dalla Regione Marche

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SANITA’, REGIONE MARCHE E ALTEMS-UNIVERSITA’ CATTOLICA INSIEME PER UN MASTER SUI DIRITTI DEI PAZIENTI

Le Marche modello di riferimento per altre Regioni nell’alta formazione di operatori dedicati all’ascolto e al dialogo tra le Associazione dei pazienti e le Istituzioni sanitarie.

 

Tutela del diritto alla salute e sviluppo delle competenze delle organizzazioni che promuovono i diritti dei pazienti e dei cittadini. Sono questi i temi centrali di un progetto triennale che la Regione Marche e l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica hanno approvato attraverso una convenzione che prevede uno specifico percorso formativo per operatori dei servizi sanitari. Il progetto è stato presentato oggi in Regione in una conferenza stampa. “Il sistema della partecipazione attiva in sanità è un tema storicamente molto praticato, con alti e bassi, ma noi ci crediamo veramente.”,  ha affermato il presidente della Regione , Luca Ceriscioli. “ il Piano Sanitario – ha proseguito – è improntato attorno alla partecipazione che significa però anche avere una formazione adeguata e acquisire le competenze giuste per partecipare alle scelte. Quindi diamo la possibilità alle associazioni che si occupano di pazienti e dei loro diritti, di avere strumenti per potersi formare. Si parte con un’alta formazione, un master di II livello per poi immaginare iniziative sul territorio. Uno strumento molto utile per evitare il cosiddetto gap delle competenze tra cittadino e la struttura e che si creino così difficoltà e incomprensione. Dando questo strumento si innalza la qualità della partecipazione. E’ evidente che investire in questo master è il segno più chiaro e netto  della volontà che la Regione ha di mettere al centro la partecipazione attiva del cittadino come elemento di forza del sistema sanitario.”

Avvalendosi dell’esperienza del Patient Advocacy Lab (PAL) di ALTEMS, l’alta formazione dedicata all’Advocacy si articola in un innovativo Master di II livello proprio in “Patient Advocacy Management”,  rivolto all’acquisizione delle competenze necessarie all’interno della struttura regionale e che, a cascata, gli stessi soggetti partecipanti (un funzionario all’interno del Servizio Sanità e il vicepresidente del Comitato di Partecipazione dei cittadini dell’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona) dovranno trasmettere alle Associazioni di carattere sanitario e ai referenti delle singole Aziende Sanitarie delle Marche. La concretizzazione del progetto formativo sarà la realizzazione di un ufficio/sportello con funzione di raccordo tra le istituzioni e le associazioni dei cittadini e dei pazienti, supporto al dialogo permanente con le associazioni dei cittadini, sul modello di quello che avviene in alcuni Paesi europei.

La Regione Marche è la prima in Italia ad aver voluto e avviato questo progetto formativo con il qualificato contributo dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari – ALTEMS, Università Cattolica (Sede di Roma): al Master partecipano, infatti, oltre al funzionario regionale e al rappresentante del Comitato di partecipazione, anche rappresentanti delle Associazioni di pazienti provenienti da tutta Italia, 30 allievi tra Master e corso formativo che frequentano da marzo scorso i moduli formativi.  Le Marche stanno, dunque, costituendo un modello con un progetto pilota a livello regionale in questo settore della tutela dei diritti dei pazienti. Già con la L.R. n. 13/2003 la Regione aveva previsto, all’interno di ogni Azienda Ospedaliera e presso ogni Area Vasta territoriale, l’istituzione di Comitati di partecipazione dei cittadini (CDP) alla tutela della salute con il compito di contribuire principalmente alla programmazione e alla pianificazione socio-sanitaria regionale, aziendale e territoriale.

