Concorso Primario Ortopedia, i sospetti del comitato

Concorso Primario Ortopedia, i sospetti del comitato
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San Benedetto del Tronto, 2020-02-28 – Riceviamo da Dott. Nicola Baiocchi e Cons. Rosaria Falco e pubblichiamo integralmente

 

Mentre la politica a tutti i livelli impazza con le ordinanze e le controordinanze per far fronte, in un panorama sanitario pubblico depauperato, ad un’emergenza sí reale (in cui le eccellenze private non possono esserci di alcun aiuto), ma volutamente ingigantita ed esasperata dalle guerre politiche, dai protagonismi o dalle inettitudini, il comitato prosegue nella sua opera di vigilanza ed informazione a beneficio dei cittadini, relativamente alla tutela del nostro ospedale e dei servizi sanitari sul nostro territorio. Vogliamo evidenziare un’altra problematica, che ci sembra meritevole di una particolare attenzione: la formulazione del bando per il concorso da Primario di Ortopedia, che l’AV5 ha pubblicato con la determina n. 1496 del 13 dicembre 2019.

Leggiamo nell’estratto dal bando in oggetto:

«Si richiede, inoltre, il rispetto dei tempi di intervento urgente su frattura, in particolare per la frattura di femore nell’anziano da operare entro le 48 ore, anche mediante attivazione dell’equipe chirurgica in urgenza».

«Competenze tecnico professionali richieste, conoscenze ed esperienze specifiche

Il candidato deve possedere le seguenti competenze documentate:

– trattamento del politrauma in urgenza/emergenza in collaborazione multispecialistica;

– trattamento della traumatologia in urgenza: Controllo del Danno nelle fratture del bacino e della pelvi, nelle fratture esposte, nelle lussazioni e fratture lussazioni;

– trattamento delle fratture articolari e nelle fratture periprotesiche dell’anca e del ginocchio e della spalla;

– traumatologia ordinaria;

– chirurgia protesica, in particolare per l’arto superiore».

Quest’ultimo punto, in particolare, ci ha insospettito: perché limitare la competenza richiesta per i candidati all’arto superiore solamente, e non estenderla anche a quello inferiore? Poiché il Comitato, in quasi un anno di lavoro e di interventi pubblici, ha sempre dimostrato di parlare con dati precisi e puntuali, mai smentiti in modo credibile né da politici di vario colore, né da dirigenti sanitari locali o regionali, con altri dati, altrettanto puntuali, anche questa volta ci siamo documentati, estraendoli dal “Progetto Registro Italiano ArtroProtesi”, Quarto Report 2017, a cura del Ministero della Salute e del Consiglio Superiore di Sanità.

Risulta che nel 2015 sono stati registrati 102.378 interventi vari di protesi all’anca, 70.105 interventi vari di protesi al ginocchio e 7.187 interventi vari di protesi alla spalla e all’arto superiore. Andando più nello specifico, nella Regione Marche sono state registrate 2.410 protesi di anca, 1.603 protesi di ginocchio e solo 196 protesi di spalla.

Ampliando ancora la visione abbiamo scoperto che nella nostra Regione vi sono 17 strutture di ricovero per gli interventi alla spalla: tre di queste fanno almeno 75 interventi (potrebbero essere di più ma teniamoci bassi). Ciò significa che 14 strutture fanno 121 interventi alla spalla in un anno, ossia 8 interventi per struttura.

Pertanto l’ultimo criterio previsto dal bando in ordine di elencazione, ma probabilmente il primo decisivo per la scelta finale, richiederebbe un sanitario in grado di effettuare, se tutto andrà bene, un intervento ogni 45 giorni! In questo consisterebbe dunque la qualità che farà la differenza?

È evidente che a fronte di 4.000 interventi di protesi all’arto inferiore non possiamo accontentarci di qualche protesi all’arto superiore. Pertanto chiediamo con forza che venga modificata la determina n. 1496, ampliando le competenze richieste anche all’arto inferiore, eliminando il requisito limitante, illogico e penalizzante per il nostro ospedale richiesto nel bando: non accettiamo, per nessun motivo, di essere ancora una volta discriminati in termini di competenze rispetto all’ospedale di Ascoli. Dobbiamo finirla con queste sperequazioni illegittime e sempre a nostro discapito, dettate, lo ripetiamo ora e lo ripeteremo se necessario dinanzi alle Autorità competenti, non da motivazioni tecniche, ma da scellerati, reiterati e ben conosciuti egoismi politici, provinciali e purtroppo anche locali, volti a preservare una sudditanza e una subordinazione che non hanno nessun motivo ammissibile per esistere.

Dott. Nicola Baiocchi

Cons. Rosaria Falco

 

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