dalla Regione Marche

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2016-12-12

Primo incontro ufficiale dell’Autorità portuale Giampieri: oggi in Regione con il presidente Ceriscioli e la vicepresidente Casini

 

Questo pomeriggio il presidente Luca Ceriscioli e l’assessore alle Infrastrutture Anna Casini hanno incontrato il presidente dell’autorità portuale Rodolfo Giampieri e il segretario generale Matteo Paroli. È stata la prima visita ufficiale dopo la nomina a presidente dell’autorità di sistema del Mare Adriatico centrale.
Un’occasione importante per fare il punto sugli investimenti che l’autorità portuale concretizzerà a breve e un primo confronto sulle strategie future.
“Tutti i porti hanno delle vocazione naturali – spiega Giampieri – che saranno valorizzate e messe a sistema nell’interesse dello sviluppo e dell’occupazione. In particolare per i porti di Pesaro e San Benedetto ci saranno investimenti grazie alle risorse che questi due scali già generano”.
“La prima occasione che abbiamo di mettere a sistema le politiche portuali regionali – spiega Ceriscioli – in un quadro di valorizzazione delle vocazione dei porti principali, creando sinergie che fino ad oggi non erano strutturate. Inoltre importante il fatto che le risorse, direttamente generate dai porti, resteranno sul territorio e diventeranno immediata occasione di sviluppo, non dovendo subire più passaggi ministeriali. Una riforma che diventa dunque una grande opportunità per il territorio e per tracciare una prima visione strategica di un sistema portuale vasto”.

 

un momento dell'incontro
un momento dell’incontro

 

 

Riunione di Giunta

Individuate le aree provvisorie di stoccaggio fieno e mangime per gli allevamenti terremotati: Amandola e Pieve Torina. Casini: “Vicini agli allevatori che non vogliono e non possono abbandonare il territorio”

La Giunta regionale ha individuato due impianti temporanei per stoccare mangime, fieno e paglia donati agli allevamenti terremotati. Le due strutture sono in corso di realizzazione nei comuni di Amandola e Pieve Torina. Ad Amandola (FM), in località Pian di Contro – Zona Industriale, verranno ammassate le donazioni per la zona terremotata delle province di Ascoli Piceno e Fermo. A Pieve Torina (MC) – Strada provinciale 209, bivio per Lucciano – quelle per il Maceratese, dove sono già stati collocati 169 quintali di fieno donati dall’Associazione Onlus “Il Paese Sant’Antonio per la Solidarietà” (frazione del Comune di Ravenna). “Un bel gesto che apprezziamo e per il quale tutta la comunità marchigiana ringrazia – afferma la vice presidente e assessore all’Agricoltura, Anna Casini – Il sisma ha gravemente danneggiato anche le strutture zootecniche sul territorio, per lo più allevamenti di bovini da carne e latte, ovini e di altre specie minori. Gli allevatori, seppur con le case distrutte, non vogliono e non possono abbandonare gli animali, per cui è necessario dotarli delle attrezzature idonee, come moduli abitativi e rurali, fienili provvisori, per poter rimanere accanto ai loro animali da reddito. I due centri di stoccaggio favoriranno poi una più razionale distribuzione degli alimenti necessari in tutta l’area devastata dal sisma”. Gli impianti temporanei sono stati condivisi con le organizzazioni professionali e con le amministrazioni comunali interessate. Le donazioni a beneficio degli allevatori rimasti senza scorte di alimenti per gli animali verranno ammassate in queste due località e saranno gestite in accordo con gli uffici competenti.

 

 

Approvato il Programma apistico regionale 2016/2019: scade il 20 gennaio 2017 il bando della prima annualità.