Ora con la convenzione sottoscritta tra Regione e ALTEMS – Università Cattolica viene disegnata la mappa di coordinate da seguire tra la Regione Marche, le associazioni di volontariato, il cittadino e il paziente e rendere sempre più partecipe la persona oltre a perseguire una migliore organizzazione dei servizi e una piena responsabilizzazione di tutti gli attori dell’assistenza sanitaria nell’articolata rete di servizi sanitari, in grado di rispondere alla nuova domanda di salute della popolazione. L’ufficio che si andrà a costituire è finalizzato al miglioramento della qualità delle cure, a favorire la comunicazione fra le strutture assistenziali e le forme associative dei malati e a facilitare un ruolo attivo e consapevole del paziente nella gestione del suo percorso di cura. Lo sportello ha l’importante funzione di essere vicino a tutti i soggetti coinvolti del territorio con una funzione di garanzia per la centralità del paziente nelle scelte sanitarie.

Un innovativo modello organizzativo che mira a realizzare il coinvolgimento dei cittadini nelle “politiche sanitarie” e comporta una serie di vantaggi per i pazienti: divenire più consapevoli e competenti, acquisire la capacità di attivarsi per contribuire a cambiare una situazione organizzativa o legislativa; co-responsabilità delle politiche che li riguardano. Una modalità quindi che cambia il verso delle scelte sulla salute: non “ricevitori” passivi di ordini superiori ma aumento della consapevolezza nella dimensione dell’inclusività, ovvero la capacità delle istituzioni di coinvolgere tutti i cittadini, singoli e associati,

interessati alla pratica. E il dialogo costante con i cittadini gioca un ruolo determinante per far meglio comprendere alcune decisioni, pur necessarie, ma ad un primo impatto impopolari.  Dal punto di vista degli amministratori invece significa prendere decisioni più accurate, acquisire informazioni, esperienze, bisogni, vissuto dei pazienti, fino a condividere con i pazienti stessi l’impegno per il buon funzionamento dei servizi (accessibilità, fruibilità, semplificazione).  Negli ultimi quindici anni il mondo delle associazioni dei pazienti presenti in Italia e? molto cambiato, da un lato vi sono numerose norme che disciplinano il coinvolgimento dei cittadini, dall’altro risultano essere sempre meno efficaci le modalità con cui la partecipazione civica viene garantita nelle politiche sanitarie pubbliche. Anche per questo la Regione Marche ha previsto la partecipazione di un Comitato di valutazione costituito da rappresentanti di diversi interlocutori (stakeholder), sia nella fase di stesura del nuovo Piano Socio-Sanitario 2019-2021, sia nella verifica periodica dello stato di attuazione degli interventi e degli eventuali impatti sul sistema.

clicca gli allegati: Brochure Master Scheda ALTEMS

DICHIARAZIONI:

Direttore Patient Advocacy Lab (PAL) di ALTEMS Teresa Petrangolini:

“La partecipazione dei cittadini pazienti è ormai una necessità per rendere il servizio sanitario sostenibile. Per favorire questo processo il Patient Advocacy Lab sta impegnandosi su due fronti: rafforzare la competenza delle associazioni civiche mediante la formazione e il supporto operativo perché siano sempre più forti e capaci di interloquire con le istituzioni; proporre e creare nelle Regioni strumenti, funzioni e procedure che facilitino la partecipazione, rendendola non un fatto formale, ma un nuovo modo di governare con trasparenza, condivisione delle scelte, ascolto e coinvolgimento dei cittadini. La Regione Marche ha fatto questa scelta e noi, attraverso il PAL di ALTEMS, la stiamo sostenendo nella creazione di uno sportello/ufficio per la partecipazione civica.”

Dirigente del Servizio Salute – Regione Marche Lucia di Furia:

“ Aver sottoscritto questo accordo e promosso questo percorso formativo fa la differenza nella cultura della partecipazione in sanità, significa far parlare un linguaggio comune e  porre le basi per un servizio efficiente a cascata sul territorio. Non si tratta solo di un accordo di semplice collaborazione, ma un concreto strumento tecnico che si inserisce perfettamente nel Piano Sanitario regionale e dà avvio ad un rapporto di dialogo sempre più stretto con i cittadini e con le associazioni che sono quelle più attente a rilevare criticità e a suggerire ciò che si può migliorare.”

