Primavera Sound, quanto c’è di normal in Kevin Parker?

Primavera Sound, quanto c’è di normal in Kevin Parker?
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The New Normal è il Primavera Sound 2019 e lo è per una serie di motivi, in parte spiegati qui. Cosa c’entra però con il concetto di normalità – e anche con quello di nuova normalità – un personaggio come Kevin Parker, trentatreenne australiano di Sydney, santone psichedelico 2.0, un tipo fuori da qualsiasi schema?

 

Eppure Kevin Parker sarà l’headliner della seconda serata del Primavera 2019 con i suoi Tame Impala, un nome che di per sé lascia già assaporare il gusto di una notte al Parc del Forum, una delle migliori notti possibili. Perché Kevin Parker e Tame Impala sono la quintessenza del suono del 2019. E possiamo dirlo quando il loro quarto album non è ancora uscito, ma sono stati spediti in orbita soltanto i primi due singoli, Patience e Borderline, che fanno capire che Parker continua a muoversi nel segno della discontinuità con tutto ciò che c’è stato prima, con tutto ciò che gli sta intorno, in connessione diretta con l’ispirazione più pura.

 

Essere psichedelici negli anni dieci è una sfida miracolosamente stravinta da Parker che con i primi tre lavori a nome Tame Impala ha riscritto le regole del genere – o forse le ha annullate del tutto. Ha lavorato praticamente da solo in studio, registrando tutti gli strumenti, curando in modo maniacale la produzione, poi si è avvalso di straordinari collaboratori nei live. Nel 2015 ha pubblicato Currents, un album dopo il quale il termine psych non ha potuto più rimandare direttamente a Syd Barrett ma ha dovuto prevedere un passaggio di lavatrice attraverso l’elettronica sottile di Parker, dentro i sintetizzatori magistralmente dosati in pezzi come The Less I Know The Better e Let It Happen.

 

Onirici, ripetitivi, ossessivi, acidi, romantici, folli, i Tame Impala saranno il più bel live act del Primavera 2019. Scommettiamo?

 

 

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