Casini: “Sostegno al settore, miele di qualità, tutela del consumatore”

Sostenere il settore apistico, migliorare la produzioni di miele, tutelare i consumatori. Sono gli obiettivi del Programma apistico regionale triennale 2016/2019, approvato dalla Regione, in attuazione del Programma nazionale che si articola per piani regionali. Contestualmente le Marche hanno anche emanato il bando per accedere ai benefici della prima annualità (scadenza 20 gennaio 2017): sono disponibili oltre 157mila euro per qualificare la produzione e la commercializzazione del miele nella campagna apistica 2016/2017. I contributi sono a disposizione dei 1.591 apicoltori marchigiani che gestiscono 44.657 alveari. “Numeri certificati perché le Marche sono tra le prime Regioni italiane ad aver portato a regime l’Anagrafe apistica nazionale – sottolinea la vice presidente e assessore all’Agricoltura Anna Casini – Beneficiari dei contributi sono gli apicoltori singoli e gli organismi associativi. Particolare rilevanza viene assegnata alla lotta contro la Varroa: acaro parassita che pregiudica i risultati economici delle imprese apistiche, che combattiamo con sistemi di lotta rispettosi dell’ambiente per non alterare le caratteristiche organolettiche del miele”. Casini chiarisce inoltre che “Programma regionale recepisce l’orientamento comunitario per dare impulso alla crescita del settore apistico: valorizzare il prodotto miele significa potenziare un settore agricolo sicuramente minore, ma dal grande valore ambientale, perché le api richiedono una contesto naturale sano per produrre. Sono sentinelle imprescindibili per misurare la qualità rurale del nostro territorio”. Nella campagna apistica 2013/2016, il ministero dell’Agricoltura ha assegnato alle Marche, complessivamente, 487 mila euro per potenziare il settore. Tra le attività curate, d’intesa con i quattro Consorzi apistici provinciali, si segnalano i corsi professionali (svolti insieme all’Assam), l’acquisto di arnie antivarroa, il programma di ricerca sullo specifico ecotipo di Apis ligustica, diffuso in un ristretto areale interno, che sembra manifestare resistenza alla Varroa. Sulla base delle ultime rilevazioni (marzo 2016), gli apicoltori marchigiani mediamente detengono 28 alveari, con una produzione totale stimata di oltre mille tonnellate di miele all’anno. Due terzi del miele prodotto è di tipo “millefiori” e un terzo “monoflora”, soprattutto acacia, castagno, girasole, medica, sulla, tiglio, ailanto e coriandolo. Il miele marchigiano si presenta di ottima qualità e con un bassissimo residuo di contaminanti chimici, ben al di sotto della soglia di legge. Si fregia del marchio di qualità QM – Qualità garantita dalle Marche che presuppone la tracciabilità del prodotto e il rispetto di un disciplinare. L’apicoltura marchigiana viene esercitata su tutto il territorio e vanta antichissime tradizioni: non a caso un modello di arnia razionale prende il nome dalla regione: l’arnia marchigiana, seppur tecnicamente superata, non è caduta in disuso, grazie alla particolare tradizione delle Marche di produrre miele sfruttando la rapida successione di brevi fioriture tra la primavera e l’estate. Gli apicoltori professionisti, quelli che dispongono di almeno 150 alveari e che si dedicano pressoché esclusivamente all’apicoltura, sono circa il 4 per cento e posseggono 15 mila arnie (33 per cento delle marchigiane). Sono invece 500 gli apicoltori “semi professionisti” (posseggono da 11 a 149 arnie) che vedono nell’attività un’interessante fonte di integrazione del reddito agricolo; rappresentano il 31 per cento del totale degli apicoltori e detengono il 40 per cento delle arnie presenti nelle Marche. Il rimanente 65 per cento degli apicoltori è costituito da amatori e hobbisti per una produzione di autoconsumo; dispongono da 1 a 10 alveari a testa, pari al 27 per cento delle arnie totali. “Molti giovani apicoltori vedono una prospettiva positiva di futuro ampliamento dell’attività apistica, per raggiungere una significativa integrazione di reddito, con il desiderio di diventare apicoltori professionisti”, conclude l’assessore Casini.

 

 

 

 

 

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