Vice presidente del Comitato di Partecipazione– Fabrizio Burzacchini: Per i comitati di partecipazione marchigiani la scelta del PAL di ALTEMS (UNICATT Roma) di mettere le sue competenze di alto livello scientifico a disposizione dei cittadini e delle istituzioni della nostra regione testimonia una grande sensibilità degli organizzatori. Ma è anche una conferma della raggiunta maturità delle nostre associazioni, dimostrata soprattutto nel corso degli ultimi tre anni. Scelta,quindi, quanto mai opportuna e tempestiva che troverà una condivisione totale e fattiva del progetto.

Anche il Direttore ALTEMS Università Cattolica Americo Cicchetti, non presente in conferenza ha voluto trasmettere un suo messaggio:

“L’Università Cattolica ha messo in campo le sue competenze multidisciplinari nel campo della medicina, dell’economia e della psicologia per offrire un percorso formativo per lo sviluppo delle competenze manageriali delle organizzazioni che tutelano i diritti di pazienti e cittadini. Questa crescita è cruciale per promuovere la partecipazione civica attiva e responsabile alle decisioni critiche che Stato e Regioni sono chiamate a prendere per conciliare accesso alle cure e sostenibilità economica. Siamo lieti e onorati di poter intraprendere parte di questo percorso con la Regione Marche, che ha dimostrato grande attenzione al tema e lungimiranza strategica ponendo al centro delle politiche sanitarie la formazione e i pazienti”.

Psr Marche, bando 2017: altri 2 milioni di euro per le aziende agricole. Casini: “L’enorme richiesta, 570 domande e 59 milioni d’investimenti, necessita di ulteriori finanziamenti. In totale contributi per 26,6 milioni. Terzo rifinanziamento”

La Regione Marche ha destinato altri 2 milioni di euro per finanziare gli investimenti delle aziende agricole, sostenuti con i fondi del Programma di sviluppo rurale 2014-2020. A disposizione di sono ora 26,6 milioni di euro. Il bando del 2017 (il 4.1) ha riscosso un successo enorme, da parte degli imprenditori agricoli: sono pervenute 570 domande per 59 milioni di investimenti programmati. È il terzo rifinanziamento del bando, partito con una dotazione iniziale di 12,5 milioni, poi incrementata con altri 7,1 milioni, con successivi 5 milioni e con gli attuali 2 milioni. “Tutte risorse reperite con economie varie, che mettiamo a disposizione del mondo agricolo per offrire una risposta adeguata alle richieste pervenute – evidenzia la vice presidente Anna Casini, assessore all’Agricoltura – Si è trattato dell’ultimo bando di questo periodo di programmazione che ha interessato tutto il territorio regionale, non solo quello terremotato. Prevedeva un’ampia possibilità di interventi ammissibili che spaziava dalla ristrutturazione e costruzione dei fabbricati, alla lavorazione e conservazione dei prodotti agricoli, la realizzazione di punti vendita, la produzione di energia rinnovabile, il miglioramento fondiario, l’acquisto di macchine e attrezzature, di terreni per favorire l’insediamento dei giovani agricoltori. Attraverso il bando l’agricoltura marchigiana ha avuto la possibilità di migliorarsi, qualificarsi, guardare al futuro con maggior entusiasmo e opportunità di crescita”.

 

 

 

Terreal Pesaro, approvata la cassa integrazione fino al 31 maggio 2020 per 52 lavoratori

Bravi: “Ora impegno per mantenere il marchio nel territorio”

Il ministero del Lavoro ha autorizzato la concessione della cassa integrazione guadagni straordinaria (Cig) per 52 lavoratori della Terreal di Pesaro. L’integrazione salariale verrà concessa per il periodo dal 1° giugno 2019 al 31 maggio 2020. A distanza di un mese dall’accordo relativo al “programma di crisi per cessazione”, è stato firmato il decreto per la Cig. Lo comunica l’assessore al Lavoro, Loretta Bravi: “L’azienda di Alessandria aveva acquisito lo storico marchio pesarese Industrie Pica, protagonista nel settore edilizio italiano, la cui chiusura priva la città e la regione di un’importante attività. Tutte le nostre preoccupazioni erano state espresse al Tavolo nazionale che avevamo chiesto e ottenuto. Ora viene garantita la tutela dei lavoratori, l’impegno resta quello di mantenere il marchio nel territorio”.

