Scala, rimandato a causa del maltempo.


Per tenersi sempre aggiornati: www.unifestival.unimc.it .


 

Inaugurata la biblioteca Mario Sbriccoli

 

Grazie alla Fondazione Carima, l’Ateneo acquisisce lo straordinario patrimonio di testi giuridici del celebre studioso


La ricchissima biblioteca privata di Mario Sbriccoli, studioso di fama internazionale e autorevole docente dell’Università di Macerata, scomparso nel 2005, ha trovato collocazione nella biblioteca dell’Istituto di studi storici dell’Ateneo grazie al contributo della Fondazione Carima. Oggi pomeriggio si è svolta l’inaugurazione ufficiale del Fondo Sbriccoli. Per l’occasione, dopo i saluti della direttrice della biblioteca Angiola Maria Napolioni, del rettore Luigi Lacchè, del presidente della Fondazione Carima Franco Gazzani e del direttore dell’Istituto Massimo Meccarelli, sono intervenuti Rosa Marisa Borraccini, prorettore dell’Ateneo e docente di bibliografia e biblioteconomia, che ha effettuato la valutazione e la perizia del Fondo, e Michel Porret, professore di storia moderna all’Università di Ginevra. Le conclusioni sono state svolte dal giudice della Corte costituzionale Paolo Grossi, professore emerito dell’Università di Firenze, dal 1964 al 1966 preside della Facoltà di Giurisprudenza di Macerata, dove ha insegnato proprio a Mario Sbriccoli.


In considerazione del particolare legame tra il professor Sbriccoli e l’Università di Macerata, del cui corpo accademico il professore è stato illustre membro, e al fine di onorarne la memoria, nel 2007 gli eredi del docente hanno offerto all’Ateneo l’acquisto di questo patrimonio librario, dicendosi “disponibili a concordare qualsiasi termine e modalità di trasferimento”. La Fondazione Carima è stata il principale finanziatore e fin dall’inizio ha considerato questa acquisizione un “progetto proprio” da realizzare in collaborazione con l’Ateneo.


Il fondo Sbriccoli si unisce alla Biblioteca Barnave, attinente la storia costituzionale francese del periodo pre-rivoluzionario, e alla biblioteca dell’Istituto e al Fondo Marsili Feliciati con volumi del ‘600, creando un polo da 50 mila volumi che in Italia e all’estero non ha molti uguali. L’acquisto non sarebbe mai stato possibile senza l’impegno dell’allora rettore Roberto Sani, che ne ha compreso il valore veramente unico ed è riuscito a portare dalla sua parte la Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata, che, grazie al suo presidente Franco Gazzani, ha sostenuto questa iniziativa.


La biblioteca raccoglie uno straordinario patrimonio di testi giuridici dal primo Cinquecento a tutto il Novecento. Si tratta di una biblioteca che il professor Sbriccoli ha costruito attorno ai propri principali interessi di studioso, facendone – per opinione diffusa nel mondo degli storici del diritto in Italia e all’estero – la più importante biblioteca privata al mondo nei settori della storia del diritto penale, della giustizia e dalla criminalità. E’, dunque, una biblioteca fortemente specializzata, che renderà l’Ateneo maceratese un polo scientifico di primissimo piano in questi settori. La collezione è composta da circa novemila volumi, raccoglie un fondo antico di circa 600 pezzi dal XVI al XVIII secolo, molti dei quali rari, più di duemila pezzi del XIX secolo, oltre 1.200 della prima metà del Novecento, ulteriori 5.200 volumi successivi al 1950 oltre all’archivio scientifico privato del professor Sbriccoli, costituito da decine di faldoni.

 

Mario Sbriccoli, una vita per la scienza e l’Università

Mario Sbriccoli, giurista formatosi, nei primi anni ’60, nell’Ateneo maceratese sotto la guida del professor Paolo Grossi, ha professato nella Facoltà di Giurisprudenza, per trentacinque anni, gli insegnamenti di storia del diritto. Qui ha contribuito a formare intere generazioni di giuristi e ha dato vita ad una Scuola capace di affermarsi a livello nazionale come una delle più significative per originalità dei risultati scientifici. Preside, per due mandati, della Facoltà di Giurisprudenza, Mario Sbriccoli è stato il Decano dell’Ateneo, docente assai apprezzato dagli studenti e universalmente stimato dai colleghi. E’ stato un maestro nel campo della storia del diritto grazie a opere fondamentali: da L’interpretazione dello Statuto (1969) alle monografie sul reato politico in età moderna e contemporanea (1974-75) sino agli studi dell’ultimo ventennio dedicati alla storia del diritto penale, della giustizia e dei fenomeni criminali, lungo un arco temporale che corre dal medioevo al contemporaneo.


inaugurazione fondo Sbriccoli




23 Aprile 2012 alle 18:36 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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