 

Acquisizione del gruppo Auchan/Sma da parte della Conad, incontro in Regione delle assessore Bora e Bravi con le organizzazioni sindacali: “Salvaguardare occupazione e rete di vendita”. Moscatello, Soleggiati, Bontà: “Preoccupati per il cambio del modello operativo”

Tutela dei livelli occupazionali e della rete di vendita a seguito dell’acquisizione del gruppo Auchan/Sma da parte di Conad. Un obiettivo da raggiungere attraverso la costituzione di un tavolo che accompagni il percorso di integrazione fra le due reti di vendita, “salvaguardando quella di Sma Auchan, della Sede e dei Depositi”. Sono le richieste del sindacato che la Regione Marche condivide e che porterà all’attenzione del Mise (ministero dello Sviluppo economico), coinvolgendo le due Cooperative Conad che operano nel territorio marchigiano. È quanto emerso dall’incontro odierno, a Palazzo Leopardi, tra le assessore regionali Manuela Bora (Commercio) e Loretta Bravi (Lavoro), con le organizzazioni sindacali regionali e di categoria di Cgil, Cisl e Uil. Al centro del confronto, le preoccupazioni sui possibili impatti occupazionali che potrebbe avere l’acquisizione. La Società BDC Italia, partecipata al 51% dal Gruppo Conad, ha sottoscritto un preliminare per rilevare l’intero pacchetto azionario di Sma e Auchan Spa Italia: quindi tutto il perimetro aziendale comprendente la rete di vendita italiana, i depositi (logistica) e le sedi amministrative, per un totale di circa 18.000 dipendenti diretti e oltre 1.000 indiretti (punti di vendita franchising). Nelle Marche sono 27 i punti vendita SMA (simply, iperSimply my auchan) e due Auchan (Fano e Ancona) dove sono impiegati circa 1.100 lavoratori, ai quali si aggiungono i lavoratori occupati presso il deposito di Osimo, la sede amministrativa e i punti vendita in Franchising Sma (77 nelle Marche). “Nel corso dell’ultimo incontro, tenutosi al Mise lo scorso 20 giugno, l’acquirente ha presentato le linee guida del piano industriale confermando tutte le nostre preoccupazioni in merito agli occupati nella regione e alla continuità della rete di vendita locale – hanno dichiarato Joice Moscatello, Selena Soleggiati e Fabrizio Bontà, rispettivamente segretari generali di Filcams Cgil, Fist Cisl e Uiltucs Uil Marche – Siamo fortemente preoccupati perché Il progetto comporta un cambio di modello operativo (da impresa a proprietà unica, succursalista, a impresa a proprietà diffusa), con la suddivisione dei punti di vendita tra le cooperative Conad (Forlì e Ascoli Piceno) e, quindi, tra i vari piccoli imprenditori associati che ne acquisiranno la proprietà, nonché la cessione ad altre catene dei punti di vendita che si sovrappongono con quelli Conad (perché ubicati nelle vicinanze) e di quelli non autorizzati per abuso di posizione dominante. La sede amministrativa e il deposito di Osimo sono invece a rischio di chiusura, con inevitabili ricadute sugli occupati”. Da parte della Regione, le assessore hanno condiviso le preoccupazioni sindacali: “È necessario salvaguardare l’occupazione e le reti di vendita. Condividiamo la posizione espressa dalle organizzazioni sindacali. Faremo valere le nostre richieste sui tavoli nazionali, attorno ai quali si gioca la partita dell’acquisizione”.

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